I Certificati di investimento sono tutti i Certificati che non presentano l’effetto leva. Sono detti “di investimento” perché, a differenza dei Certificati a Leva, sono pensati per un investimento piuttosto che per una speculazione. Sono infatti, generalmente, meno rischiosi rispetto ai Certificati a Leva.
Sotto la macro-categoria dei Certificati di Investimento ricadono moltissime strutture e tipologie di prodotto diverse tra loro.
Per tale ragione, negli anni, le associazioni di categoria hanno costruito delle “mappe” con l’obiettivo di raggruppare i Certificati che presentano caratteristiche simili.
La mappa di riferimento a livello europeo è quella di EUSIPA, a livello italiano è quella di ACEPI.
Seguendo la mappa ACEPI si distinguono i Certificati di investimento per livello di protezione del capitale:
– CERTIFICATI A CAPITALE PROTETTO: indipendentemente dalla performance del sottostante, il capitale è protetto, quindi a scadenza l’investitore riceve una determinata percentuale del valore nominale. Ad esempio un Certificato a capitale protetto al 50% (con valore nominale pari a 100 euro) restituisce a scadenza 50 euro (50% del valore nominale) anche se il sottostante ha realizzato una performance del -90%.
– CERTIFICATI A CAPITALE CONDIZIONATAMENTE PROTETTO: la maggioranza dei Certificati di Investimento appartiene a questa categoria. In questo caso si ha la protezione del capitale solo se il sottostante non scende (sale, nel caso dei Certificati Reverse) al di sotto di un determinato prezzo, pari alla barriera capitale. Quindi se ho un Certificato a capitale condizionatamente protetto con barriera al 50%, riceverò il valore nominale a scadenza se e solo se il sottostante non è sceso di più del 50%.
– CERTIFICATI A CAPITALE NON PROTETTO: in questo caso non ho alcuna protezione del capitale e sono esposto 1:1 all’andamento del mercato. Un esempio di questa tipologia è il Benchmark o Tracker Certificate che replica 1:1 l’andamento del sottostante.