Inflazione: attenzione agli shock dell'offerta

La prospettiva vede quasi tutti d’accordo nel vedere un’inflazione avvicinarsi al 2% nel 2024, per poi ripartire leggermente nel 2025 forse per via del taglio dei tassi. Dario Perkins di TS Lombard evidenzia come sebbene gran parte dell’inflazione generata dal Covid sia transitoria, quanto avvenuto dopo la pandemia ha modificato la tendenza prevalente dei prezzi: si è passati da un 2% di inflazione come tetto massimo a un mondo in cui questo livello è considerabile come un floor.


Fonte: ricerca TS Lombard

In un contesto nel quale gran parte degli analisti sembra essere positiva, vale la pena chiedersi cosa potrebbe andare storto. Una recente ricerca di TS Lombard sottolinea come verso la fine del 2023 gli indici di sorpresa dell’inflazione hanno iniziato a virare in territorio negativo, con i progressi che hanno preso slancio negli USA per poi passare all’Europa e il resto del mondo. Tuttavia, un aspetto che non viene tenuto in conto quando si parla della tesi in merito alla forza della tendenza deflazionistica è l’inerzia nominale. Questo accade perché normalmente le aziende sono veloci ad aumentare i prezzi ma lente nel ridurli, sia per quanto concerne i beni che i servizi. È però possibile che ci si trovi in un periodo di graduale “catch down”: dopo gli incrementi di prezzi post-Covid, forse le aziende scopriranno che il loro potere di determinazione dei prezzi non è più presente in una situazione più normale. Sebbene questo indichi una potenziale flessione dell’indice dei prezzi al consumo, ci sono dei rischi, specie di natura geopolitica.


Fonte: ricerca TS Lombard

L’International Institute of Strategic Studies mostra che i conflitti militari a livello globale sono oltre 180, i massimi da almeno 30 anni. Quello che preoccupa è dunque la volatilità dell’inflazione, che potrebbe presentare una situazione simile a quella degli anni ’40 e dei primi anni ’50. La possibilità è che ci si trovi in un’era di shock negativi dell’offerta. Sebbene gli analisti di TS Lombard non vedano pressioni sui prezzi simili a quelle post-pandemiche, un altro impulso inflazionistico derivante dall’offerta renderebbe più difficile per le Banche centrali tagliare i tassi. Perkins sottolinea che gli istituti centrali dovrebbero allentare la politica monetaria (giudicata eccessivamente restrittiva) prima di un altro shock.

Fonte: ricerca TS Lombard

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