Il Certificato della settimana di Alessandro Pavan

Nella ricerca del certificato della settimana capita che la scelta vada a cadere su due categorie di certificati molto diverse tra loro. La prima è quella dei certificati più conservativi, dove i sottostanti sono aziende molto solide, magari vicino o addirittura sopra allo strike e di conseguenza con un rendimento più limitato. Lo scopo in questo caso è cercare la migliore combinazione possibile, ovvero il miglior rendimento pesato sul rischio. La seconda invece è quella speculativa, che richiede necessariamente di andare alla ricerca di sottostanti più esotici e volatili che permettendo quindi una cedola molto importante. In questo caso allora l’obbiettivo è trovare il sottostante giusto, che permetta di ottenere la remunerazione per la quale il certificato è stato scelto.

Oggi però non ho voluto scegliere tra la prima e la seconda, bensì andare a selezionare due prodotti completamente diversi, uno difensivo e uno più speculativo.

Partendo dal primo, si tratta di un Express di Leonteq su titoli italiani: Generali, Enel ed Eni. Mentre la compagnia assicurativa di Trieste quota oggi circa l’8% sopra al livello di strike, Eni si muove intorno a tale prezzo ed Enel è in ritardo di quasi il 5%. La barriera è posta al 60% dei prezzi iniziali quindi ben lontana dai valori odierni su quotazioni che i titoli non hanno visto nemmeno nel momento peggiore del 2020, ad eccezione di Enel che con una barriera posta a 5,282 ha visto il minimo di marzo a 5,15 salvo poi rimbalzare velocemente.

La peculiarità del prodotto è data dalla cedola interessante e pari al 9% annuo pagata trimestralmente e dall’acquisto oggi possibile sotto la pari a 982€. Ad aprile è prevista la prossima osservazione con lo stacco della cedola da 22,50€, per passare poi a luglio con la prima finestra per il richiamo anticipato. Qualora Enel recuperasse il gap e gli altri due titoli mantenessero almeno i valori attuali, il certificato andrebbe in autocall con un rendimento pari a due cedole più il guadagno in capitale, per un profitto di circa il 6,4% in poco meno di 5 mesi.

Con un rendimento del 9% annuo è un ottimo strumento per investire su tre delle aziende più importanti del nostro listino, con un ottimo buffer sulla barriera e quindi sulla garanzia di restituzione del capitale.

https://certificati.leonteq.com/isin/CH0587326981

Il secondo certificato invece, nonostante abbia solo un sottostante, è nettamente più speculativo in quanto il titolo è ad elevatissima volatilità.

Stiamo parlando di Palantir Technologies, società americana specializzata nell’analisi dei big data. Le sue commesse riguardano sia il settore pubblico che quello privato, con accordi con enti governativi e partnership di rilievo. I ricavi nel 2020 sono saliti del 35% rispetto al 2019 e nonostante i copiosi investimenti in ricerca e sviluppo, la società è finanziariamente molto solida, con 2.4 miliardi di attivo circolante contro 942 milioni di debiti a breve. La gestione dei big data sarà uno dei mega trend che guiderà il mercato nei prossimi anni e Palantir sarà uno dei player di riferimento.

Quotata al NYSE a poco meno di 10$ a ottobre 2020, ha visto le sue azioni salire fino a oltre 40$ salvo poi rintracciare ora poco sotto i 30$, vicino al prezzo di strike del nostro certificato.

Lo strumento scelto è un Autocallable di Morgan Stanley, acquistabile oggi a 960€, con il titolo in ritardo di circa il 10% dallo strike. Il certificato non prevede uno stacco cedola ma funziona come un Athena, ovvero con l’erogazione di un premio in caso di rimborso. Tale premio è pari al 7,5% in caso di richiamo anticipato nell’osservazione di aprile e questo garantirebbe un rendimento di quasi il 12% in due mesi, in caso di recupero dello strike da parte del sottostante.

Qualora non andasse a buon fine l’osservazione di aprile, il premio aumenterebbe del 7,5% a trimestre, per arrivare ad un 30% annuo e al 90% nell’ultima osservazione alla scadenza. La barriera è posta al 50% del prezzo di strike e il worst case sarebbe appunto una violazione al ribasso della barriera alla scadenza a gennaio 2021. Qualora invece il prezzo non salga più sopra ai 32,58$ dello strike ma rimanga sopra alla barriera, il rimborso a scadenza sarà pari a 1.000, ottenendo così comunque un leggero profitto sul capitale.

http://www.certificatiederivati.it/db_bs_scheda_certificato.asp?isin=DE000MS8JNX2

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