Dot-plot Fed: cosa è e come funziona il diagramma a punti

Da gennaio 2012, ogni tre mesi (marzo, giugno, settembre e dicembre), la Federal Reserve pubblica il famoso “dot-plot” come parte del Summary of Economic Projections. Nei fatti, può essere considerato come uno strumento di previsione della politica monetaria della Banca centrale USA. Inoltre, serve anche per capire eventuali dissensi all’interno del board.

Ma cosa è? Il dot-plot, o diagramma a punti, è un grafico che mostra le stime degli esponenti dell’istituto centrale USA in merito a quello che dovrebbe essere il tasso a breve termine dei Fed Funds (7 componenti del board e 12 Presidenti delle banche regionali). L’orizzonte temporale riguarda l’anno in corso, i due (o tre) successivi e il lungo periodo.

Nel comunicato stampa, la Federal Reserve pubblica le proiezioni mediane, la tendenza centrale e il range. Gli investitori tendono a focalizzarsi sulle prime.

Il dot-plot non è esente da critiche: ogni componente del board basa le sue previsioni sui tassi su diversi modelli economici o ipotesi. Manca quindi coerenza sul metodo di generazione dei punti. Oltre a questo, dei 12 Presidenti delle banche regionali, solo 5 hanno un voto per la politica monetaria (qui il board completo).

Perché il dot-plot è importante


Il dot-plot è importante perché ogni suo cambiamento invia un messaggio in merito alle intenzioni di accelerare o rallentare l’allentamento o l’inasprimento della politica monetaria. Serve anche da riferimento per capire la differenza tra la view della Fed e quella del mercato in tema di tassi.

Come leggere il dot-plot


Come si legge il dot-plot? Nell’immagine si vede quello pubblicato a dicembre 2024 direttamente dalla Federal Reserve.


  • L’asse delle X rappresenta gli anni: il presente, i successivi due o tre e una proiezione di lungo termine;
  • L’asse delle Y mostra il tasso dei Fed Funds, in percentuale;
  • I punti rappresentano la proiezione di ogni singolo componente del FOMC per il tasso di interesse alla fine di ogni anno.

Dot-plot e tasso neutrale


C’è una relazione tra il dot-plot e il cosiddetto “tasso neutrale”, ossia quel livello del costo del denaro che non stimola né rallenta l’economia. La colonna “longer run” del dot-plot può essere considerata un’indicazione di quello che i componenti del board della Federal Reserve pensano essere questo livello.

Infatti, indica l’idea del punto di convergenza del costo del denaro nel lungo periodo, in assenza di shock economici.

Nel diagramma a punti mostrato sopra, il range è 2,5%-3%. Tassi sopra tale area possono essere considerati restrittivi. Se invece i tassi si trovano sotto questa zona, si ha una politica tendenzialmente accomodante.

La storia


Il dot-plot è stato introdotto alla fine del 2011, nel corso della Presidenza di Ben Bernanke e in un momento particolare per la storia degli Stati Uniti e della Banca centrale. L’economia stava iniziando a riprendersi dopo la Grande Crisi Finanziaria del 2008-2009, i tassi erano ancora vicini allo 0 e la Fed stava iniziando a pianificare una strategia per uscire dall’era di stimoli monetari senza precedenti.

L’obiettivo dell’introduzione del diagramma a punti era quella di aumentare la trasparenza della Banca centrale in merito alle sue intenzioni future di politica monetaria, fornire una visione su quello che i componenti del board pensavano in merito al futuro dell’economia e aiutare i mercati a prepararsi agli eventuali cambiamenti nei tassi.

Un ruolo cruciale nella creazione di questo strumento lo ha avuto Janet Yellen, all’epoca Vicepresidente della Federal Reserve.

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