Negli ultimi giorni, il focus per le materie prime (specie quelle energetiche) è stato catalizzato dalle
numerose società che hanno interrotto le spedizioni attraverso il Mar Rosso per via della paura di attacchi causati dagli Houthi in Yemen. Al momento, non sono state indicate delle tempistiche da parte delle aziende per una ripresa delle navigazioni, ma probabilmente si vorrà aspettare di vedere l’evolversi della situazione. Il corso d’acqua interessato è lo
Stretto di Bab-El-Mandeb, che si trova tra il Corno d’Africa e il Medio Oriente e che collega il Mar Rosso al Golfo di Aden e al Mar Arabico.
Fonte: ricerca Goldman Sachs
Molte delle spedizioni che passano dall’est di Suez o per l’oleodotto SUMED passano per questo punto. Goldman Sachs stima che ci sia un
totale lordo di 7 milioni di barili al giorno di petrolio che passano tramite lo Stretto: 3 milioni diretti a nord e per gran parte destinati all’Europa, gli altri 4 milioni vanno a sud e sono destinati all’Asia.
Fonte: ricerca Goldman SachsQualsiasi chiusura dello Stretto di Bab-El-Mandeb impedisce alle petroliere che partono dal Golfo Persico di passare dal Canale di Suez o raggiungere il SUMED, portandole a deviare attorno all’Africa e aumentando i tempi di transito di 15 giorni secondo Goldman Sahcs. Gli analisti ritengono che ci potrebbe essere un forte aumento delle tariffe di trasporto delle navi cisterna ma non si aspettano che un’eventuale chiusura prolungata possa avere un impatto sulla produzione petrolifera globale.
Bloomberg evidenzia comunque che le ditte di trasporto stanno aggiungendo 1 milione di dollari in più di costi e da 7 a 10 giorni in più di viaggio. Una possibile conseguenza potrebbe essere un aumento dei timespread di 3-4 dollari al barile poco dopo l’inizio dell’interruzione, seguita da una stabilità delle quotazioni e di un nuovo calo. Nel mercato dei trasporti, GS ha calcolato che un aumento dell’1% della domanda di petroliere porta ad un 5% di incremento nelle tariffe di trasporto. Ciò significa che le tariffe aumenterebbero di 1 e 4 dollari al barile a seconda che si tratti di petroliere “dirty” o “clean”. Per quanto riguarda il mercato del gas naturale liquefatto, le previsioni sono di un impatto limitato.
Uno scenario molto più negativo, anche se ritenuto improbabile, è la chiusura dello Stretto di Hormuz, che probabilmente provocherebbe un’interruzione significativa della produzione globale.
Fonte: ricerca Goldman Sachs, Bloomberg