Indicatori di volatilità su singole azioni

In un precedente articolo avevamo parlato di Volatilità implicita (quella “prezzata” dal mercato) e di Volatilità realizzata (o storica). Avevamo introdotto gli indici di volatilità, ovvero di una misura sintetica che indica la volatilità implicita di un sottostante, prendendo come esempio il Vix. La costruzione di un indice di volatilità basato sulla volatilità implicita non è di semplice costruzione per un investitore retail, ma abbiamo visto che la volatilità realizzata è comunque un buon indicatore e indici costruiti sui dati storici sono più accessibili.

Moltissimi certificati sono costruiti con sottostanti singole azioni piuttosto che indici, sia per sfruttare la minor correlazione che c’è tra azioni rispetto agli indici, sia per sfruttare azioni ad alta volatilità (o, in passato, alto dividendo). Guardiamo ora come un indicatore di volatilità su una singola azione è disponibile su una piattaforma free come Tradingview.

Utilizzando dei dati storici la stessa cosa può essere fatta con un foglio di calcolo come Excel. Qui sotto una mia versione della volatilità realizzata (basata sui rendimenti) del titolo IQIYI (di cui si è spesso parlato sul sito e sul gruppo Facebook). A differenza di quello di Tradingview qui l’indice è calcolato come rapporto tra la volatilità dell’ultima settimana rispetto a quella a 6 mesi.


Da notare che se la volatilità realizzata a breve è uguale a quella a lungo l’indice vale 1 perciò l’indicatore tende a oscillare intorno a quel valore. Questo permette di confrontare l’andamento della volatilità di azioni diverse anche se di rischiosità diverse. Disegnare però un grafico con tante linee diverse lo rende illeggibile, una soluzione potrebbe essere quella di una mappa di calore, qui un esempio con alcuni titoli americani, presenti in molti certificati.

Le settimane più volatili sono segnate in rosso - marrone - nero e quelle meno volatili (ultima settimana rispetto agli ultimi 3 mesi) in giallo e verde. Si nota ad esempio il crollo di Beyond Meat (BYND) a maggio o il melt-up dei titoli Faang a fine gennaio, volatilità infatti non significa solamente correzione.

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