Vicenda Cirdan/SmartETN: Borsa Italiana modifica il regolamento

La vicenda Cirdan/SmartETN ha scosso il mondo dei certificati alla fine dello scorso anno. 
 
Ripercorriamone insieme i principali eventi che hanno caratterizzato questa vicenda:
  • Il 21 dicembre Banca d’Italia dispone lo scioglimento degli Organi con funzioni di amministrazione e controllo della Cirdan Group S.p.A. e di Smart Bank S.p.A. e nomina commissari straordinari;
  • Il giorno prima, 20 dicembre, si era concluso un importante cambiamento nella compagine azionaria della Cirdan Capital Management Ltd (garante dei certificati) il cui controllo era passato da Cirdan Group S.p.A. (società che il giorno successivo sarà commisariata) alla Cirdan International, società di diritto statunitense. In questo modo nè le emittenti (Smart ETN/ Aldburg Public) nè il garante (Cirdan Capital Management Ltd) sarebbero potute essere direttamente influenzate dal provvedimento di Banca d’Italia;
  • Il 26 dicembre Equita SIM, il liquidity provider (“market maker”) dei prodotti di Smart ETN e Aldburg Public decide unilateralmente di risolvere il contratto per lo svolgimento dell'attività di Specialist su EuroTLX e di sospendere con effetto immediato l'esecuzione del contratto. Dunque dal 27 dicembre non era più possibile negoziare i certificati SmartETN e Aldburg Public su Borsa Italiana (era rimasta la possibilità di negoziare su altri mercati per i pochi certificati con dual listing o direttamenteOTC).
  • Il 3 gennaio Equita SIM, molto probabilmente sollecitata da Borsa Italiana, riprende il servizio di liquidity provider e i certificati SmartETN e Aldburg Public tornano negoziabili su Borsa Italiana: https://t.me/freefinancepro/2174
  • Il 15 gennaio si apprende che Equita SIM garantirà il servizio di liquidity provider fino al 27 marzo: https://t.me/freefinancepro/2261
  • Dal 27 febbraio tutti i certificati SmartETN e Aldburg Public vengono negoziati in modalità Bid-Only (non era possibile più l’acquisto ma solo la vendita)
  • Cirdan non ha mai trovato un nuovo liquidity provider pertanto dopo il 27 marzo (fino ad oggi) non è stato più possibile negoziare i certificati SmartETN e Aldburg Public su Borsa Italiana ma solo OTC.
 
Per chi volesse approfondire ulteriormente la vicenda avevo scritto ai tempi due articoli ben dettagliati: primo articolo (29 dicembre) e secondo articolo (5 marzo).

Che cosa è successo dopo il 27 marzo?


 
Dal 27 marzo in poi, non ci sono stati grandi aggiornamenti. 
 
Ci sono stati rumor di un’acquisizione di Smart Bank che al momento non è stata ancora finalizzata.
 
In più il 14 ottobre Cirdan Capital Management ha pubblicato il suo bilancio aggiornato al 31.12.2023. Il bilancio di fatto non è molto utile a capire la situazione finanziaria della società ad oggi, dopo quasi un anno in cui l’emittente non guadagna ma ha solo costi di struttura da sostenere.
 
Comunque in tutto questo periodo SmartETN ha continuato a pagare senza ritardi premi e rimborsi, di fatto allontanando le voci di un possibile default. Tuttavia, come avevamo visto a marzo, i rendimenti elevatissimi dei certificati a capitale protetto (in media 14% annualizzato) non facevano pensare ad un emittente con rischio di credito sotto controllo.

Che cosa poteva succedere il 27 settembre?



Nei precedenti articoli avevamo visto che il Regolamento prevedeva la possibilità per Borsa Italiana di revocare un certificato dopo sei mesi di sospensione:

La sospensione di uno strumento finanziario dalle contrattazioni non può avere durata superiore a 6 mesi. Trascorso detto periodo, qualora non ricorressero le condizioni per la riammissione, Borsa Italiana provvederà all’avvio della procedura di Revoca.

Seguendo questa logica, i certificati sarebbero stati revocati dalle negoziazioni e rimborsati anticipatamente il 27 settembre di quest’anno.

A metà maggio avevamo parlato di questo aspetto all’evento di YouFinance con Pierpaolo Scandurra, evidenziando che era improbabile questo esito stando alla view di Borsa Italiana di quel periodo.
 
Infatti così è stato: Borsa non ha revocato i certificati di SmartETN per la gioia di tutti gli investitori coinvolti. I certificati rimangono quindi quotati, se pur sospesi e quindi non negoziabili a causa dell’assenza del liquidity provider. 
 
Pertanto i certificati di SmartETN rimangono in questo limbo in cui l’investitore continua a ricevere cedole e rimborsi ma non può negoziare il certificato sul mercato (ma solo OTC).

Le modifiche del Regolamento di Borsa Italiana a seguito della vicenda SmartETN



Torniamo oggi a parlare della vicenda perchè, come riportato da Certificati e Derivati, Borsa Italiana ha modificato il suo Regolamento per evitare che si ripeta quanto accaduto con Equita/SmartETN.
Ci sono diverse modifiche interessanti che analizziamo di seguito insieme per capirne gli impatti futuri. 
 
In particolare la prima modifica è la seguente:

L’intenzione di cessare l’attività di Liquidity Provider e la data di termine attività, in assenza di un sostituto deve essere tempestivamente comunicata a Borsa Italiana con un preavviso minimo di tre mesi.

In altre parole, nel caso in cui il Liquidity Provider volesse cessare la propria attività deve darne comunicazione a Borsa Italiana con almeno un preavviso di tre mesi. 
 
Fino ad oggi era già previsto quanto segue:
 
Borsa Italiana, tenendo conto dei presupposti di cui al comma 5, può richiedere al Market Maker e/o Specialist di proseguire la propria attività di supporto della liquidità, per un periodo massimo di 3 mesi dalla data della richiesta di esclusione. 
 
Infatti quando Equita SIM ha deciso unilateralmente di risolvere il contratto con SmartETN (con efficacia dal 27 dicembre) è stata molto probabilmente Borsa a chiedergli di tornare a prestare il suo servizio, per questo Equita SIM ha garantito i suoi servizi esattamente per 3 mesi (fino al 27 marzo).
 
Se fosse stata in vigore questa regola lo scorso anno, Equita SIM non avrebbe potuto “non presentarsi” dall’oggi al domani ma sarebbe stata costretta a comunicare a Borsa Italiana che non aveva più intenzione di prestare il suo servizio di liquidity provider e avrebbe dovuto garantire il servizio per i successivi tre mesi. In questo modo quella pausa dalle negoziazioni dal 27 dicembre al 2 gennaio sarebbe stata evitata e gli investitori avrebbero saputo in anticipo cosa aspettarsi.
 
La seconda modifica riguarda invece la sostituzione del liquidity provider:
 
Nel caso di cessazione dell’attività del soggetto che opera come Liquidity Provider, l’operatore Liquidity Provider uscente e/o l’emittente devono assicurare la continuità della funzione di Liquidity Provider e informare Borsa Italiana con un congruo preavviso, del nominativo del sostituto del Liquidity Provider uscente e della data di efficacia della sostituzione.
 
Dunque se SmartETN avesse trovato un liquidity provider, questo sarebbe stato comunicato con un congruo preavviso.
 
La terza modifica riguarda la cancellazione dalle negoziazioni dei certificati che non hanno più un liquidity provider.
 
La revoca dalla negoziazione di strumenti finanziari derivati cartolarizzati può essere disposta da Borsa Italiana, secondo quanto previsto dall’articolo 4.17, in caso di cessazione dell’attività di Liquidity Provider e/o Specialist di cui all’articolo 6.3, comma 8. Borsa Italiana ne dà comunicazione tramite Avviso. 
 
In altre parole, nel caso di revoca dell’attività di Liquidity Provider, Borsa Italiana può disporre la cancellazione della negoziazione dei certificati che non hanno più un Liquidity Provider. 
 
Questa regola a me sembrava già inclusa nel Regolamento (“La sospensione di uno strumento finanziario dalle contrattazioni non può avere durata superiore a 6 mesi. Trascorso detto periodo, qualora non ricorressero le condizioni per la riammissione, Borsa Italiana provvederà all’avvio della procedura di Revoca.”) ma chiaramente non lo era. 
 
Questa modifica è rilevante perchè significa che Borsa può cancellare dalle negoziazioni (ma non è detto che lo faccia) i certificati di SmartETN e Aldburg Public attualmente quotati proprio perchè al momento non hanno più un Liquidity Provider. Potrà farlo a partire dalla validità di tale modifica del regolamento ossia dal 18 novembre 2024.
 
Abbiamo dunque una nuova data da monitorare, il 18 novembre, per capire come intende muoversi Borsa Italiana sui certificati SmartETN e Aldburg Public. 
 
Immagino (ma questa è una view personale) che Borsa Italiana non voglia creare ulteriori problemi agli investitori revocando dalle negoziazioni i certificati ancora in vita anche perchè (fonte: CedLab PRO) rimangono solo 191 certificati con emittente SmartETN e Aldburg Public di cui circa il 70% scadrà entro il 2027.
 
In ogni caso, queste modifiche al Regolamento di Borsa sono pensate per garantire all’investitore la continuità delle negoziazioni ed è apprezzabile l’impegno di Borsa Italiana nell’imporre nuove regole per evitare che si ripresentino eventi spiacevoli per gli investitori come quelli accaduti nella vicenda Equita SIM/SmartETN.

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