Per la Fed il rischio principale sarebbe quello di un no-landing, in cui i tassi arriveranno ad un livello troppo basso che verrà mantenuto per troppo tempo. A questo punto l’inflazione si riprenderà e la Banca centrale dovrà tornare ad alzare il costo del denaro prima delle attese. Steven Blitz di TS Lombard ritiene che al momento ci siano diverse crepe nell’economia statunitense.
Una view poco sentita è quella di limitare i tagli portando il costo del denaro al 4%, presupponendo che non ci sarà alcun atterraggio dell’economia e che il tasso neutrale reale sia superiore a 90 punti base. Rispetto al periodo 2012-2019 in cui il rischio era un’inflazione sotto l’obiettivo del 2%, ora il pericolo principale è quello che i prezzi tornino a crescere se i tassi venissero fissati ad un livello troppo basso.
Fonte: ricerca TS Lombard
Se da un lato ci sono dati che evidenziano un rallentamento economico, dall’altro ci sono segnali di tenuta dell’economia. Ad esempio, le importazioni sono in ripresa da inizio 2023. Questo è in controtendenza rispetto al 2007 e al 2019.
Sul fronte manifatturiero, il cargo ciclico (costruzioni escluse) è lievemente superiore al ritmo dell’anno scorso: ciò non rappresenta la traiettoria di un’economia che si sta dirigendo verso la contrazione. In generale, i dati rifiutano l’idea che gli USA siano in recessione.
Per Blitz, il rischio per la Fed è quello di rifare gli stessi errori di fine anni ’60, epoca simile a quella attuale.
Fonte: ricerca TS Lombard