Tesla, Normalizzazione in Corso

Da outperformer che è riuscita a entrare nell’indice S&P500 a peggior titolo dell’ultimo mese. La volatilità resta elevata ma a questi prezzi Tesla piace anche agli analisti

Tesla ha una normalizzazione in corso? Con il minimo a 540 dollari toccato sul finire dell’ultima ottava, Tesla ha ritracciato di circa il 40% dai massimi di gennaio in area 900 dollari e per il suo patron Elon Musk la perdita nella sola ultima settimana è stata di 27 miliardi di dollari.

Il ribasso di Tesla

Da quando si è iniziato a parlare del mega investimento da 1,5 miliardi di dollari in Bitcoin e si è presa ulteriore consapevolezza del fatto che le quotazioni stellari raggiunte dal titolo erano più legate a fattori esogeni che ai fondamentali dell’azienda (non che prima non si sapesse, dato che Tesla capitalizzava più delle prime 10 case auto al mondo pur producendo meno di un ventesimo delle vetture di una sola di queste), Tesla ha imboccato la via del ribasso con una volatilità implicita che a 1 mese è balzata all’81% dai minimi del 52% di metà gennaio.

Se si considera che anche ai 565 dollari attuali, Tesla scambia a 145 volte il proprio utile per azione per il prossimo anno e che nonostante la profonda discesa, il rialzo a 52 settimane è ancora del 325%, forse è presto per parlare di fine di un incantesimo tra Musk e i suoi investitori ed è piuttosto il caso di definire il movimento in corso come una normalizzazione degli eccessi.

Nio la rivale

La rivale cinese Nio, ad esempio, ha quasi dimezzato il proprio valore nell’ultimo mese ma nonostante ciò viaggia ancora a +974% dai minimi di un anno fa. Che sia finito l’interesse del mercato verso l’e-mobility non è verosimile ma è invece assai probabile che le quotazioni di metà gennaio non verranno recuperate cosi rapidamente.

Sulla base di questa previsione è possibile prendere posizione su Tesla a prezzi ben più accessibili e con un RSI che segnala ipervenduto sul breve, sfruttando una gamma di certificati in quotazione sul secondario di Borsa Italiana.

Lo studio di CedLab

L’analisi realizzata dall’Ufficio Studi del CedLAB ha preso in esame un campione di 13 certificati di investimento collegati al titolo TESLA, come singolo sottostante o componente di un basket. In particolare sono stati selezionati i certificati che hanno fissato uno strike da area 800$ in su e che hanno oggi Tesla come worst of ( o come secondo a poca distanza dal primo peggiore).

I risultati dell’analisi ci suggeriscono che se si ha un’aspettativa di ripresa di Tesla già da questi livelli, un Bonus Cap a barriera continua emesso da Unicredit ( ISIN DE000HV4JQ03) è il certificato che maggiormente potrà regalare guadagni, pari al 60,91% sul prezzo lettera (220,13% a/a) data la scadenza ravvicinata al 17 giugno 2021 e una barriera continua intraday a 509,664 dollari che dista però solo il 10% circa.

Il certificato quota a premio di circa il 10% sulla lineare ma in caso di tenuta dei valori correnti da parte di Tesla, è in grado di apprezzarsi con il solo passare del tempo.

Uscendo dal segmento dei Bonus a barriera continua, i Top Bonus a barriera discreta sono ugualmente in grado di generare ampi profitti ma la loro quotazione risulta a premio rispetto alla componente lineare. In questo caso sono due le idee di Unicredit, con scadenze rispettivamente a giugno e dicembre 2021 e rendimenti potenziali superiori al 50%.

Nell’area dei certificati con premi periodici, quello più difensivo in assoluto è il Phoenix Memory Airbag 40% di Credit Suisse, ISIN XS1973455782. La barriera su Tesla è al 40% dei 798,15 dollari iniziali, ovvero a 319,26 dollari e il buffer ad oggi è del 44%. Attenzione tuttavia al fatto che su questo certificato pesa anche la performance di Sunrun, titolo che si contende la palma di worst of con Tesla.

Rendimento potenziale

Il rendimento potenziale, dato dalla differenza tra l’RTS ( Rimborso Teorico a Scadenza calcolato sulla base dello spot attuale di Tesla) e il prezzo ask è del 70%, pari al 17,63% annuo, in virtù di un prezzo lettera di 87,05 euro. Un connubio ottimale tra protezione e rendimento grazie all’Airbag al 40%. Rendono percentualmente di più su base annua altri due Airbag, emessi da Unicredit: DE000HV4K0A9 e DE0000HV4K0D3, le cui barriere sono però posizionate al 6,6% di distanza dai prezzi attuali. Trade off rischio rendimento pienamente rispettato, con un rendimento più elevato rispetto all’Airbag 40% ma distanza da barriera che passa dal 44 al 6,6%.

Da seguire anche il Vontobel DE000VQ4E5Z4, Cash Collect Memory che paga cedole mensili del 3,20% e sta beneficiando del buon rialzo degli altri due titoli del basket ( ma attenzione perché qui la barriera cedola è al 70% dello strike e Tesla è ora al 67,33%, quindi al di sotto e solo grazie all’effetto memoria sarà possibile recuperare successivamente eventuali cedole perse).

Vontobel DE000VQ4Q798

Rimanendo in casa Vontobel anche il DE000VQ4Q798, che avendo il trigger cedola al 25% a scadenza dei 16 mesi residui è in grado di rendere il 31,93% a parità di Tesla ma anche di generare profitti in caso di discesa, dato il prezzo sotto la pari a 92,40 euro. Rendimento minimo del 12,83% a fronte della tenuta della barriera a 422,495 dollari ( buffer del 25,35%) per l’Express di Leonteq CH0587330124 su scadenza gennaio 2022: per ottenere anche i premi è invece necessario il recupero dello strike iniziale.

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