La settimana finanziaria in pochi minuti

Come tutte le settimane, riassumiamo in pochi minuti di lettura le principali notizie finanziarie della settimana. Se vuoi ricevere gli aggiornamenti sulle ultime news finanziarie puoi iscriverti gratuitamente alla nostra Newsletter o al nostro Canale Telegram FreeFinance nonchè al NUOVO Canale Telegram FreeFinance PRO, un canale in cui troverai le più importanti news, articoli e appronfodimenti di mercato che ti aiuteranno ad informarti come i veri PROfessionisti.

News di politica monetaria: BCE

  • Isabel Schnabel, esponente della BCE, ha detto che l’istituto dovrà lottare con determinazione per controllare l’inflazione in un contesto in cui la politica fiscale è troppo generosa, i salari aumentano e le aspettative sull’indice dei prezzi al consumo resta troppo elevato. Schnabel ritiene che l’Eurotower dovrebbe continuare ad alzare i tassi portandoli ad un livello sufficientemente restrittivo per poi “mantenerli per tutto il tempo necessario”, mentre la BCE ha gli strumenti necessari per fornire liquidità al sistema finanziario dell’Eurozona al fine di preservare la stabilità finanziaria.
  • Francois Villeroy de Galhau, Governatore della Banca centrale francese, ha detto che probabilmente i tassi in Europa raggiungeranno il picco questa estate, ribadendo che la questione più importante sarà decidere per quanto mantenerli elevati. Per Villeroy, è più probabile che la differenza tra l’aumento dei tassi e il relativo impatto economico è probabile che si collochi intorno ai 2 anni.
  • Philip Lane, Capoeconomista della BCE, ha affermato che i mercati credono che l’inflazione tornerà al 2% nel prossimo futuro, con la politica monetaria che sta funzionando. In un altro intervento, ha dichiarato che il calo dei prezzi dell’energia andrà a ridurre i l’inflazione, anche se le tempistiche non sono chiare. Per Lane inoltre, la crescita dei salari nominali non sta diventando troppo alta. L’esponente dell’Eurotower ha anche affermato che la BCE non dovrebbe cercare di prevedere il picco dei tassi.
  • Pablo Hernandez de Cos, Presidente della Banca centrale spagnola, ha detto che al fine di riportare l’inflazione stabilmente al 2% la BCE dovrà alzare ulteriormente i tassi per poi mantenerli in territorio restrittivo “per lungo tempo”.
  • Il Vicepresidente della BCE, Luis de Guindos, ha detto di essere preoccupato dal conflitto tra politica monetaria e fiscale, sottolineando come certi Governi siano troppo generosi con le politiche di bilancio. Successivamente ha affermato che i Governi dell’Eurozona dovrebbero iniziare a ritirare le politiche fiscali fatte al fine di contrastare la crisi energetica, in quanto si rischia di continuare ad alimentare l’inflazione e quindi una risposta più forte della politica monetaria. De Guindos ha anche evidenziato che la curva dei rendimenti USA lascia presagire un rallentamento dell’economia e dell’inflazione.
  • Andrea Enria, Capo della Vigilanza Bancaria della BCE, ha affermato che l’Eurotower può richiedere agli istituti di credito di incrementare i buffer di liquidità, ma non è questo l’obiettivo generale del Supervisory Board.
  • Bostjan Vasle, Presidente della Banca centrale slovena, ha detto che la BCE deve continuare ad alzare i tassi, con questi ultimi che si stanno avvicinando ad un livello abbastanza restrittivo per riportare l’inflazione verso il target. Per Vasle, politica fiscale, salariale e monetaria dovranno essere più collegate rispetto al passato.
  • Gabriel Makhlouf, Governatore della Banca centrale irlandese, ha detto che altri due rialzi da parte della BCE sono sul tavolo mentre le prossime decisioni saranno aperte al dibattito vista la resistenza dell’inflazione. Per l’esponente dell’Eurotower l’economia è sufficientemente sana per sopportare altri incrementi del costo del denaro, con l’ipotesi di una recessione che non deve necessariamente avverarsi.
  • In un’intervista al Corriere della Sera Klaas Knot, Presidente della Banca centrale olandese, ha detto che la BCE necessita di almeno altri due rialzi dei tassi da 25 punti base, sostenendo di essere comunque aperto a vedere cosa succederà dopo l’estate. Inoltre Knot ritiene che i mercati siano troppo ottimisti nelle tempistiche dei tagli dei tassi, in quanto l’istituto dovrà mantenerli sul picco “per un periodo abbastanza significativo”. Inoltre, l'esponente dell'Eurotower non è certo che il picco dell'inflazione sottostante sia alle spalle e ha affermato di che molto dell'impatto dei precedenti aumenti del costo del denaro deve ancora mostrarsi.
  • Boris Vujcic, Presidente della Banca centrale croata, ha detto che non è sicuro che la BCE riesca a riportare l’inflazione al 2% nei prossimi due anni, con lo slancio delle componenti core e alimentari che rimane persistente.

News di politica monetaria: Fed

  • Il Presidente della Fed di Minneapolis, Neel Kashkari, ha detto che sarebbe favorevole a mantenere i tassi fermi nel meeting di giugno, in modo tale da permettere all’istituto centrale USA di valutare gli effetti dei precedenti rialzi e le prospettive dell’inflazione. Tuttavia, per Kashkari la lotta all’aumento dei prezzi non è finita. In un successivo intervento alla CNBC, l’esponente della Federal Reserve ha aggiunto che l’inflazione sui servizi è fortemente radicata e che i tassi potrebbero essere diretti verso il 6% per riportare i prezzi al 2%. Kashkari ha anche dichiarato che non ci sono prove che le tensioni sul comparto bancario abbiano avuto un impatto dimostrabile sulla disponibilità del credito e ha comunque che le autorità di regolamentazione dovrebbero imporre maggiori requisiti patrimoniali alle banche.
  • James Bullard, Governatore della Fed di St. Louis, ha detto che la Federal Reserve potrebbe dover alzare i tassi di altri 50 punti base nel 2023. Il rischio è che l’inflazione non si inverta e non si abbassi: con un mercato del lavoro così buono, “è un ottimo momento per lasciarci alle spalle questo problema e non riprodurre gli anni ‘70”. Bullard si aspetta una crescita lenta fino al 2024, con le probabilità di recessione che sono sopravvalutate.
  • Mary Daly, Presidente della Fed di San Francisco, ha detto che è difficile pensare che la Fed riesca a riportare sotto controllo l’inflazione senza causare un aumento della disoccupazione. Per Daly è ancora presto per capire quali saranno le mosse da intraprendere a giugno e si dovrà essere dipendenti dai dati. Per quanto riguarda le tensioni sul settore bancario, queste potrebbero equivalere a uno o due aumenti dei tassi.
  • Raphael Bostic, Presidente della Fed di Atlanta, ha detto di essere a suo agio nell’aspettare un po’ prima di prendere ulteriori decisioni sul rialzo dei tassi, in modo tale da capire come evolve la situazione economica. In un altro intervento Thomas Barkin, Governatore della Fed di Richmond, ha affermato di essere in attesa che l’inflazione sia in costante declino.
  • Christopher Waller, esponente del board della Fed, ha detto che una pausa nel percorso di aumento dei tassi è possibile ma non è probabile una fine degli incrementi. Waller non è favorevole a stoppare gli incrementi del costo del denaro fino a che non vi saranno chiare evidenze che l’inflazione stia tornando al 2%. A luglio potrebbe essere possibile un nuovo incremento, sempre a seconda dei dati in arrivo. Per il funzionario della Federal Reserve, saranno particolarmente critiche le prossime due misurazioni sull’indice dei prezzi al consumo, sul mercato del lavoro e sui salari, oltre alle condizioni di credito.
  • Dai verbali dell’ultimo meeting della Fed è emerso come i funzionari si siano trovati generalmente d’accordo sul fatto che i prossimi incrementi dei tassi siano meno certi, con alcuni di questi che hanno affermato che l’ultimo incremento approvato possa concludere il ciclo di aumenti e altri che sono stati più favorevoli a mantenere aperte tutte le opzioni. Le minutes hanno evidenziato che i partecipanti al meeting hanno ribadito l’importanza di comunicare al pubblico la dipendenza dai dati e che è fondamentale non trasmettere la probabilità di tagli dei tassi o la fine del ciclo di aumenti. Inoltre, i responsabili di politica monetaria hanno visto prove che le mosse dell’anno scorso stiano iniziando ad avere l’effetto desiderato e quasi tutti i componenti del board vedono rischi per la crescita economica per via delle tensioni sul settore bancario. Quasi tutti vedono rischi al rialzo sull’inflazione.
  • La Presidente della Fed di Boston, Susan Collins, si è detta favorevole alla pausa nel percorso di aumento dei tassi, con alcuni promettenti segnali di moderazione dell’inflazione. In questo modo, si potrebbe quindi valutare l’impatto delle precedenti decisioni sull’economia. Collins ha affermato che il rallentamento dell’inflazione è stato più lento del previsto e si aspetta che la Federal Reserve riesca a riportare l’indice dei prezzi al consumo verso il target senza causare un peggioramento significativo dell’economia, anche se non sarebbe sorpresa da un aumento della disoccupazione.
  • Thomas Barkin, Presidente della Fed di Richmond ha evidenziato che la domanda si sta “decisamente raffreddando”, in parte per via della sua eccessiva stimolazione nel corso della pandemia e per i rialzi della Fed. Tuttavia, alcune aziende continuano a dire che necessitano di alzare i prezzi. Barkin ha detto che il mercato del lavoro è piuttosto rigido e che i dati sulla produttività si stanno muovendo nella direzione sbagliata, anche se non si conoscono gli impatti del Covid su assunzioni e forza lavoro. In ogni caso, l’esponente del board della Fed ha affermato che l’istituto è in una fase di “test & learn” per capire come il rallentamento della domanda abbassa l’inflazione.
  • Loretta Mester, Presidente della Fed di Cleveland, ha detto che gli ultimi dati sull’inflazione sono stati deludenti, mentre non è ancora sicura su cosa farà l’istituto a giugno. Per Mester, la strada da fare è comunque molta per riportare l’inflazione al target. L’esponente della Fed ha dichiarato anche di voler arrivare ad un tasso tale per cui le probabilità di una mossa al ribasso e quella al ribasso sia equamente ponderata.

Altre news finanziarie ed economiche

  • A maggio gli HCOB manifatturieri dell’Eurozona (misurazione preliminare) si sono attestati a 44,6 punti, sotto le stime Reuters a 46 punti e al precedente 45,8 punti. Si tratta del valore più basso da maggio 2020. Il dato sui servizi è stato pari a 55,9 punti (attese a 55,6 punti, precedente 56,2 punti), mentre quello composito a 53,3 punti (stime a 53,5 punti, 54,1 punti ad aprile).
  • Gli S&P Global manifatturieri di maggio (preliminari) si sono attestati a 48,5 punti, sotto le stime Reuters di 50 punti e il precedente 50,2. Il dato sui servizi è stato pari a 55,1 punti, oltre il consensus 52,6 punti e i 53,6 di aprile. Quest’ultima misurazione è ai livelli più alti da aprile 2022.
  • Ad aprile l’inflazione inglese è scesa dal 10,1% di marzo all’8,7% a/a, rimanendo comunque al di sopra delle attese Reuters all’8,2%. La misurazione core, depurata degli elementi più volatili, si è attestata al 6,8%, oltre le stime e il precedente 6,2%.
  • Janet Yellen, Segretario al Tesoro USA, ha confermato che l’inizio di giugno sarà il periodo in cui gli USA termineranno le loro risorse se il tetto al debito non venisse alzato. Per Yellen, se non fosse trovato un accordo il Tesoro e Biden dovranno compiere scelte difficili
  • Nel 1° trimestre del 2023, il PIL tedesco ha registrato una contrazione dello 0,3% a/a, sotto lo 0% atteso da Reuters. Dopo il -0,5% del 4° trimestre 2023, questo segna l’avvio di una recessione tecnica per la prima economia dell’Eurozona (segnalata da due trimestri consecutivi con crescita negativa).
  • Il PCE core di aprile si è attestato al 4,7%, oltre le attese Reuters al 4,6%. Nello stesso periodo, i consumi personali sono cresciuti dello 0,8% (attese allo 0,4%), mentre i redditi hanno segnato un +0,4% (in linea con il consensus). La pressione sulla Fed rimane elevata, in quanto domanda e inflazione restano sostenute.
  • Per il FMI i tassi negli USA dovranno restare più alti per più tempo per abbassare l’inflazione, mentre il Governo deve inasprire la politica fiscale per ridurre il debito. Il Fondo Monetario Internazionale si aspetta che la crescita statunitense nel 2023 sia dell’1,7% (meglio del precedente 1,6%), mentre i tassi dovrebbero raggiungere un picco al 5,4% quest’anno e una flessione al 4,9% nel 2024. L’indice dei prezzi al consumo dovrebbe invece restare sopra il 2% per il 2023 e il 2024.

Le trimestrali della settimana

Trimestrale NVIDIA

  • Ricavi: 7,192 miliardi di dollari, attese a 6,521 miliardi (dati Refinitiv)
  • EPS: 1,09 dollari, stime a 0,92 dollari (dati Refinitiv)
  • EBITDA: 3,436 miliardi di dollari, consensus a 2,896 miliardi (dati Refinitiv)
  • Ricavi segmento automotive: 296 milioni di dollari, stime a 294,15 milioni (dati Refinitiv)
  • Ricavi segmento datacenter: 4,284 miliardi di dollari, stime a 3,84 miliardi (dati Refinitiv)
  • Ricavi segmento gaming: 2,24 miliardi di dollari, stime a 2,121 miliardi (dati Refinitiv)
  • Ricavi segmento oem e IP: 77 milioni di dollari, stime a 102,72 milioni (dati Refinitiv)
  • Ricavi segmento Professional Visualization: 295 milioni di dollari, stime a 280,43 milioni (dati Refinitiv)
  • Il fondatore e AD del gruppo, Jensen Huang, ha comunicato che l’industria dei computer sta attraversando due transizioni: l’accelerated computing e l’IA generativa
  • Huang ha detto a Reuters che la piena produzione dei chip di intelligenza artificiale è cominciata già ad agosto 2022 e ciò ha permesso alla compagnia di avere una riserva di forniture durante l’esplosione di popolarità dei servizi come ChatGPT. Per la seconda metà del 2023, l’azienda si è “procurata una fornitura sostanzialmente maggiore”
  • Per il 2° trimestre, NVIDIA si attende ricavi di circa 11 miliardi di dollari (+/- 2%), spese operative di 2,71 miliardi di dollari e un margine lordo al 68,6%. Il fatturato previsto è ben superiore rispetto agli 8,285 miliardi attesi da Refinitiv

Trimestrale ASSICURAZIONI GENERALI

  • EPS: 0,8 euro su 0,57 euro attesi (dati Refinitiv)
  • Premi lordi: 22,163 miliardi di euro (+1,3% a/a) grazie soprattutto al +10,1% del ramo Danni
  • Il Combined ratio si è attestato a 1,82 miliardi di euro (+22,1% a/a)
  • Solvency Ratio: 227%, oltre il 221% di fine 2022
  • Asset Under Management: 631,3 miliardi di euro, il 2,6% in più rispetto a fine 2022
  • Il gruppo si aspetta ulteriori aggiustamenti tariffari per via dell’inflazione. Nel periodo 2022-2024 l’obiettivo è quello di una crescita degli EPS tra il 6% e l’8%, flussi di cassa netti di oltre 8,5 miliardi di euro e distribuzione di dividendi tra 5,2 e 5,6 miliardi di euro

Trimestrale COSTCO

  • Ricavi: 53,648 miliardi di dollari contro previsioni a 54,567 miliardi (dati Refinitiv)
  • EPS: 2,93 dollari, stime a 3,29 dollari (dati Refinitiv)
  • EBIT: 1,679 miliardi di dollari, consensus a 1,92 miliardi (dati Refinitiv)
  • Le membership fees si sono attestate a 1,044 miliardi di dollari, oltre i 984 milioni dello stesso periodo del 2022

Condividi su

Informazioni sull'autore

Ti è piaciuto l'articolo ?

Non perderti neanche un contenuto, iscriviti subito alla newsletter gratuita di FreeFinance!

ISCRIVITI SUBITO