Cosa serve alla Fed per tagliare i tassi?

L’inizio della correzione per l’S&P 500 non è stata abbastanza per innescare la cosiddetta “Trump Put”. L’altra speranza del mercato è che arrivi la Fed a riportare il sereno.

Tuttavia, gli analisti di Bank of America ritengono questa possibilità un evento remoto anche se ci dovesse essere un aumento dell’inflazione causato dalle tariffe o un rallentamento della crescita. La situazione potrebbe cambiare a causa di una recessione. In particolare, un taglio potrebbe essere spinto da un aumento del tasso di disoccupazione al 4,5% con NFP sotto le 100mila unità.

Questo contesto potrebbe far propendere la Banca centrale ad adottare un atteggiamento accomodante in fretta, tagliando il costo del denaro di almeno 200 punti.

Nell’attuale quadro, BofA ha tagliato le stime di crescita globale di 0,1 punti percentuali rispetto al precedente outlook, portando quelle per il 2025 al 3,1% e quelle per il 2026 al 3,2%. La situazione appare marginalmente più debole, con rischi inclinati verso il basso e l’eccezionalismo dell’economia a stelle e strisce che è scomparso.

Fonte: ricerca Bank of America

Per gli Stati Uniti la crescita del 1° semestre 2025 è stata tagliata dal 2,4% all’1,5%. Nella seconda metà dell’anno l’economia dovrebbe convergere verso il 2% tendenziale.

Bank of America è meno ottimista rispetto al consensus generale sull’inflazione e sulle decisioni della Fed. Il PCE core è stimato al 3%: questi pericoli di rialzo metteranno la Fed nella condizione di dover restare in attesa anche in uno scenario di stagflazione.

Fonte: ricerca Banl of America

Un focus viene fatto anche sul prossimo 2 aprile, quando dovrebbero essere introdotte le tariffe reciproche. Lo spazio di negoziazione probabilmente sarà ampio, ma dovrà essere incorporato uno scenario tariffario più aggressivo. L’aliquota tariffaria effettiva è stata rivista in aumento di 1,8 punti.

Fonte: ricerca Bank of America

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