Smart Bank commissariata: cosa succede ai certificati di Smart ETN?

Negli ultimi giorni molti investitori sono stati scossi da recenti avvenimenti che hanno interessato Cirdan su diversi fronti: dalla banca commerciale, Smart Bank, agli emittenti di Certificati Smart ETN e Aldburg Public.
In questo articolo ripercorriamo quanto è successo, analizzando tutte le informazioni che abbiamo a disposizione e proviamo ad ipotizzare scenari positivi e negativi come esito di questa vicenda al fine di fornirvi un quadro più completo possibile. 
Tali scenari potrebbero rivelarsi privi di fondamento ma, data la mancanza di informazioni, è importante analizzare ogni scenario anche se altamente improbabile, così da essere il più preparati possibile a prendere le proprie decisioni di investimento. Vi invito a segnalarmi il vostro punto di vista e ulteriori scenari che ritenete probabili così da poter condividere con tutti un quadro il più completo possibile.

Ci tengo a ricordare che in questi casi è importante essere lucidi e non prendere decisioni emotive, valutando attentamente tutte le informazioni a disposizione. Il panico o l’euforia sono sempre da evitare e anche in questo caso andrebbe adottato il nostro famoso “approccio della tartaruga”.

Smart Bank: una piccola banca con un solo anno di attività

Smart Bank è una banca di investimento digitale del mondo “Cirdan” nata nel 2022 dalle “ceneri” di Banca del Sud. Nel primo anno di attività ha raccolto 300 milioni di depositi e circa 5mila clienti, secondo Forbes. Non si tratta di una grande banca: nel 2022 gli attivi erano di circa 47,4 milioni di euro.
La banca è sempre stata molto aggressiva nei rendimenti: a metà dicembre, ad esempio, aveva presentato i nuovi conti deposito Futuro che remuneravano fino al 7% (con scadenza 20 anni e interesse pagato a scadenza), raccogliendo l’interesse degli investitori. D’altronde la raccolta è stata possibile proprio grazie a questi alti rendimenti e alla garanzia dei depositi da parte del FITD: il depositante sapeva che non metteva a rischio i suoi risparmi depositando sotto i 100mila euro ma che poteva beneficiare di alti rendimenti e questo ha permesso alla banca di crescere.
 

Il commissariamento di Smart Bank da parte di Banca d’Italia

Il 21 dicembre Banca d’Italia ha disposto lo scioglimento degli Organi con funzioni di amministrazione e controllo di Cirdan Group S.p.A. e Smart Bank S.p.A. e ha nominato commissari straordinari. Non sono note al momento le ragioni per cui è stata disposta questa azione. Per maggiori dettagli sul provvedimento rimandiamo al sito di Banca d’Italia.

L’amministrazione straordinaria può durare fino ad un anno ai sensi del TUB e viene disposta quando “risultano gravi violazioni di disposizioni legislative, regolamentari o statutarie o gravi irregolarità nell’amministrazione ovvero quando il deterioramento della situazione della banca o del gruppo bancario sia particolarmente significativo” oppure “sono previste gravi perdite del patrimonio”.
Generalmente queste azioni da parte di Banca d’Italia non vengono attivate se non c’è una certa gravità nella violazione ma non essendo a conoscenza della violazione non sappiamo neanche darne un giudizio.

È importante notare che il commissariamento è diverso dal default e consiste in un procedimento attraverso il quale si vuole proteggere l’integrità di un istituto di credito in caso di gravi irregolarità nella gestione.
Dunque non è una notizia positiva ma non va letta come un default: la banca continua ad operare come prima solo che viene guidata da commissari straordinari.
In realtà non c’è comunque alcun problema per i piccoli correntisti anche in caso di default della banca: il conto deposito è garantito fino a 100mila euro dal Fondo Interbancario di tutela dei Depositi.
 

Cosa succede ai certificati di Cirdan?

È importante notare che il commissariamento di Smart Bank non riguarda l’emittente Smart ETN. Come si legge nel comunicato dell'emittente “Cirdan Capital Management Ltd e SmartETN PLC in quanto entità separate da Cirdan Group S.p.A. e Smart Bank S.p.A. non sono soggette a tale provvedimento e pertanto la loro operatività procede regolarmente”.

In effetti è doveroso notare che l’universo Cirdan è composto da più società e ai nostri fini le società da guardare sono:
  • Smart Bank S.p.A., la banca commerciale con sede in Italia, controllata da Cirdan Group S.p.A.;
  • Cirdan Group S.p.A., la capogruppo italiana, che controlla Smart Bank S.p.A.;
  • Smart ETN PLC, emittente di certificati basata a Dublino;
  • Cirdan Capital Management Ltd, il garante dei certificati basato in Inghilterra;
  • Cirdan International Inc., basata a Delaware negli USA, che controlla Smart ETN PLC e Cirdan Capital Management Ltd.
 

Il cambiamento nella compagine azionaria di Cirdan favorisce gli investitori in certificati

In realtà Cirdan Capital Management Ltd, il garante dei certificati, era detenuta da Cirdan Group S.p.A. fino a qualche giorno prima del provvedimento: il 6 dicembre la società USA (Cirdan International) ha avviato le procedure per l’acquisto delle azioni della garante dalla capogruppo italiana, tramite uno Share Purchase Agreement. Il trasferimento si è concluso il 20 dicembre, un giorno prima del provvedimento di Banca di Italia, dopo essere stato approvato il 15 dicembre dalla FCA (l’autorità UK). Tutte queste informazioni sono state pubblicate in questo comunicato stampa il 26 dicembre: https://www.borsaitaliana.it/borsa/notizie/price-sensitive/287131/detail.html?lang=it.
 
Questo cambiamento nella compagine azionaria in realtà ha aiutato a ridurre il rischio sui certificati, infatti, il commissariamento riguarda anche la Cirdan Group S.p.A. che deteneva il 100% delle azioni del garante dei certificati (in tal caso questo avrebbe costituito un problema diretto sui certificati perchè la società proprietaria della garante sarebbe stata commissariata).

Grazie a questo cambiamento nella proprietà, l’emittente e il garante non sono legate da un punto di vista legale alle due società commissariate.
Dunque, da un punto di vista legale, l’azione di Banca d’Italia non riguarda le due società (emittente e garante) che sono rilevanti ai fini della stima dei rischi per gli investitori in certificati.
 

La risoluzione del contratto di Equita SIM

Se anche le società sono separate ci sono comunque state delle conseguenze inaspettate per i possessori di certificati di Smart ETN e Aldburg Public.
 
Infatti, come si legge nel comunicato sul sito di Borsa Italiana (https://www.borsaitaliana.it/borsa/notizie/teleborsa/finanza/borsa-nessun-contratto-su-strumenti-emessi-da-smartetn-e-aldburg-public-77_2023-12-27_TLB.html), il 26 dicembre Equita SIM, lo specialist (il comunemente noto “market maker”) dei prodotti di Smart ETN e Aldburg Public (altro emittente del mondo Cirdan) ha deciso unilateralmente di risolvere il contratto per lo svolgimento dell'attività di Specialist su EuroTLX e di sospendere con effetto immediato l'esecuzione del contratto. 
 
Ciò ha determinato l'impossibilità per l'emittente di quotare nuovi prodotti, di offrire liquidità su prodotti esistenti e di qualsiasi negoziazione di tali prodotti emessi da SmartETN e Aldburg Public sul mercato gestito da Borsa Italiana a partire dal 27 dicembre (infatti con le nuove Regole di Borsa, se non è presente lo specialist non è possibile negoziare i certificati).
 
Gli investitori istituzionali e professionali che avevano acquistato certificati di Cirdan già dal 27 dicembre hanno avuto la possibilità di vendere OTC le loro posizioni, così come gli investitori che avevano posizioni quotate su altri mercati (ad esempio in Germania). 
Gli investitori retail italiani invece sono rimasti bloccati e non hanno potuto negoziare i prodotti emessi da Smart ETN e Aldburg Public nel primo giorno di negoziazione dopo le feste natalizie.
 
Nella sera del 27 dicembre è stato pubblicato un nuovo comunicato stampa da parte di Cirdan che, con riferimento alla risoluzione del contratto con Equita SIM, riportava:
 
Si tratta di un'interruzione temporanea che non ha alcun impatto sui diritti degli investitori a ricevere i pagamenti relativi agli strumenti finanziari, secondo i termini e le condizioni degli strumenti finanziari stessi.
SmartETN e Cirdan Capital hanno applicato piani di emergenza e stanno discutendo attivamente con potenziali fornitori alternativi per ripristinare l'accesso alla Borsa al più presto. 
Nel frattempo, si assicura agli investitori che:
  • hanno la possibilità di vendere i loro strumenti finanziari direttamente a SmartETN su base OTC, se lo desiderano;
  • possono negoziare gli strumenti finanziari su altre borse senza limitazioni, se gli Investitori hanno accesso a tali borse;
  • di poter riprendere la negoziazione degli strumenti finanziari in Borsa non appena le soluzioni alternative saranno attivate da SmartETN e Cirdan Capital.
 
Se si è abilitati alla negoziazione OTC, in Private Placement, si possono rivendere i certificati emessi da Smart ETN e Aldburg Public. In caso contrario bisogna aspettare che si ripristino le negoziazioni su Borsa. 
 
Dunque un investitore (anche retail) che vuole vendere il certificato dovrà verificare con la banca o broker con cui opera se è abilitato alle negoziazioni OTC e se lo è può richiedere la vendita dei certificati Smart ETN in portafoglio. 
 
Tuttavia il prezzo di vendita dei certificati in Private Placement è a sconto rispetto alle quotazioni di venerdì scorso e le commissioni pagate sono sensibilmente più alte rispetto al solito: ad esempio Directa fa pagare una commissione di 9 bps con minimo 50 euro quindi se ho comprato due certificati a 1000 euro e oggi rivendo a 900 avrei un impatto delle commissioni del 2,7% contro uno 0,39% sulla commissione fissa e 0,19% sulla commissione variabile.
 

Che cosa potrebbe succedere ora?

Bisogna notare che al momento ci sono poche informazioni per poter effettivamente definire concretamente gli scenari possibili e stimarne la probabilità. 
Io personalmente penso che possano esserci scenari positivi e scenari negativi ma non saprei stimarne le probabilità di accadimento considerando la mancanza di informazioni.
Al momento non ci sono informazioni che possano far pensare ad un fallimento di Cirdan quindi il principale problema è il ripristino delle negoziazioni.

Su questo fronte, il migliore scenario si avrebbe se Equita SIM ritornasse ad essere il liquidity provider per i prodotti emessi da Smart ETN e Aldburg Public, riattivando il contratto così da permettere le negoziazioni già dai prossimi giorni. 
Mi sembra strano che il liquidity provider possa risolvere il contratto dall’oggi al domani quindi questo scenario non è totalmente da scartare. 
Inoltre anche dal Regolamento di Borsa si apprende che:

Il Market Maker e/o Specialist che intenda essere escluso dall’attività di supporto della liquidità su uno o più strumenti finanziari deve presentare richiesta con le modalità indicate nella apposita Comunicazione Tecnica.
 
Nel caso di strumenti finanziari ammessi alle negoziazioni sul Mercato EuroTLX da più di 6 mesi e sui quali non sono stati eseguiti contratti negli ultimi 6 mesi, l’esclusione sarà concessa entro il terzo Giorno di mercato aperto successivo al giorno di presentazione della richiesta; fino alla data di esclusione il Market Maker e/o Specialist è tenuto a proseguire la propria attività di supporto della liquidità.
 
Borsa Italiana, nell’esame della richiesta di esclusione e salvo che non ricorrano i presupposti previsti al comma 4, fa principalmente riferimento:
 a) alla permanenza delle condizioni di liquidità che garantiscono un regolare svolgimento delle contrattazioni sugli specifici strumenti finanziari; 
b)  alla presenza di altri Market Maker e/o Specialist che supportino la liquidità sugli specifici strumenti finanziari; 
c)  alla possibilità di negoziare su altre Sedi di negoziazione gli specifici strumenti finanziari; 
d)  al numero di contratti eseguiti sul Mercato EuroTLX aventi ad oggetto gli  specifici strumenti finanziari; 
e)  a quanto specificato nell’apposita Comunicazione Tecnica relativa ai termini  di esclusione dall’operatività su strumenti finanziari. 
 
Borsa Italiana comunica l’esclusione e dispone, nel caso previsto dall’articolo 8.8, comma 3, la Revoca degli strumenti finanziari.
 Borsa Italiana, tenendo conto dei presupposti di cui al comma 5, può richiedere al Market Maker e/o Specialist di proseguire la propria attività di supporto della liquidità, per un periodo massimo di 3 mesi dalla data della richiesta di esclusione. 
Borsa Italiana comunica al pubblico e al Market Maker e/o Specialist richiedente che, a decorrere dalla data specificata, il Market Maker e/o Specialist è escluso dall’attività di sostegno alle negoziazioni sugli strumenti finanziari oggetto della richiesta di cui al comma 3. 
Borsa Italiana può rigettare la richiesta di esclusione qualora il periodo trascorso tra l’inizio dell’operatività sugli strumenti finanziari oggetto di richiesta di esclusione e la data della stessa risulti inferiore a 6 mesi. 
L’esclusione o il rigetto della richiesta viene comunicata entro il Giorno di mercato aperto successivo alla presentazione della domanda di esclusione nel caso ricorrano i presupposti previsti dal comma 4 ed entro 7 Giorni di mercato aperto negli altri casi. 
 
Ora la domanda è se Borsa ha approvato l’esclusione delle negoziazioni e se ha deciso di farlo per qualche motivo in particolare oppure se non ha approvato l’esclusione dalle negoziazioni e il Liquidity Provider non si sia presentato sul mercato.

Oggi Certificati e Derivati ci ha dato un’informazione utile al riguardo di questa disputa: 
In merito alla vicenda Equita SIM, soggetto dimissionario con effetto immediato dal ruolo di Liquidity Provider sui certificati SmartETN e Aldburg Public, sono in corso contatti tra le parti legali e sarà peraltro utile conoscere il parere di Borsa Italiana in merito al comportamento adottato dal LP, in conseguenza del fatto che per la modalità scelta di recedere con effetto immediato gli unici ad aver subito un danno finora sono stati gli investitori.
 
Dunque forse le parti potrebbero riuscire a trovare un accordo o Borsa potrebbe “forzare la mano” per proteggere gli investitori che in questa storia sono la parte lesa.

Un altro scenario positivo si avrebbe anche se Cirdan trovasse un nuovo liquidity provider in tempi brevi: in tal caso gli investitori potrebbero tornare a negoziare i certificati emessi da Smart ETN e Aldburg Public, decidendo se rivenderli o tenerli in portafoglio. Questo scenario non penso avrebbe un costo basso per gli investitori: il nuovo liquidity provider dovrebbe subentrare in una situazione di emergenza e avrebbe quindi la possibilità di negoziare condizioni più favorevoli per la sua attività, garantendo magari i suoi servizi con spread maggiori (e purtroppo gli spread massimi di Borsa lasciano spazio a questa eventualità). Inoltre più tempo passa, maggiore sarà la pressione di vendita da parte degli investitori e maggiore potrebbe essere lo sconto di prezzo applicato dall’emittente. In effetti in passato Smart ETN tendeva a mostrare prezzi molto a sconto quando si verificavano forti pressioni di vendita quindi il rischio che questo fenomeno si verifichi in questo caso è elevato.
Inoltre, come riporta anche Certificati e Derivati, allo stato attuale la ricerca di un nuovo liquidity provider potrebbe richiedere settimane di tempo e potrebbe anche non portare a un risultato positivo.

Uno scenario intermedio si avrebbe se Cirdan non trovasse un nuovo liquidity provider ma Borsa Italiana gli consentisse di non dover rimborsare i prodotti, facendoli arrivare a scadenza. In tal caso gli investitori non potrebbero negoziare i certificati sul mercato (ma solo OTC) ma si vedrebbero riconosciute cedole e rimborso del capitale secondo le condizioni contrattuali. Non ritengo che questo scenario sia molto probabile considerando che Borsa è sempre stata molto motivata a garantire le negoziazioni ma forse per gli investitori questo sarebbe il “male minore” in questo scenario e speriamo che Borsa possa essere più flessibile considerando la straordinarietà degli eventi.
Tecnicamente dal Regolamento di Borsa la sospensione di uno strumento può durare fino ad un massimo di 6 mesi (oltre questo lasso di tempo si avrebbe una revoca dalle negoziazioni).

Uno scenario negativo si avrebbe invece se Cirdan non trovasse un nuovo liquidity provider e fosse costretta al rimborso anticipato e straordinario di tutti i certificati quotati. L’estinzione straordinaria implica che i certificati sarebbero rimborsati ad un valore determinato da Cirdan stessa che è il Calculation Agent dei certificati. Questo valore potrebbe essere vicino al prezzo mid del giorno del rimborso anticipato e quindi sfavorevole per molti investitori dato che molti certificati sono in forte sconto rispetto al prezzo “fair”, oppure, come fatto in passato da altri emittenti, il prezzo di rimborso potrebbe anticipare il valore a scadenza andando ad avere un impatto positivo per l’investitore. Questa sarà tuttavia una scelta del Calculation Agent.

Un ultimo scenario (che al momento comunque non possiamo escludere) è che anche altri partner di Cirdan inizino a risolvere i loro contratti, rendendo di fatto impossibile per Cirdan ripristinare l’operatività. In tal caso la società potrebbe subire una forte pressione di vendita e forti perdite. 

Che cosa succederebbe in caso di fallimento di Cirdan?

Continuo a ripetere che al momento non abbiamo informazioni che ci facciano pensare ad un default, tuttavia, a mio parere è sempre bene ipotizzare anche gli scenari più negativi e capire cosa accadrebbe per prendere decisioni ben informati.

Innanzitutto, si avrebbe un default solo se l’emittente non paga le cedole o i rimborsi (ci sono alcune condizioni come l’inadempienza sul pagamento del capitale per più di 14 giorni o l’inadempienza sul pagamento degli interessi per più di 30 giorni etc.). Dunque è di fondamentale importanza monitorare che nei prossimi giorni il pagamento di cedole e rimborsi avvenga in modo ordinato.
 
In particolare riporto il paragrafo tratto dal Prospetto di Base di Smart ETN che definisce il default (tradotto in italiano e semplificato):
 
Ai sensi delle Condizioni Generali, se:
(1) l'Emittente sia inadempiente per un periodo superiore a 14 giorni di calendario nel pagamento del capitale (incluso qualsiasi Importo periodico) dovuto in relazione a uno qualsiasi dei Certificati o 30 giorni o più nel pagamento di qualsiasi interesse o altro importo dovuto in relazione ai Certificati;
(2) l'Emittente o il Garante non adempie o non rispetta uno o più dei suoi obblighi di mancato pagamento, e l'inadempimento si protrae per più di 60 giorni dalla notifica di tale inadempimento da parte degli investitori dei suddetti Certificati;
(3) sia stato emesso un ordine da parte di un tribunale competente o sia stata adottata una risoluzione per la liquidazione o lo scioglimento dell'Emittente o del Garante;
(4) venga nominato un esaminatore in relazione all'Emittente o al Garante;
(5) la Garanzia dei Certificati cessa di esistere, o il Garante dichiara di non essere in pieno vigore ed effetto;
 
allora il titolare di un Certificato può dichiarare tale Certificato, mediante comunicazione scritta all'Emittente, immediatamente scaduto ed esigibile. In tal caso lo stesso diventerà immediatamente esigibile al suo Importo di Rimborso Anticipato fino alla data di rimborso.
 
In caso di fallimento del garante dei certificati, l’investitore in certificati è come se avesse un’obbligazione senior senza garanzia. Il valore del suo credito nei confronti dell’emittente sarà pari all’importo di rimborso anticipato.
Al momento, come riporta anche Certificati e Derivati che sta controllando i flussi di cedole e rimborsi giornalmente, non ci sono problemi e i pagamenti avvengono in tempo, come previsto dai Final Terms.
 

Alcune considerazioni: il rischio emittente

Penso di aver stressato in ogni webinar, articolo, messaggio e canale social l’importanza del tenere in considerazione il rischio emittente nelle proprie scelte di investimento.
La frase “nessun emittente è mai fallito” ripetuta spesso dagli investitori meno esperti poteva indurre gli investitori a pensare di prestare poca attenzione al rischio emittente e che questo rischio fosse più “virtuale” che “reale”. 
Tuttavia questa frase in realtà è stata smentita a marzo quando abbiamo visto il (quasi) fallimento di Credit Suisse (che se non fosse stata salvata da UBS sarebbe fallita). 
Da quel momento sono stata ancora più attenta al rischio emittente, evitando di acquistare certificati di emittenti investment grade con maggiore rischio di credito a meno di forti “occasioni” ed evitando alcuni emittenti con forte esposizione sui derivati che vengono evitati dagli investitori istituzionali più sensibili al rischio emittente. Questa è una scelta personale che delle volte ha un costo perché magari devo rinunciare a rendimenti leggermente più alti ma mi rende più tranquilla anche perché io preferisco investire su strumenti con più alto rischio di mercato che rischio emittente. Inoltre come ho fatto notare più volte negli ultimi mesi, non conviene prendere un alto rischio emittente (né sui certificati né sui bond) perché non è ben remunerato in questa fase di mercato (sarà più ben remunerato in fase di taglio tassi e recessione).

Molti investitori hanno notato che sono stata tra gli investitori più sensibili al rischio emittente e con il senno di poi non sbagliavo ad esserlo. Nel nostro gruppo Facebook in effetti un investitore ha fatto notare la forte attenzione che abbiamo sempre posto su questo aspetto (e colgo l’occasione per ringraziarlo per i complimenti):


Infatti nei miei webinar ho sempre sottolineato che bisogna acquistare i certificati più competitivi considerando il rischio emittente: se un certificato di un emittente rischioso rende più o meno come quello di un emittente non rischioso non vale la pena comprarlo. Con questa vicenda sicuramente il concetto che stressavo in quasi tutti i webinar dedicati all’analisi dei Certificati è (purtroppo) diventato concreto.

Vediamo quindi alcune domande poste dagli investitori che possono aiutare nell’operatività delle prossime settimane o mesi.

Ha senso comprare certificati di emittenti che utilizzano Equita SIM come specialist?

Come riporta anche Certificati e Derivati, allo stato attuale Equita SIM svolge attività di specialist liquidity provider anche per i certificati emessi da Barclays, Leonteq e Citigroup.
Per rispondere a questa domanda dobbiamo considerare che Equita ha risolto il contratto con Smart ETN in uno scenario di stress dell’emittente. Sicuramente sulla risoluzione pesa la qualità dell’emittente: se l’emittente è una banca grande e capitalizzata (come Barclays o Citi) è più difficile che si prenda una decisione del genere anche in uno scenario di stress. Detto questo bisogna valutare qual è la probabilità che si verifichi uno scenario di stress di questo tipo e per gli emittenti suddetti è praticamente zero. È doveroso notare che il rating e anche il rischio di credito tra gli emittenti citati è diverso: 
-   A+ (S&P’s), A1 (Moody’s), A+ (Fitch) per Barclays, 
-   BBB+(S&P’s), A3 (Moody’s), A (Fitch) per Citigroup e 
-   BBB- (Fitch) per Leonteq
-   No Rating per SmartETN
In sintesi, non vedo alcun motivo finanziario per smettere di negoziare Certificati che utilizzano Equita SIM come specialist.
 

Ha senso vendere in modo preventivo anche certificati di emittenti con più basso rating?

Direi che dipende dall’ottica con cui si sono acquistati questi certificati.
Se fino ad ora si è operato senza considerare il rischio emittente, allora forse è necessario rivalutare il portafoglio per capire se i certificati remunerano correttamente il rischio mercato e il rischio emittente ed eventualmente effettuare degli switch to improve, riducendo il rischio.
Se invece il rischio emittente era stato valutato fin dall’inizio non ha alcun senso vendere, a parità di condizioni, perché quanto accaduto a Cirdan non ha ripercussioni sugli altri emittenti.
 

Secondo te conviene vendere OTC o conviene tenere e aspettare?

Al momento la maggior parte degli investitori che hanno deciso o valutato la vendita in Private Placement (OTC) mi riportano che in media i prezzi di vendita sono in sconto di circa 10 monetine rispetto al prezzo di chiusura di venerdì, sui certificati dove non ci sono stati movimenti significativi dei sottostanti. Dunque se avevo un prezzo di un certificato a 1000 euro venerdì scorso oggi lo rivendo a circa 900 euro OTC.
La scelta se vendere o meno dipende dal certificato e dalla propensione al rischio dell’investitore. In questi casi gli investitori istituzionali vendono sopportando la perdita tuttavia c’è da notare che più piccole sono le posizioni maggiore sarà l’incidenza dei costi di negoziazione. Ad esempio se ho acquistato un unico certificato e devo pagare 50 euro di negoziazione andrò a perdere il 15% da questa vendita quindi devo essere convinto della decisione.
Non è sicuramente facile prendere una decisione di questo tipo perché le informazioni a disposizione per farlo non sono tante.

Riporto il ragionamento che ho fatto sul primo e unico prodotto che ho in portafoglio di Smart ETN, il IT0006751199, un ex-maxi su Beyond Meat acquistato, in dosi omeopatiche dato il rischio emittente e di mercato, come switch di una posizione in forte perdita.
Ho acquistato il Certificato l’11 gennaio a 409,80 su cui ho ricevuto 175 euro di premio. Quindi il mio PMC è di 234,8 euro. 
Qui riporto l’operazione in cui avevo segnalato la presenza di un alto rischio emittente che in questo caso però era ben remunerata dal forte sconto di prezzo.

 
Venerdì scorso il certificato si vendeva a circa 200 euro, prezzo estremamente basso considerando che ai valori attuali il certificato rimborserebbe 392 euro in meno di 2 anni (rendimento sul prezzo di vendita: +196% in circa 2 anni ossia +98,5% annualizzato). Dunque, non ha senso rivendere il certificato se si riaprissero le negoziazioni, così come non ha senso rivenderlo OTC a un prezzo ancora più in sconto con costi di negoziazione esorbitanti. 
Non ha neanche senso rivenderlo se ci si attende un default perché in caso di default il valore per cui sarei creditore sarebbe di 1350 euro (valore di rimborso al prossimo autocall) quindi per riavere indietro i 200 euro di valore attuale basterebbe che mi venisse rimborsato il 14,8% del valore del credito. Dunque, nel mio specifico caso, non ha senso finanziariamente muoversi.

Sicuramente il mio ragionamento è di difficile applicazione per quelle posizioni con basso rischio di mercato, comprate sulla pari o comunque a prezzi alti e che hanno un peso rilevante in portafoglio. Nel mio caso la posizione è ultra aggressiva, con PMC bassissimo e basso peso in portafoglio.
 

Ho un portafoglio sovrappesato su emittenti rischiosi, mi conviene vendere delle posizioni?

Parto dalla premessa che sul mio portafoglio personale io non diversifico molto l’emittente perché do priorità al rischio di mercato quindi tendo a sovrappesare gli emittenti con strumenti più competitivi, focalizzandomi solo su emittenti a basso rischio di credito. Questa è una mia scelta personale e prendo questo rischio consapevolmente.
Chi ha seguito anche il corso sulle obbligazioni sa che preferisco diversificare un po' meno l’emittente ma concentrarmi solo su emittenti sani e con bassissimo rischio di default.
Tuttavia sono fortemente contraria a sovrappesare emittenti ad alto rischio: il portafoglio sarebbe troppo sbilanciato sul rischio e il rendimento extra spesso non vale la pena. Per questo se si avesse un portafoglio sovrappesato su emittenti rischiosi a mio parere andrebbe rivisto, analizzando quali posizioni è possibile sostituire per ridurre il rischio emittente senza rinunciare al rendimento.
Ma c’è anche da dire che il ragionamento di cui sopra l’ho sempre fatto e lo farei a prescindere dalla vicenda SmartETN.
Aggiungo che generalmente gli emittenti più rischiosi non sono estremamente competitivi su tutti i sottostanti quindi per chi applica una corretta diversificazione per sottostante non c’è alcun beneficio a sovrappesare emittenti ad alto rischio.

Come posso negoziare i certificati Smart ETN OTC?

Cirdan ci è venuta in aiuto con un comunicato stampa proprio oggi, che riporto di seguito:

Caro investitore,
 
A seguito dell'imprevista e temporanea interruzione della negoziazione degli strumenti finanziari sulla Borsa Italiana ("Exchange"), come già spiegato nei nostri comunicati stampa precedenti, ci impegniamo a soddisfare la volontá degli investitori idonei di negoziare i loro strumenti finanziari in modalità OTC fino a quando la problematica attuale sarà risolta.
 
Per poter negoziare in modalità OTC, gli investitori devono compiere le seguenti azioni:
 
  • Istruire le proprie banche o intermediari con i propri ordini di negoziazione OTC degli strumenti finanziari.
  • Istruire le proprie banche o intermediari di contattare direttamente SmartETN all'indirizzo email indicato di seguito, fornendo i dettagli della negoziazione OTC.
  • Verificare l’esecuzione degli ordini nei tempi previsti contattando le proprie banche o intermediari

Dettagli di contatto per le negoziazioni OTC (SOLO per le banche o intermediari)
Email: OTC@cirdancapital.com

Anche Certificati e Derivati ci ha offerto oggi maggiori informazioni sulla negoziazione OTC:

“Da poco concluso il primo trade OTC su Directa, maggiormente reattiva sin dal primo momento. Attenzione tuttavia ad essere consapevoli che l’intermediario potrebbe richiedere il consenso di una vendita al meglio per aggregare più ordini , con la conseguenza che il prezzo di vendita potrebbe discostare anche di diversi punti percentuali dall’ultimo market value. In ogni caso il prezzo di vendita verrà comunicato da Cirdan e si è attestato mediamente tra 5 e 10% al di sotto degli ultimi prezzi in book. Le commissioni di vendita applicate saranno certamente maggiori di quelle ordinarie, trattandosi di un’operazione manuale.
 
A tal proposito si ricorda che per procedere con la vendita OTC, è l’investitore che deve contattare il proprio intermediario, chiedendo di poter vendere con questa modalità. L’intermediario a quel punto dovrà contattare Cirdan Capital e o in maniera diretta o tramite una terza parte ( vedasi Bond Partners) si procederà alla conclusione del contratto. L’investitore dovrà essere a conoscenza dei costi e del prezzo di possibile esecuzione e la vendita può essere richiesta per qualsiasi codice ISIN quotato da SmartETN. Si tenga altresì presente che la richiesta di vendita inviata a Cirdan dovrà successivamente coinvolgere chi ha fornito la carta per l’emissione alla stessa ( i.e. Goldman Sachs), la quale vedendosi restituire milioni di euro in poche ore, tenderà ad abbassare ulteriormente i prezzi per l’esigenza di dover smontare ingenti coperture. In conclusione, per chi ritiene di voler vendere il prima possibile, la strada dell’OTC è l’unica praticabile ed è stata già seguita per diversi milioni di controvalore ma attenzione perché non si concluderà per l’investitore con le modalità e prezzi che avrebbe ottenuto sul book in regolare contrattazione. Per quanto a nostra conoscenza, Directa è tra i maggiori broker quella più attiva e disposta ad operare OTC: per chi fosse cliente di intermediari reticenti ad operare OTC, è sempre possibile valutare l’apertura di un conto in Directa e trasferire i titoli.

In conclusione

La situazione è molto complessa e vi suggerisco di informarvi solo da fonti ufficiali. Oltre al sito dell’emittente e al sito di Borsa dove vengono riportati i comunicati stampa, potete iscrivervi al canale telegram di Certificati e Derivati che è come sempre a disposizione degli investitori e sta monitorando la situazione fornendo news sempre aggiornate.
Noi continueremo a seguire gli eventi e a darvi il nostro onesto parere sia sul Canale Telegram “Cavalcare la volatilità” che sul nostro sito.

Condividi su

Informazioni sull'autore

Ti è piaciuto l'articolo ?

Non perderti neanche un contenuto, iscriviti subito alla newsletter gratuita di FreeFinance!

ISCRIVITI SUBITO