Esiste una stagionalità dei dati macroeconomici statunitensi? Quali sono i mesi migliori e peggiori per le misurazioni economiche? Per capirlo abbiamo svolto uno studio sul CitiFX Economic Surprise Index, con dati reperiti da Refinitiv che partono dal 2003.
In particolare, l’indice è costruito attraverso le deviazioni standard storiche ponderate delle sorprese di diversi indicatori macroeconomici, sulla base del consensus Bloomberg. I pesi sono calcolati sulla base dell’impatto del dato sul mercato valutario. Un valore oltre lo 0 indica performance superiori alle stime, mentre sotto lo 0 sottolinea sorprese peggiori del previsto.
Dal 2003 al 2024, i dati USA tendono a deludere le previsioni a marzo, aprile, maggio e giugno. Il mese migliore è dicembre, seguito da novembre e agosto.
Ma dal post-Covid è cambiato qualcosa? In questo caso i dati hanno iniziato a diventare più positivi, sottoperformando solamente ad aprile e maggio con maggiore frequenza. Una spiegazione di questo fenomeno potrebbe risedere nelle distorsioni del 2020, dove le rilevazioni hanno sorpreso in modo deciso al rialzo dopo un’iniziale battuta di arresto.
Questo è confermato svolgendo lo stesso studio dal 2021 al 2024. In questo caso, anche se lo storico è poco profondo, si può già iniziare a notare un cambiamento: la prima parte dell’anno è la migliore in termini di sorprese, da maggio ad agosto le rilevazioni economiche tendono a sottoperformare, mentre nell’ultima parte rimane una certa positività.
In generale quindi, nei mesi che ci aspettano sarà più probabile che i dati più importanti sorprendano al rialzo il consensus.