S&P 500: 3 casi storici simili alla situazione odierna

Gli analisti di Deutsche Bank mettono in evidenza che l’attuale situazione di massimi storici delle azioni USA sia simile a quella della bolla delle dot-com, dell’era pre-GFC e del 2021. In questi tre casi, le valutazioni erano elevate e le probabilità di altri guadagni erano scarse. Inoltre, a questi forti impulsi è seguita una correzione importante. Un approfondimento sui top storici dell’S&P 500 si può trovare qui.

Entrando nel dettaglio della ricerca, dopo i rialzi della bolla delle dot-com, sono seguiti tre cali annuali consecutivi tra il 2000 e il 2002. Non si vedeva una situazione del genere dalla seconda guerra mondiale. Diversi sono i parallelismi, in primis il rally delle azioni (per la prima volta dal 1997-1998, le quotazioni stanno mettendo a segno un rialzo di oltre il 20% per il secondo anno consecutivo).

Come oggi poi, la Fed stava allentando la politica monetaria e solo negli ultimi 9 mesi della bolla aveva iniziato ad alzare nuovamente i tassi. Un’altra similitudine è che all’epoca il rialzo è stato guidato da pochi titoli del tech, con l’S&P che ha superato la performance della versione equiponderata.

Tuttavia, una lezione che si può imparare è che anche se le valutazioni sono elevate, il rialzo azionario possa continuare per qualche tempo. Quando il CAPE ratio ha raggiunto i valori odierni nel 1998, il rally è continuato per altri 2 anni. Per innescare le vendite spesso serve un altro catalizzatore.

Fonte: ricerca Deutsche Bank

Nel 2007 le azioni si trovavano in una situazione piuttosto buona, con l’S&P 500 che a maggio ha superato i record del 2000 e il VIX si trovava ai minimi degli ultimi 10 anni. Come nella situazione odierna, gli spread creditizi sull’high yield statunitense erano molto ristretti rispetto agli standard storici. Inoltre, era da molto tempo che gli USA non sperimentavano una grande turbolenza finanziaria. Questo è vero anche oggi, visto che dalla GFC sono passati 15 anni circa.

Un periodo di stabilità così lungo potrebbe però essere una fonte di instabilità, in quanto può portare all’assunzione di rischi. Inoltre, eventi come la GFC sono difficili da prevedere e ancora più complesso è comprenderne l’effettiva gravità. Ricordiamo che un mese prima della bancarotta di Lehman, la Fed ha alzato i tassi.

Fonte: ricerca Deutsche Bank

Nel 2021 invece, le azioni USA avevano sperimentato un forte rally dopo il Covid, il tutto sostenuto da ampi stimoli fiscali e monetari. Le valutazioni sono diventate sempre più tirate in diverse classi di attività, fino a quando la Fed ha iniziato il pivot della politica monetaria con i rialzi dei tassi. Ciò ha provocato il crollo delle azioni e il maggior rialzo degli yield dei T-Note a 10 anni dal 1788.

In sintesi, quando le valutazioni sono tese in partenza, lo spazio per altri guadagni può essere limitato. Inoltre, i punti di svolta possono essere inaspettati. 

Fonte: ricerca Deutsche Bank

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