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News di politica monetaria: BCE
Mario Centeno, Presidente della Banca centrale portoghese, ha detto che un aumento di 25 punti base o nessun ritocco al costo del denaro “sono numeri fattibili”.
Per l’esponente della BCE è possibile una pausa o un rallentamento nel percorso di inasprimento della politica monetaria, in quanto l’aumento dei prezzi è in calo e i dati sui salari non evidenziano pressioni interne.
Gediminas Simkus, Governatore della Banca centrale lituana, ha detto che nella riunione di maggio l’istituto potrebbe alzare i tassi dai 25 ai 50 punti base,
anche se per quest’ultima decisione sarebbero necessari aumenti dell’inflazione core oltre le attese. Simkus ritiene che il costo del denaro possa restare in territorio restrittivo per tutto il 2023 e che la BCE potrebbe discutere i modi per continuare a ridurre il suo bilancio nei prossimi giorni.
Dalle dichiarazioni di Christine Lagarde al Council on Foreign Relations di New York è da segnalare che la Governatrice della BCE ha detto che l’istituto potrebbe
rivedere il suo target di inflazione al 2% una volta che l’indice dei prezzi al consumo sarà arrivato sotto tale livello. Inoltre, le tensioni tra USA e Cina potrebbero aumentare l’inflazione e indebolire la crescita. Per Lagarde, una divisione delle catene di approvvigionamento per linee geopolitiche provocherebbe un
aumento dell’indice dei prezzi al consumo del 5% nel breve termine e dell’1% nel lungo periodo. In una conferenza al Polytechnique di Parigi, ha ribadito il fatto che l’inflazione è troppo alta e che la BCE deve riportarla verso il target del 2%. Lagarde ha poi evidenziato che la BCE ha già utilizzato gran parte dei suoi strumenti e che c’è ancora ancora un po’ di strada da fare,
con la durata del percorso che dipenderà in particolar modo dall’impatto delle tensioni bancarie sul credito e sulla sua relativa disponibilità.
Philip Lane, Capoeconomista della BCE, ha detto di essere
favorevole ad un altro aumento dei tassi a maggio, anche se la grandezza dipenderà dai dati. Successivamente, ha affermato che la Banca Centrale Europea sta alzando i tassi per portare la crescita economica inferiore al trend frenando la domanda e contrastare quindi l’inflazione. Per Lane potrebbe essersi arrestato il miglioramento del sentiment delle imprese e dei consumatori, anche se la crescita dei servizi nell’Eurozona sta ancora crescendo. Il Capoeconomista dell’Eurotower ha anche sostenuto che una volta che i tassi raggiungeranno il picco ci rimarranno per lungo tempo e
una volta che scenderanno si potrebbero attestare nei pressi del 2% senza tornare sotto 0.
Isabel Schnabel, componente del board della BCE, ha detto che l’inflazione resta vischiosa, con i prezzi (ad eccezione di quelli energetici) mostrano un forte slancio.
Pablo Hernandez de Cos, Presidente della Banca centrale spagnola, ha detto che
la BCE dovrà proseguire nel percorso di aumento dei tassi se il quadro economico rimanesse intatto dopo le ultime tensioni bancarie.
Klaas Knot, Presidente della Banca centrale olandese, ha detto di
non essere a disagio che le attese del mercato che vedono un picco dei tassi al 3,75% dall’attuale 3%. Knot ha definito l’attuale livello del costo del denaro “leggermente restrittivo”, con l’inflazione ancora troppo alta. Per l’esponente del board dell’Eurotower, è ancora troppo presto per parlare di una pausa negli aumenti, che
arriverebbe solo in caso di “inversione convincente nella dinamica dell’inflazione sottostante”.
Dai verbali dell’ultima riunione della BCE è emerso come diversi esponenti del board dell’istituto centrale si siano
preoccupati in merito alle nuove proiezioni economiche dell’istituto, giudicate troppo ottimistiche anche prima della pubblicazione. Questi Governatori hanno espresso dubbi sulla velocità con la quale l’inflazione del blocco tornerà verso il target, con rischi per le prospettive sull’indice dei prezzi al consumo “inclinati verso l’alto sull’intero orizzonte”. Inoltre è riportato come il board ha ribadito che l’andamento dei profitti e dei margini di profitto sia da analizzare costantemente e ulteriormente, al pari dell’andamento dei salari.
Ignazio Visco, Presidente di Bankitalia, ha avvertito
che i rischi del fare troppo in tema di tassi equivalgono a quelli di fare troppo poco, con l’impatto dei tassi che potrebbe colpire in maniera sproporzionato imprese e Paesi più indebitati.
Olli Rehn, Governatore della Banca centrale finlandese, ha detto che la BCE
dovrebbe mantenere un approccio di politica monetaria tale da limitare la domanda. Rehn ha affermato che l’inflazione può essere contenuta con mezzi meno rigidi rispetto a quanto avvenuto negli anni ’80. In questo modo, l’istituto può raggiungere i target “senza causare inutili costi all’economia”.
Luis de Guindos, Vicepresidente della BCE, ha detto che
non è probabile che l’istituto centrale torni a fornire la forward guidance nei prossimi meeting, in quanto l’incertezza rimane elevata. Questo durerà per alcuni mesi, fino a quando l’evoluzione degli effetti della politica monetaria non sarà più chiara. Per quanto riguarda l’inflazione core, de Guindos ha detto che scenderà, anche se il punto di partenza è alto e il dato si sta dimostrando “appiccicoso”.
News di politica monetaria: Fed
Thomas Barkin, Presidente della Fed di Richmond, ha detto di essere
rassicurato da quello che sta vedendo nel settore bancario, anche se non è pronto a dichiarare vittoria sulle potenziali tensioni del comparto. Inoltre, Barkin ha affermato di voler vedere più prove di un ritorno dell’inflazione verso il target.
John Williams, Presidente della Fed di New York, ha detto che negli USA l’inflazione si trova ancora su livelli che creano problemi, con la Federal Reserve che agirà per abbassarla. L’esponente della Banca centrale USA ha evidenziato che il mercato del lavoro si sta raffreddando e che la crescita economica potrebbe moderarsi nel 2023 prima di riprendersi il prossimo anno. Per Williams le pressioni sul comparto bancario sembrano essersi raffreddate, anche se queste tensioni
renderanno il credito più costoso e difficile da ottenere.
In un’intervista a Reuters James Bullard, Presidente della Fed di St. Louis, ha detto che la Federal Reserve
dovrebbe continuare ad alzare i tassi visto che l’inflazione resta persistente e l’economia sembra pronta a crescere.
Il Presidente della Fed di Atlanta, Raphael Bostic, ha detto che l’istituto centrale statunitense
potrebbe alzare ancora una volta i tassi, per poi mantenerli per un periodo prolungato “mentre lavora per far scendere l’inflazione, un processo che probabilmente sarà lento”.
Austan Goolsbee, Presidente della Fed di Chicago, ha ribadito che si dovrà vedere se l’inasprimento delle condizioni del credito finirà per rallentare l’inflazione e l’economia,
sostituendosi ad ulteriori aumenti dei tassi. Goolsbee ha evidenziato che nelle prossime due settimane si concentrerà sull’inflazione e sul credito, guardando l’inflazione “mese per mese”. Inoltre, ha sostenuto che
non si dovrebbe dare troppa attenzione ai salari, in quanto non indicano necessariamente l’andamento dei prezzi.
La Presidente della Fed di Cleveland, Loretta Mester, ha detto che la Fed dovrà alzare ancora i tassi, anche se il percorso è vicino alla fine in quanto gli squilibri sull’offerta “sono in via di guarigione”. Il costo del denaro per Mester
dovrà salire oltre il 5% e il tasso reale sui Fed funds dovrà rimanere in territorio positivo per qualche tempo. Inoltre, i problemi sul comparto bancario potrebbero far crescere l’inasprimento delle condizioni finanziarie. L’esponente della Federal Reserve si attende un tasso di disoccupazione tra il 4,5% e il 4,75% e l’inflazione al 3,75% nel 2023 e al 2% nel 2025. Per quanto riguarda l’economia, la Governatrice della Fed di Cleveland ha detto che gli USA probabilmente sfuggiranno alla recessione, anche se la crescita sarà ben al di sotto dell’1%.
Se invece dovesse verificarsi una recessione, Mester ritiene che sarebbe poco profonda.
Patrick Harker, Presidente della Fed di Philadelphia, ha detto che la Federal Reserve
potrebbe aver bisogno di inasprire ulteriormente la politica monetaria perché questa diventi sufficientemente restrittiva. Questo punto, che dovrebbe essere raggiunto quest’anno, dovrà poi essere mantenuto. Per l’esponente della Fed, l’inflazione dovrebbe scendere al 3%-3,5% nel 2023 e al 2% nel 2025, mentre il tasso di disoccupazione potrebbe salire al 4,4% quest’anno. Infine, Harker ha detto che le problematiche al comparto bancario peseranno sulla crescita economica e che non vede la necessità di cambiare il target del 2% dell’indice dei prezzi al consumo.
Michelle Bowman, componente della Fed, ha detto che la Banca centrale dovrà fare ancora di più per ridurre l’inflazione.
Altre news finanziarie ed economiche
Augustìn Carstens, Direttore Generale della Bank of International Settlements, ha detto che le precedenti lotte alle crisi economiche stanno portando il sistema finanziario ai limiti. Inoltre, il capo della BIS ha affermato che per fare in modo che si eviti un regime di elevata inflazione a lungo termine sarà
necessario mantenere i tassi più alti per più tempo di quanto si pensasse, anche a scapito della crescita economica. Le Banche centrali dovrebbero inoltre evitare di tagliare troppo i tassi o da iniziare una politica di stimoli quando l’inflazione andrà sotto il target, in quanto è la prima volta dalla seconda guerra mondiale che si presenta una situazione caratterizzata da alto debito ed elevata inflazione. Carstens ha anche sottolineato che vi sono
rischi rilevanti dalle potenziali perdite degli istituti centrali sulle obbligazioni acquistate per rilanciare l’economia.
Il PIL cinese è cresciuto del 4,5% nel primo trimestre del 2023, oltre il precedente 2,9% e il 4% del consensus Refinitiv.
A marzo, l’inflazione inglese è scesa dal 10,4% al 10,1%, peggio del consensus di Reuters che vedeva una misurazione al 9,8%. Il dato core è stato in linea con quello di febbraio al 6,2%, anche in tal caso le previsioni stimavano un calo della rilevazione al 6%. L’indice dei prezzi al consumo, che risulta ora il più alto tra i Paesi dell’Europa occidentale, apre le porte ad un nuovo aumento dei tassi da parte della BoE nel meeting di maggio. Da segnalare che l’Office for National Statistics abbia comunicato
la crescita dei prezzi del cibo e delle bevande analcoliche più alta da agosto 1977, al 19,1% a/a.
Ad aprile, i dati preliminari sugli S&P Global dei servizi e composito dell’Eurozona hanno
oltrepassato le previsioni degli analisti attestandosi rispettivamente a 56,6 punti (attese a 54,5 punti) e a 54,4 punti (stime a 53,7 punti). La misurazione sul manifatturiero ha invece segnato i 45,5 punti, sotto il consensus Reuters a 48 punti.
Negli USA, l’S&P Global PMI manifatturiero di aprile (preliminare) si è attestato a 50,4 punti, quello sui servizi a 53,7 punti e quello composito a 53,5 punti. Questi dati hanno oltrepassato le attese degli analisti censiti da Reuters, poste per la prima rilevazione a 49 punti e per la seconda a 51,5 punti (per la terza non sono disponibili le stime).
Per la rilevazione composita si tratta del valore più alto da maggio 2022.