31 ottobre 2023
La Bank of Japan chiude al controllo della curva dei rendimenti
La BoJ ha ritrattato quanto detto dal 2016: ora il cap ai rendimenti dei titoli di Stato sarà considerato come un punto di riferimento e non come un limite rigido (ricordiamo che da luglio è passato dallo 0,5% all’1%). L’istituto centrale nipponico ha anche dichiarato che gli acquisti di bond governativi saranno fatti tenendo conto dei tassi di mercato. Il board della Bank of Japan ha detto che l’inflazione è più persistente delle attese e di aspettarsi una misurazione core al 2,8% nell’anno che si chiude a marzo 2025, ben oltre le precedenti stime all’1,9%. Per diversi analisti, la decisione della BoJ rappresenta la fine del controllo della curva dei rendimenti.
Eurozona: inflazione ai minimi da oltre 2 anni, il PIL resta sotto le attese
L’inflazione di ottobre dell’Eurozona (preliminare) si è attestata al 2,9% a/a, sotto il 3,1% atteso da Reuters e del precedente 4,3%. La misurazione core ha invece rispettato le stime segnando il 4,2% su base annuale, in leggera flessione rispetto al 4,5% di settembre. Per queste rilevazioni si tratta dei valori più bassi rispettivamente da luglio 2021 e luglio 2022. Su base mensile, le principali variazioni si sono avute sui prezzi dell’energia (-1,1%) e sui beni industriali non energetici (+0,7%). Nel frattempo, il PIL del 3° trimestre (preliminare) è sceso più del consensus attestandosi al +0,1% a/a, meno delle attese allo 0,2% e al precedente 0,5%.
Lo stress sistemico di USA ed Eurozona è cresciuto ai massimi degli ultimi mesi
Su base giornaliera, la BCE pubblica il Composite Indicator of Systemic Stress, che raggruppa diverse misure di stress finanziario divise tra cinque categorie; settore degli intermediari finanziari, mercati monetaria, mercati azionari, mercati obbligazionari e mercato Forex. I valori vanno da 0 a 1, dove quest’ultimo rappresenta un alto livello di stress. È da notare che nelle ultime settimane gli indici per Eurozona e USA sono aumentati in maniera piuttosto decisa. Mentre per gli Stati Uniti la misura è cresciuta in maniera marginale arrivando comunque ai massimi da giugno, nell’area euro questo numero è salito ai top da aprile, un periodo in cui vi erano diverse preoccupazioni sullo stato di salute del sistema bancario.
Dichiarazioni Visco (BCE) nel suo ultimo giorno di mandato
Nel suo ultimo giorno di mandato Ignazio Visco, Presidente di Bankitalia, ha detto che la BCE dovrebbe avere cautela nei prossimi mesi dopo aver aumentato bruscamente i tassi. Per Visco, quella di mantenere i tassi agli attuali livelli per un tempo sufficientemente lungo è una decisione saggia.
Dichiarazioni Stournaras e Villeroy (BCE) su politica monetaria
- Yannis Stournaras, Presidente della Banca centrale greca, ha detto in un’intervista all’Handelsblatt che se l’inflazione dell’Eurozona scendesse in modo duraturo sotto il 3% a metà 2024 allora prenderebbe in considerazione un taglio dei tassi.
- Francois Villeroy de Galhau, Presidente della Bank of France, ha detto che l’inflazione francese ha superato il suo picco, mentre l’economia resta solida. Per questo motivo, è “pienamente giustificato” lo stop ai rialzi dei tassi deciso la scorsa settimana dalla BCE. Villeroy ritiene che la politica monetaria debba ora essere caratterizzata dalla fiducia nei progressi fatti e pazienza nello stabilizzare il costo del denaro per tutto il tempo necessario.
USA: nel 3° trimestre cresce oltre le attese il costo del lavoro
In USA, il costo del lavoro del 3° trimestre è cresciuto dell’1,1%, sopra l’1% atteso da Reuters. I salari dei lavoratori civili sono cresciuti dell’1,2% su base trimestrale, mentre quelle degli impiegati pubblici hanno visto un +1,8%. Su base annuale, la variazione è stata del 4,3%, ben oltre al 2,7% della media del 2019. Il Wall Street Journal ritiene probabile che una crescita annua del 3,5% sia coerente con un’inflazione tra il 2% e il 2,5% (assumendo un aumento della produttività tra l’1% e l’1,5% l’anno). Questo dato tende ad essere preferito dagli osservatori rispetto ad altri metriche, in quanto non presenta le distorsioni per via dei cambiamenti nella composizione occupazionale tra professioni o settori. Questi dati, sebbene possano essere positivi per i lavoratori, complicano la lotta all’inflazione della Fed.
Dichiarazioni Kazaks (BCE) su prossime mosse di politica monetaria
Martins Kazaks, Presidente della Banca centrale lettone, ha detto che al fine di optare per un taglio dei tassi potrebbe essere necessario un forte calo dell’attività economica o un aumento della disoccupazione. Per Kazaks un abbassamento del costo del denaro nella prima metà del 2024 sarebbe incoerente con le prospettive macroeconomiche, anche se l’incertezza resta alta. Rimane invece aperta la porta ad ulteriori tagli se i prezzi dovessero ripartire.
Settore abbigliamento: delocalizzare dalla Cina potrebbe essere più difficile del previsto
Interessante un’analisi svolta da Bloomberg sulle catene di approvvigionamento del settore dell’abbigliamento che fa comprendere come, anche a dispetto delle recenti tensioni tra Cina e Occidente, riuscire ad abbandonare la produzione cinese potrebbe non essere così facile. Il Paese produce infatti un terzo degli indumenti a livello globale e ora, dopo anni in cui si è cercato di diversificare la produzione, i limiti delle alternative potrebbero essere stati raggiunti. In altre Nazioni infatti è difficile reperire personale qualificato, materie prime a sufficienza e infrastrutture e reti logistiche sviluppate. Si pensi anche che ad esempio il Vietnam produce internamente solo il 30%-40% dei bottoni, fili e altri materiali necessari alla produzione dei vestiti, il resto arriva dalla Cina. Da considerare anche la recente flessione della domanda dei consumatori, che rende meno attraente l’investimento in una strategia di delocalizzazione da Pechino. Fonte: Bloomberg
Dichiarazioni Nagel (BCE) sull'attuale livello dei tassi
Joachim Nagel, Presidente della Bundesbank, ha detto che la BCE dovrà mantenere alti i tassi per un po’ di tempo. Per Nagel, l’Eurotower deve essere dipendente dai dati e non si può ancora essere certi che il costo del denaro abbia raggiunto il suo picco. Questo perché ci sono diversi rischi al rialzo per l’inflazione, tra cui quelli di natura geopolitica.
Trimestrale PFIZER
- Ricavi: 13,232 miliardi di dollari, stime a 13,341 miliardi (dati Refintiv)
- EPS: -0,17 dollari, previsioni a -0,34 (dati Refinitiv)
- Per la società si tratta della prima perdita trimestrale dal 2019, principalmente per via del calo della domanda di prodotti legati al Covid e alla restituzione da parte del Governo USA di milioni di dosi dell’antivirale. A causa del Paxlovid e del Comirnaty è stato registrato un onere di 5,6 miliardi di dollari.
- Pfizer stima che entro fine 2023 o inizio 2024 verrà chiusa l’acquisizione di Seagen
- Il gruppo ha lanciato un programma di riallineamento di costi che dovrebbe portare a 3,5 miliardi di dollari di risparmi di cui 1 miliardo nel 2023 e 2,5 nel 2024
- La società ha confermato l’outlook fornito il 13 ottobre per ricavi tra 58 e 61 miliardi di dollari ed EPS tra 1,45 e 1,65 dollari. Il fatturato dei prodotti non-Covid è atteso in aumento tra il 6% e l’8% su base annuale. Per i prodotti legati al Covid, Pfizer si aspetta ricavi sul Comirnaty di 11,5 miliardi di dollari (-70% a/a), e di 1 miliardi di dollari per il Paxlovid (-95% a/a)
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