17 novembre 2023
Continuiamo con la serie sugli outlook di Goldman Sachs, focalizzandoci sulle attese per il 2024 sul petrolio. GS vede una crescita solida della domanda e un’offerta bassa da parte dei Paesi core dell’OPEC. Le stime sono per un Brent nel range compreso tra gli 80 e i 100 dollari al barile, mantenuto tramite il potere di determinazione dei prezzi del Cartello. Il floor evidenziato dovrebbe essere mantenuto anche a dispetto del rischio di aumento dell’offerta dei Paesi non-OPEC e del calo del PIL, sempre che l’associazione dei principali produttori non diventi meno assertiva. In sostanza, ci sono tre elementi che sosterranno questo livello: 1️⃣Il primo è relativo alla convinzione che la cosiddetta “OPEC put” continuerà a rimanere in vigore e si trovi tra gli 80 e 85 dollari al barile; 2️⃣Il secondo riguarda le attese di soft landing dell’economia, con l’inflazione core che tornerà all’obiettivo senza causare troppi danni alla domanda di lavoro e di petrolio; 3️⃣Infine, la domanda pubblica e privata della materia prima aumenta quando i prezzi scendono.
Dall’altro lato, è ritenuto improbabile che i prezzi superino i 100 dollari in modo duraturo: 1️⃣La capacità inutilizzata di 6 milioni di barili al giorno limita il rialzo dei prezzi a lungo termine: 2️⃣È improbabile che l’OPEC spinga i timespread a livelli estremi, fattore che ridurrebbe la domanda residua a lungo termine dei barili del Cartello. Gli analisti evidenziano che la crisi energetica del 2022 ha aumentato l’offerta non-OPEC a lungo termine, riducendo al contempo la domanda di oro nero a lungo termine per via degli investimenti in energie alternative. 3️⃣La riduzione delle scorte in Cina e gli impatti sulla domanda derivante dall’erosione dei margini di raffinazione dopo l’arrivo del Brent a 100 dollari di settembre, ha messo in luce che l’elasticità dei prezzi alla richiesta in Cina e le raffinerie sono un meccanismo chiave di bilanciamento. GS vede un deficit di domanda di 0,7 milioni di barili al giorno, che porterà la materia prima a scambiare intorno ai 92 dollari l’anno prossimo.
La domanda è vista in crescita di 1,6 milioni di barili al giorno, grazie alle attese di un PIL in crescita, gli aumenti strutturali da parte dei mercati emergenti e una ripresa dei carburanti per aerei. Inoltre a causa del calo degli impianti di perforazione, della disciplina sul capitale e della scarsa produttività, l’output negli USA è visto in rallentamento. Dall’altro lato è atteso una riduzione graduale del taglio volontario dell’Arabia Saudita, oltre ad un’estensione dei tagli dell’OPEC visto che sostengono i ricavi. Sul tema della raffinazione, sebbene ci sia una grande capacità inutilizzata, si dovrebbe osservare una situazione strutturalmente rigida. GS mette in luce tre scenari di stress al suo outlook, vediamoli: 1️⃣Una recessione moderata, che potrebbe portare ad una flessione del Brent di 17 dollari rispetto allo scenario base, a seconda della risposta dell’OPEC. Nello specifico, il fenomeno viene ipotizzato nei Paesi OCSE a partire dal 1° trimestre 2024, con una durata di 4 trimestre e con ricadute esterne alla stessa OCSE.
Probabilmente, l’OPEC+ non incrementerebbe gradualmente l’output e se rimanesse invariata porterebbe dunque il petrolio Brent a 77 dollari nel 4° trimestre 2024. Se invece la pproduzione aumentasse a dispetto della recessione, a fine 2024 il Brent potrebbe tornare a veleggiare sui 62 dollari al barile. 2️⃣Il secondo scenario implica che l’offerta dei Paesi non-OPEC (a cui vengono escluse anche Iran, Iraq e Russia) batta ancora le aspettative come avvenuto nel 2023. Questo potrebbe provocare un’estensione del taglio volontario dell’Arabia Saudita fino al 2024 e di quello dei Paesi OPEC fino al 1° trimestre 2025. In tale quadro, il Brent potrebbe scendere fino a 82 dollari a fine 2024, mentre se l’output OPEC aumentasse lo stesso i prezzi potrebbero raggiungere i 74 dollari al barile. 3️⃣Infine, l’ultimo scenario vede un aumento di mezzo milione di barili al giorno in interruzioni di produzione non pianificate. L’Arabia Saudita potrebbe quindi iniziare a sciogliere i suoi tagli volontari nel 2° trimestre 2024, prima delle attese, portando il Brent intorno ai 99 dollari a fine anno.
I prezzi potrebbero arrivare a 102 dollari nel caso in cui si verificasse anche un proseguimento del percorso di approvvigionamento base previsto.
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