27 aprile 2021
L’inizio della scorsa settimana aveva portato sui listini una ventata di correzione, seppur lieve, che aveva portato i listini giù di qualche punto percentuale dai massimi. Poteva essere l’inizio di un movimento più ampio, dopo mesi ininterrotti di salita ma così non è stato.
Da qualche giorno i mercati hanno dimostrato ancora una volta tutta la loro forza attuale e si sono riportati sui massimi storici o a ridosso degli stessi.
Nemmeno l’annuncio su una proposta di innalzamento della tassazione sulle rendite finanziare paventata dall’amministrazione Biden in chiusura di settimana è servita a invertire la tendenza. Dopo uno storno di circa l’1% in seguito alla diffusione della notizia, anche questa discesa è stata riassorbita.
Teniamo monitorato l’andamento degli indici, senza esposizioni troppo aggressive, rischiando di perdere qualche punto di rendimento e privilegiando dall’altro lato la protezione.
In quest’ottica si muove anche la scelta del certificato della settimana che a fronte però di un rendimento interessante, offre una buona protezione dovuta ai sottostanti e alla barriera profonda.
Il prodotto infatti è un memory cash collect di Leonteq su tre sottostanti italiani: Eni, Stellantis, Unicredit. Ovviamente, nessuno dei tre ha bisogno di presentazioni, per cui ci soffermiamo esclusivamente sui livelli di strike e barriere.
Il certificato è stato emesso a metà di questo mese e tutti e tre i titoli quotano leggermente sotto strike, il che ci permette di acquistare il prodotto a 985€. Il worst of ad oggi è Eni con un ribasso del 3,44%, quindi molto moderato.
Il flusso cedolare è pari al 3% a trimestre, per un rendimento del 12% annuo. La prima finestra di autocall è prevista a gennaio 2022, e questo permette di incassare almeno tre cedole prima dell’eventuale richiamo anticipato. In caso di autocall a gennaio con il recupero dei pochi punti percentuali che separano i titoli dagli strike, il rendimento sarebbe pari al 10,66% in nove mesi per un 14,21% annualizzato.
La barriera cedola e la barriera capitale coincidono e sono pari al 65% del valore iniziale. Ciò significa che il nostro flusso cedolare e il nostro capitale sono garantiti fino ad una perdita del 35% di uno dei tre sottostanti.
In virtù di questo, va però considerato che, mentre Stellantis è al di sopra dei livelli pre covid, gli altri due titoli quotano abbondantemente al di sotto: Eni infatti viaggiava in modo stabile sopra ai 14€ prima della crisi petrolifera di inizio 2020 mentre Unicredit quota a sconto di circa il 20%.
Considerando la combinazione di questi fattori, il certificato permette di ottenere un’adeguata remunerazione pesata sul rischio in quanto ritengo personalmente difficile vedere questi tre titoli perdere il 35% nei prossimi mesi ed ottenere un flusso cedolare del 12% è un notevole premio per questa tipologia di esposizione.
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