La Fed lascia i tassi fermi e prevede 3 tagli nel 2024, ecco cosa ha detto Powell in conferenza stampa

Nella sua conferenza stampa a fine riunione, Jerome Powell ha ribadito il fatto che l’inflazione resta troppo alta e il board è “pienamente impegnato” a riportarla al target del 2%, anche se questo richiederà qualche tempo e probabilmente un periodo di crescita sotto il potenziale e un ammorbidimento delle condizioni del mercato del lavoro. Il mercato del lavoro resta rigido ma domanda e offerta stanno raggiungendo un bilancio migliore. Il Comitato sta procedendo con cautela e la politica monetaria è ben all’interno del territorio restrittivo. Il Presidente dell’istituto centrale USA ha ripetuto che il board è preparato ad alzare i tassi se necessario. Tuttavia, ha anche affermato che è stato raggiunto o si è vicini al picco del costo del denaro e che nel meeting è stato discusso il tema dei tagli dei tassi.

Oltre a ciò, un aumento dei tassi non è più l’ipotesi base come lo era 60 o 90 giorni fa. Il Governatore della Federal Reserve ritiene che ci siano poche basi per pensare che l’economia sia in recessione ora. Powell ha giudicato positivamente i progressi fatti sull’inflazione, anche se si dovrà vedere di più, mentre ritiene che l’epoca della carenza di manodopera è alle spalle. I salari restano ancora leggermente sopra il livello coerente con un’inflazione al 2%. La Fed è anche focalizzata sul rischio di mantenere il costo del denaro troppo alto per troppo tempo, mentre i tagli possono essere un segnale di normalizzazione piuttosto che di un indebolimento dell’economia. In ogni caso, si è solo all’inizio delle discussioni in merito all’allentamento della politica monetaria.

Il comunicato stampa e le proiezioni economiche



Come atteso, la Fed ha lasciato i tassi fermi all’intervallo 5,25%-5,5%. Dal comunicato stampa l’istituto centrale USA ha evidenziato che gli indicatori suggeriscono che la crescita dell’attività economica è rallentata rispetto al forte ritmo del 3° trimestre. La Federal Reserve ha riconosciuto che la crescita del mercato del lavoro si è moderata dall’inizio dell’anno, anche se resta forte e il tasso di disoccupazione risulta basso. Viene anche riconosciuto che, pur rimanendo elevata, l’inflazione si è moderata nel corso dell’anno.


Fonte: Federal Reserve

È stato ribadito che l’irrigidimento delle condizioni finanziarie e di credito per le famiglie e le imprese potrebbe pesare su attività economica, assunzioni e inflazione. Il comunicato ribadisce che per alzare ulteriormente i tassi si terrà conto dell’inasprimento cumulativo della politica monetaria, degli sviluppi economici e finanziari e dei ritardi con cui le decisioni influiscono su economia e inflazione. Nessuna modifica ai piani di quantitative easing.
 

Fonte: Federal Reserve

La Banca centrale ha anche pubblicato le proiezioni economiche: il PIL reale è visto al 2,6% nel 2023, all’1,4% nel 2024, all’1,8% nel 2025, all’1,9% nel 2026 e all’1,8% nel longer run (a settembre i valori erano 2,1%, 1,5% e 1,8% per gli ultimi tre periodi). Le stime mediane sul tasso di disoccupazione vedono variare solo il 2026 e il longer run, dove le attese sono passate dal 4% al 4,1%. Il PCE core è previsto al 3,2% nel 2023, al 2,4% nel 2024, al 2,2% nel 2025 e al 2% nel 2026. I Fed Funds sono invece stimati al 5,4% nel 2023, al 4,6% nel 2024, al 3,6% nel 2025, al 2,9% nel 2026 e al 2,5% nel longer run (da 5,6%, 5,1%), 3,9%, 2,9% e 2,5%). In sintesi: 

  • I tassi sono stati mantenuti fermi;
  • Il dot-plot mostra 75 punti base di tagli nel 2024;
  • Il wording del comunicato è ammorbidito rispetto ad altri rialzi;
  • Le proiezioni per l’inflazione sono scese per i prossimi 2 anni, mentre quelle sulla disoccupazione sono rimaste stabili. Questo potrebbe indicare la maggior fiducia del board in ottica del soft landing

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