Inflazione USA: cosa attendersi dal dato di febbraio?

La settimana che è appena iniziata vedrà gli operatori concentrarsi prevalentemente sull’inflazione statunitense.

Secondo le attese degli analisti censiti da Reuters, il dato headline dovrebbe attestarsi al 2,9% su base annuale. La misurazione core è invece attesa in contrazione dal 3,3% al 3,2%.

Le stime sono coerenti con quelle degli analisti di Bank of America, che segnala come il report rafforzerà l’opinione che i progressi si siano fermati ben al di sopra del target della Federal Reserve.

Un elemento che dovrebbe aver sostenuto il dato dovrebbe essere la tariffa del 10% sulla Cina imposta a inizio febbraio. Il Paese rappresenta infatti una quota importante dell’import di arredi per la casa, abbigliamento ed elettronica.

Se comunque i dazi non dovessero impattare sulla misurazione a febbraio, significa che il loro effetto è solo rimandato ai prossimi mesi.

Un punto positivo dovrebbe arrivare dall’inflazione dei servizi core, che dovrebbe moderarsi dallo 0,5% allo 0,3%. In ogni caso, anche questo livello è superiore ai livelli coerenti con l’obiettivo della Fed.

Su queste basi, non ci sono motivi per la Banca centrale USA a ridurre ancora i tassi. L’attesa potrebbe durare fino alla conclusione del 2026. Un rischio è rappresentato dalle aspettative di inflazione: quanto più le pressioni sui prezzi rimarranno oltre il target, tanto più è probabile che le attese finiscano per disancorarsi. Ciò renderebbe il lavoro della Fed molto più difficile.

Fonte: ricerca Bank of America

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