La componente energetica è stata una parte importante dell’aumento dell’inflazione in Eurozona nel 2022 e, successivamente, anche un fattore trainante della disinflazione del dato headline per via degli effetti base. In una recente ricerca, Natixis prova a ipotizzare cosa potrebbe succedere nei prossimi due anni.
Storicamente la componente energetica è stata guidata dai prezzi del petrolio, ma ultimamente un ruolo significativo è stato giocato da gas ed elettricità. Considerando il 2022 e confrontandolo con il 2021, l’inflazione delle quotazioni dell’oro nero è cresciuta del 42%, quella del gas naturale del 150% e quella dell’elettricità del 124%.
Fonte: ricerca Natixis
Nel pre-Covid, tra il 2015 e il 2019, il contributo dei prezzi dell’energia è stato moderato, se non negativo. Nel 2022 è cresciuto da 1,2 e 4 punti percentuali (1,5 punti i prodotti petroliferi raffinati, 1,2 punti il gas naturale e 1,1 punti l’elettricità).
Dal 4° trimestre del 2022, il contributo ha iniziato a contribuire gradualmente, lasciando spazio alle componenti core e alimentari.
Le stime di Natixis sui prossimi due anni vedono un prezzo medio del petrolio di 75 dollari al barile e di 11 dollari per MMBtu del gas naturale. Per l’elettricità, è stimata una quotazione media di 86,6 euro per MWh.
Fonte: ricerca Natixis
Secondo il modello costruito da Natixis, il contributo della componente energetica all’inflazione headline tra il 2024 e il 2026 varierà da 0 a 0,5 punti percentuali.
Fonte: ricerca Natixis