Mercato Cinese: focus su Alibaba e Nio

Nel corso degli ultimi due mesi abbiamo assistito ad un rimbalzo tecnico sui mercati, dopo i minimi dell’anno segnati alla chiusura del terzo trimestre, precisamente nella giornata del 30 settembre. I livelli di partenza di questo rimbalzo erano vicini a quelli visti a marzo e a luglio, e come nelle precedenti occasioni, dopo un forte impulso rialzista iniziale, gli indici hanno poi lateralizzato. Basti pensare che nell’ultimo mese l’S&P 500 si è mosso in un range di meno di 150 punti, un movimento compreso in un 3% intorno ai 4.000 punti. A differenza dei precedenti rimbalzi però, potrebbe esserci questa settimana di dati macro e decisioni delle banche centrali a dare ancora una spinta verso l’altro.

Il dato sul CPI americano di martedì, che ha visto l’inflazione rallentare in modo corposo rispetto al mese di ottobre, passando dal 7,7% al 7,1% (contro il 7,3% atteso dagli analisti) ha definitivamente accantonato l’ipotesi di un quinto rialzo consecutivo da 75 punti base da parte della FED che si è pronunciata nella serata di ieri per un rialzo da 50bp, ma le parole di Jerome Powell non hanno dato troppa fiducia ai mercati. Il presidente FED ha infatti specificato che i due ribassi del dato inflativo sono si positivi, ma non ancora in modo tale da far alleggerire la pressione. La traiettoria finale dei tassi potrebbe essere quindi più alta del previsto nel 2023, mentre oggi si avrà una risposta importante dalla BCE che invece attende ancora una definitiva inversione di tendenza del livello inflativo nell’eurozona.

Il rimbalzo in atto da fine settembre ha visto decisamente maggior forza in Europa, con Dax e FTSE MIB saliti di oltre il 21% dai minimi, mentre è risultato più contenuto oltre oceano con l’S&P500 rimbalzato del 15,2% e il Nasdaq del 13,4%. Chi invece ha decisamente sovraperformato nell’ultimo periodo è il mercato tecnologico cinese. Dopo le vigorose proteste viste sul finire del mese di novembre, da molti definite come le manifestazioni più importanti da quelle del 1989 e della celebre piazza Tienanmen, c’è stato un deciso cambio di rotta da parte del governo, che per la prima volta dal 2020 ha allentato le misure anti contagio, nonostante i casi Covid siano in salita in tutte le principali città cinesi. Mancati lockdown e nuovi stimoli all’economia, in particolare al settore immobiliare fortemente in sofferenza, hanno dato una forte spinta ai mercati finanziari cinesi. In particolare, l’indice Hang Seng di Hong Kong ha visto un rimbalzo del 34,77%, anche se va specificato che la discesa era stata più marcata rispetto agli indici occidentali. Dopo le ultime settimane il listino di Hong Kong quota ora a circa il -15% YTD, in linea con la performance del S&P500 e ben più avanti rispetto al Nasdaq, che nonostante la recente positività segna ancora il -28% da inizio anno.

Tra le società quotate nel listino tecnologico cinese, quella su cui ho sempre un focus particolare è Nio. Da un lato per il settore in cui opera, quello dei veicoli elettrici, visto come uno dei megatrend mondiali per i prossimi anni, ma che avrà un forte impatto in modo particolare sulla Cina di domani, determinata a convertire in mobilità elettrica la gran parte dei veicoli. Dall’altro per l’andamento di mercato del titolo e la volatilità che lo contraddistingue. Prendendo la quotazione dell’ADR americana come riferimento, dopo esser tornata vicino ai 22$ nel mese di settembre, ha visto un crollo delle quotazioni che l’hanno portata ai minimi post Covid a 8,38$. Da li un gran rimbalzo fino a sfiorare i 14$, con un upside del 67% dai minimi, prima di stornare e lateralizzare nell’ultima settimana tra i 12 e i 13,50$.

Credendo nel potenziale rialzo del titolo, sono andato a cercare tra tutti i certificati presenti sul secondario, quelli che avessero Nio come worst of ed un prezzo al di sotto degli 85€, per sfruttare, in caso di rialzo del titolo, anche una quota di performance sul capitale, oltre al flusso cedolare. Ho escluso i tantissimi basket Tesla/Nio, che in questo momento vedono anche Tesla in forte performance negativa e quindi significherebbero un’esposizione a due titoli in difficoltà, spesso con entrambi sotto barriera. Ho escluso anche i basket con più produttori di veicoli elettrici, che oltre alla già citata Tesla vedevano anche altre aziende come BYD e Rivian molto lontane da strike. Per ridurre la scelta sono andato poi ad eliminare tutti quei certificati con barriere molto lontane dai valori attuali, ovvero in prezzi come 18, 25 o addirittura 30$, che in questo momento prezzano molto basso in quanto la distanza da barriera è molto importante. La ratio della scelta è che credo si nel titolo ma preferisco avere un certificato con barriera vicina, di modo che basti una leggera performance positiva per creare un rendimento elevato.

La scelta si è quindi ridotta ad una manciata di prodotti, ma quello che in assoluto presenta in rendimento annualizzato più elevato è un certificato di Vontobel che avevo già citato in un precedente articolo. L’isin del prodotto è DE000VV6PPT0, è stato emesso il 16 settembre, su un basket composto da Nio e Alibaba. Al momento l’e-commerce di Jack Ma si trova a +2,87% da strike quindi il prezzo del certificato viaggia sul movimento di Nio. La barriera di quest’ultima si trova leggermente sopra ai prezzi attuali, a 12,81$ contro un prezzo spot alla chiusura di ieri di 12,10$. Basta quindi un leggero recupero per tornare nel range utile al pagamento delle cedole e al rimborso al nominale (fermo restando che reputo il titolo abbia la potenzialità per andare molto più in alto). Il flusso cedolare mensile è del 1,9%, pari al 22,80% annuo, con tre cedole in memoria, dato che alla chiusura di ieri sera, giorno di osservazione, il titolo era ancora leggermente al di sotto della barriera.

L’altra cosa interessante è il prezzo di acquisto, ovviamente ben sopra la lineare dato che il titolo si muove vicino alla barriera e pari al momento a 80,60€ (al momento vi è uno spread molto ampio che andrà a chiudersi all’apertura di Wall Street). La scadenza è prevista a maggio 2024, quindi esattamente un anno e mezzo di durata residua. Considerando il rendimento a scadenza, in caso di recupero di questo 5,79% che separa il titolo dalla barriera, si avrebbe un flusso totale di diciassette cedole, cui si sommano le tre in memoria, per 38€ a certificato, cui andiamo a sommare i 19,40€ di capital gain. Ne consegue un rendimento del 71,2% in diciotto mesi, pari al 47,48% annualizzato.

Per chi ha una view positiva sul mercato cinese e su Nio in particolare lo reputo la miglior soluzione sul secondario per ottenere performance importanti in un lasso temporale non così elevato, sfruttando anche solo un leggero rialzo del sottostante.

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