31 gennaio 2021
Il 2021 chiude il mese di gennaio in maniera contrastata: bene il petrolio (Wti +7,6%), gli indici a basse capitalizzazioni (S&P Small Cap 600 +6,2%, e Russel 2000 +5%), invariati i grandi tecnologici (Nasdaq 100 +0,3%), leggermente in sofferenza gli altri indici USA più importanti (S&P 500 -1,1%, Dow Jones -2%), così come l’Europa (Dax -2,1%, Cac 40 -2,7%, Ftse Mib -3% e Ibex a -3,9%).
Alla mancanza di fiducia su una risoluzione a breve termine dell’emergenza Covid-19 che può portare a ritardare alla seconda metà dell’anno il rimbalzo del Pil, si sono aggiunte altre considerazioni di natura tecnica: il balzo del VIX Index, che in chiusura di mese si porta oltre i 33 punti, denuncia come l’abuso della leva finanziaria, ottimo propellente per i rialzi, possa trasformare una bella giornata dal cielo azzurro in una tempesta pericolosa: i cambi repentini d’umore intravisti sui mercati azionari durante l’ultima ottava, senza un’apparente giustificazione, sono un campanello d’allarme da tenere in considerazione.
Personalmente ritengo che nei prossimi giorni non ci siano particolari rischi di crolli, perché, sebbene possa apparire paradossale, la situazione emergenziale ed incerta in cui ci troviamo incentiva le dinamiche ultra-espansive delle Banche centrali e le azioni di politica fiscale dei governi. Sono inoltre convinto che la crescita arriverà e sarà anche sostenuta, sarà sopra le stime, anche se bisognerà attendere almeno il terzo trimestre e, benché possa apparire ancor più paradossale, sarà primavera il periodo al quale dovremo porre la maggior attenzione per le scelte d’investimento.
Un inevitabile allentamento delle restrizioni anti-pandemia rilancerà la fiducia e quindi la domanda, liberando per i consumi le risorse accumulate in questi mesi col risparmio “forzato” e il recupero di PIL potrebbe poi proseguire se l’aumento dei vaccinati continuasse a far calare i contagi. L’aumento della domanda aggregata e la conseguente ripresa degli investimenti da parte delle imprese, insieme alla spesa pubblica che già da tempo sta sostenendo attraverso i sussidi quella gran parte d’economia bloccata dalle restrizioni, potrebbero essere un cocktail micidiale per un’impennata dei prezzi dei beni di consumo.
Più difficile invece capire quale sarà l’atteggiamento che durante la ripresa avranno le Banche centrali, dalle cui scelte dipenderà il fluttuare dei valori degli asset finanziari.
Il mio impegno sarà monitorare settimanalmente le situazioni sopra descritte, per poi informare i lettori sui miei punti di vista circa eventuali opportunità sui mercati.
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