Fed, i rialzi dei tassi colpiscono più le carte di credito che i mutui

Fed, i rialzi dei tassi colpiscono più le carte di credito che i mutui

Una ricerca di Citi ha messo in evidenza in quali parti dell’economia i rialzi dei tassi della Fed stanno colpendo maggiormente.

  • Nel 2° trimestre le morosità delle carte di credito statunitensi sono salite ai massimi dal 2012, in un contesto in cui i tassi dei mutui sono in area dei minimi storici con gran parte dei debitori che hanno tassi sotto quelli attuali
  • Gli interessi sulle carte di credito delle banche commerciali sono saliti a oltre il 20%, un record storico, mentre nel 2° trimestre le morosità su questo metodo di pagamento ha registrato il maggior incremento trimestre/trimestre dal 2009.
  • Al contrario, gli effetti si vedono molto meno su altre parti dell’economia. Per esempio, come evidenziato ieri qui, i tassi dei mutui fissi a 30 anni sono saliti ai massimi da oltre 20 anni. Tuttavia, pochi debitori pagano un interesse così alto. Citando i dati Redfin, gli analisti Citi evidenziano che 4 mutuatari su 5 pagano interessi sotto il 5%. In questo quadro, le persone sentono meno l’aumento dei tassi e non rimangno indietro con i pagamenti: si pensi che stando a CoreLogic la morosità ipotecaria USA a maggio ha toccato un minimo storico.

Fonte: ricerca Citi

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Dichiarazioni harker (Fed) su possibilità di continuare la pausa nel rialzo dei tassi

Patrick Harker, Presidente della Fed di Philadelphia, ha detto che la Federal Reserve potrebbe mantenere i tassi fermi fino a fine anno, con una pausa ritenuta prudente anche se il picco del costo del denaro non è definito. Tuttavia, ha affermato di non poter dire quando la Banca centrale taglierà il costo del denaro. Harker ha affermato di vedere le società perdere un po’ di potere di prezzo e tagliare gli orari dei lavoratori senza licenziarli. L’esponente del board della Fed ha evidenziato di voler vedere un ammorbidimento del mercato del lavoro, specialmente nel settore dei servizi. Le attese di Harker sono per un tasso di disoccupazione in salita intorno al 4% e un rallentamento dell’economia, mentre nel 2024 l’inflazione dovrebbe attestarsi sul 3%.

Trimestrale NVIDIA

  • Ricavi: 13,507 miliardi di dollari, attese a 11,224 miliardi (dati Refinitiv)
  • I ricavi del business dei data center ha segnato un fatturato record da 10,32 miliardi di dollari, il 171% in più su base annuale
  • EPS: 2,70 dollari, previsioni a 2,09 dollari (dati Refinitiv)
  • EBITDA: 8,141 miliardi di dollari, stime a 6,302 miliardi (dati Refinitiv)
  • Jensen Huang, fondatore e AD di Nvidia, ha detto che le aziende di tutto il mondo stanno passando all’accelerated computing e all’AI generativa
  • Il 21 agosto il CdA ha approvato un nuovo programma di buyback da 25 miliardi di dollari
  • Per il 3° trimestre del 2024 fiscale, la società si aspetta ricavi di 16 miliardi di dollari (+/- 2%), margine lordo del 71,5% (+/- 50 punti base) e spese operative a 2,95 miliardi di dollari
  • Nell’after hours di Wall Street, le azioni Nvidia segnano il +6,58%

Commento: attraverso l’analisi delle ricerche per investitori istituzionali avevamo individuato nei webinar degli ultimi mesi come NVIDIA fosse l’azione più interessante per beneficiare del trend dell’intelligenza artificiale: il settore dei chip è quello che beneficerà di più del trend dell’IA e NVIDIA è l’azione posizionata meglio, con forti barriere all’ingresso (sia in termini di capitale che di tecnologia e accordi commerciali) che rendono la sua posizione “privilegiata”. Avevamo analizzato anche le posizioni degli hedge fund dove avevamo visto che NVIDIA era nella lista VIP secondo Goldman. Inoltre a livello operativo nel portafoglio “Cavalcare la volatilità” avevamo individuato come NVIDIA fosse un’azione promettente anche dopo il forte rialzo alla precedente trimestrale.

Un’ottima trimestrale e un’ottima performance in AH che portano NVIDIA sopra i 500 dollari.  Il titolo segna il +250% YTD.

LE AZIONI SOTTO LA LENTE

Piper Sandler ha alzato il target su Amazon da 175 a 185 dollari

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