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News di politica monetaria: BCE
- Peter Kazimir, Presidente della Banca centrale finlandese, ha detto che la BCE potrebbe trovarsi costretta ad alzare i tassi per più tempo di quanto si pensasse. Per Kazimir ci saranno altre riunioni in cui verrà deciso un ritocco al rialzo del costo del denaro, in quanto il problema del rialzo dell’inflazione core non è ancora stato risolto.
- In un’intervista al Sole24Ore il Vicepresidente della BCE, Luis de Guindos, ha detto che i tassi in Eurozona sono vicini al picco, ma l’aumento dei costi di prestito potrebbe mettere sotto pressione gli attivi delle banche, in quanto alcuni debitori potrebbero trovarsi in difficoltà nel ripagare le proprie passività. Al momento tuttavia, il miglioramento dei margini compensa ampiamente le perdite potenziali per la crescita dei Non-Performing Loans. In un successivo intervento, ha affermato che le banche dell’Eurozona potrebbero beneficiare meno delle attese del rialzo dei tassi, in quanto ci potrebbero essere delle pressioni dal rallentamento della crescita dei prestiti e dall’inversione della curva dei rendimenti. In dichiarazioni separate, ha affermato che le banche dell’Eurozona potrebbero beneficiare meno delle attese del rialzo dei tassi, in quanto ci potrebbero essere delle pressioni dal rallentamento della crescita dei prestiti e dall’inversione della curva dei rendimenti. Successivamente, ha affermato che buona parte del percorso di aumenti è alle spalle, anche se non si sa quale sarà il punto di arrivo. Per quanto riguarda l’inflazione core, il Vicepresidente della BCE si è detto preoccupato dell’andamento del dato sui servizi, con la crescita di questo settore che sta guidando la crescita in Europa “molto più del settore manifatturiero”. De Guindos ha anche detto che l'Eurozona crescerà dell'1% nel 2023, evitando quindi una recessione tecnica.
- Nel suo Bollettino Economico, la BCE stima che l’impatto maggiore dell’inasprimento della politica monetaria arriverà tra il 2023 e il 2024. L’istituto ha comunicato che i rialzi dei tassi abbiano abbassato l’inflazione di 50 punti base nel 2022, mentre l’impatto tra il 2023 e il 2025 dovrebbe essere di circa 2 punti percentuali. Del 2% è stimato anche l’impatto negativo medio sul PIL tra il 2022 e il 2025. Inoltre, l’Eurotower ha evidenziato che la riduzione del bilancio dovrebbe far crescere i rendimenti dei titoli a 10 anni di 55 punti base tra il 2022 e il 2025.
- Pablo Hernandez de Cos, Presidente della Banca centrale spagnola, ha detto che la BCE si avvicina alla fine del ciclo di inasprimento monetario, con le precedenti azioni che si stanno trasmettendo in modo forte nell’economia. In una successiva intervista a MNI, de Cos ha dichiarato che un indice dei prezzi al consumo persistentemente più elevato rallenterebbe la ripresa, portando anche ad altri aumenti del costo del denaro. L’esponente dell’Eurotower ha inoltre detto che più i tassi saranno alti, più aumenterebbero i costi di finanziamento per le banche e le probabilità di un deterioramento della qualità del rischio di credito.
- Christine Lagarde, Presidente della BCE, ha ribadito l’intenzione dell’istituto di riportare l’inflazione verso il target del 2%, evidenziando che si prenderanno le decisioni necessarie per raggiungere l’obiettivo. Per la Governatrice dell’Eurotower, si devono mantenere elevati i tassi per contenere l’indice dei prezzi al consumo.
- Bloomberg riporta che l’Eurotower, dopo i primi risultati della revisione annuale dei rischi per le banche, potrebbe dividere le banche in gruppi a seconda della vulnerabilità dei loro modelli di business ai deflussi di fondi. In questo quadro, potrebbero essere sotto osservazione i depositi dei clienti più facoltosi, la raccolta di mercato e la percezione dei clienti sulla sicurezza dei loro risparmi. Tra le varie mosse che implementerà la BCE potrebbe esserci l’aumento dell’indice di copertura di liquidità, ossia una quantità di asset di alta qualità superiore a quella che ci si aspetterebbe di vedere in un periodo di 30 gironi di stress, il requisito minimo è al 100%, ma gli ultimi dati mostrano come gli istituti di credito dell’Eurozona sono ben al di sopra. In alternativa, Bloomberg riporta come l’Eurotower potrebbe muovere critiche sulla qualità delle riserve delle singole banche e sulla relativa capacità di gestirle, in modo tale da spingerle a migliorare.
- Madis Muller, Presidente della Banca centrale estone, ha detto che è ancora presto per attendersi che la BCE tagli i tassi all’inizio del 2024.
News di politica monetaria: Fed
- Raphael Bostic, Presidente della Fed di Atlanta, ha allontanato l’ipotesi di tagli ai tassi da parte della Federal Reserve fino al 2024. Per Bostic i tassi potrebbero dover salire ulteriormente, con la strada per riportare l’inflazione al target del 2% che è ancora lunga. L’esponente del board dell’istituto centrale USA si è comunque detto favorevole all’ipotesi di una pausa negli incrementi, in modo tale da vedere gli effetti delle precedenti mosse, delle tensioni bancarie e della contrazione del credito. In un successivo intervento a Bloomberg TV, Bostic ha detto che se dovesse votare ora sceglierebbe di mantenere i tassi stabili, anche se da qui alla decisione ci saranno comunque molti dati. Il Governatore della Fed di Atlanta ha detto che sono stati fatti dei progressi molto buoni sull’inflazione e si aspetta che il dato a fine 2023 sia oltre il 3% (“high 3s”). Inoltre, l’esponente dell’istituto centrale ha detto che è positivo vedere che le aziende riescono molto meno a trasferire gli incrementi di prezzo ai clienti e che la pandemia ha innescato dei cambiamenti strutturali nell’economia che richiederanno un po’ per essere compresi. Tornando sul tema del taglio dei tassi, Bostic ha evidenziato che questo avverrebbe solo in caso di discesa veloce dell’indice dei prezzi al consumo nel 2023. Successivamente, ha detto che la Federal Reserve deve continuare nella sua lotta all’inflazione anche se la disoccupazione dovesse salire nell’anno. Per quanto riguarda la possibilità di default del debito USA, Bostic ritiene che l’istituto centrale USA reagirà in modo reattivo.
- Austan Goolsbee, Presidente della Fed di Chicago, ha detto in un’intervista alla CNBC che l’impatto degli ultimi aumenti del costo del denaro deve ancora manifestarsi, con la Federal Reserve che deve monitorare le condizioni di credito e controllare più del solito i dati. Inoltre, la Banca centrale statunitense deve cercare di portare l’inflazione al 2% senza innescare una recessione. Per quanto riguarda l’impatto delle turbolenze del settore bancario, Goolsbee ha evidenziato che “non è poco” e che dovrà essere preso in considerazione dalla Fed. In un’intervista alla Bloomberg TV ha detto che è ancora presto sia per parlare di tagli ai tassi di interesse che per sapere cosa accadrà nel meeting di giugno. Tuttavia, Goolsbee ha affermato di non sapere se la Federal Reserve abbia attuato restrizioni di politica monetaria sufficienti, mentre l’inflazione dei servizi è più persistente di quanto ci si attenda. L’esponente ha inoltre dichiarato che sta iniziando a vedere un rallentamento dell’attività e che l’obiettivo è quello di riportare l’indice dei prezzi al consumo all’obiettivo senza generare una recessione.
- Neel Kashkari, Presidente della Fed di Minneapolis, ha detto ribadito che l’inflazione è ancora troppo alta e la Federal Reserve ha ancora molto lavoro da fare per riportarla al 2%. Per Kashkari, l’istituto “non deve farsi ingannare” da un paio di mesi con dati positivi. L’esponente del board dell’istituto ha inoltre evidenziato che il mercato del lavoro è ancora forte, anche se “non è così vivace come 9 mesi fa”.
- Thomas Barkin, Presidente della Fed di Richmond, si è detto poco convinto che l’inflazione risulti in costante discesa verso il target, con la domanda complessiva che non è stata frenata a sufficienza. L’esponente della Federal Reserve resta aperto sia all’ipotesi di un nuovo rialzo che a quello di una pausa nel meeting di giugno e ritiene che l’indice dei prezzi al consumo possa durare più a lungo. Barkin ha evidenziato che alcuni dati mostrano un rallentamento dell’economia, tra cui l’appiattimento della spesa delle carte di credito e “alcuni aspetti del mercato del lavoro”. Lo stress sul settore bancario e la situazione di incertezza sul tetto al debito invitano invece alla prudenza.
- Loretta Mester, Presidente della Fed di Cleveland, ha detto che la Federal Reserve non è ancora arrivata ad un livello di tassi sufficientemente elevato. Mester ha evidenziato che parte degli aumenti del costo del denaro già fatti non hanno ancora mostrato i loro effetti nell’economia e che comunque servono ulteriori prove che l’inflazione stia effettivamente scendendo. L’esponente della Banca centrale statunitense ha detto di aspettarsi una crescita economica ben al di sotto del trend.
- Lorie Logan, Presidente della Fed di Dallas, ha evidenziato che un approccio più cauto della Federal Reserve, caratterizzato da “passi più piccoli e meno frequenti”, potrebbe rendere meno probabile una situazione di instabilità finanziaria causata dalla politica monetaria. In dichiarazioni successive, l’esponente del board della Fed ha affermato che l’inflazione USA non si sta raffreddando abbastanza velocemente da permettere alla Federal Reserve di sospendere il percorso di rialzo dei tassi, anche se i prossimi dati potrebbero indicare che è opportuno fare una pausa. Per Logan, l’effetto dello stress bancario è comparabile ad un incremento del costo del denaro da 25 o 50 punti base.
- L’esponente del board della Fed, Philip Jefferson, ha detto che i progressi dell’inflazione potrebbero essere in rallentamento, specie per le componenti core. Jefferson ritiene che l’economia abbia rallentato notevolmente quest’anno e si attende una flessione della crescita dei posti di lavoro con un incremento della disoccupazione. Il componente del board dell’istituto centrale USA ha evidenziato anche che devono ancora vedersi il pieno impatto dei precedenti ritocchi sui tassi e quello delle tensioni sul comparto bancario
- In un’intervista al Financial Times James Bullard, Presidente della Fed di St. Louis, ha detto di essere favorevole ad un altro aumento dei tassi come “assicurazione” contro l’inflazione. L’esponente della Banca centrale USA ha detto di attendersi disinflazione, ma il processo appare più lento delle attese. Per Bullard il rischio principale è quello che l’indice dei prezzi al consumo non scenda o torni a crescere, come avvenuto negli anni ’70. Le tensioni sul comparto bancario sarebbero invece “eccessivamente enfatizzate”, con il calo dei rendimenti dei bond governativi che probabilmente influirà nell’economia in modo maggiore. Il Governatore della Fed di St. Louis ritiene che i tassi si trovino all’intervallo inferiore di quello considerato sufficientemente restrittivo, con il 6% che rappresenta la parte superiore di questa banda di oscillazione.
- Jerome Powell, Presidente della Fed, ha detto che le recenti tensioni sul comparto bancario e i relativi effetti potrebbero portare la Federal Reserve ad alzare i tassi in misura inferiore rispetto a quanto sarebbe avvenuto in caso non si fosse verificata la condizione di stress. Powell ha aggiunto che il rischio di fare troppo e quello di fare troppo poco stanno diventando più equilibrati, con la politica monetaria che si è adeguata.
Altre news finanziarie ed economiche
- Nuovi segnali di rallentamento da parte dell’economia cinese. Ad aprile, la produzione industriale si è attestata al 5,6%, mentre le vendite al dettaglio al 18,4%, sotto le previsioni Reuters rispettivamente al 10,9% e al 21%.
- La Commissione Europea ha alzato le stime sul PIL dell’Eurozona per il 2023 dallo 0,9% all’1,1%. Per il 2024 le stime sono passate dall’1,5% all’1,6%. Per l’inflazione le previsioni sono per un dato al 5,8% nel 2023 (precedente 5,6%) e al 2,8% nel 2024 (prima 2,5%). Il tasso di disoccupazione dovrebbe invece attestarsi al 6,8% nel 2023 e al 6,7% nel 2024.
- Ad aprile, l’inflazione dell’Eurozona (finale) si è confermata al 7% e il dato core al 5,6%. Entrambe le misurazioni sono in linea con le attese e le rilevazioni preliminari.
- In un’intervista alla CNBC, lo speaker della Camera Kevin McCarthy ha allontanato l’idea di un default sul debito USA dopo l’avvio delle negoziazioni.
- Secondo la CNN Janet Yellen, Segretario al Tesoro USA, ha dichiarato agli AD delle banche convocati dal Bank Policy Institute che potrebbero essere necessarie nuove fusioni dopo i recenti fallimenti.