Il futuro è nell’idrogeno?

Il futuro è nell’idrogeno?

Abbiamo recentemente ricevuto segnalazione da parte di un cliente di ennesimo articolo nel quale l’autore, colto da improvvisa illuminazione sul tema, si accorge della corsa fatta dai prezzi di molte aziende legate alle energie alternative e provava a lanciarsi in stime iper-ottimistiche sulla crescita a lunghissima scadenza (2050) per il settore dell’idrogeno.

Non è nostra abitudine fare previsioni, né provare a definire target (soprattutto al 2050…), ma è indubbio che l’idrogeno sia uno dei temi più “caldi” negli ultimi mesi.

L’industria energetica sta attraversando una serie di cambiamenti e tutti puntano ad un ruolo più importante per l’energia pulita. L’energia eolica e solare stanno crescendo a ritmi importanti in tutto il mondo e i veicoli elettrici stanno guadagnando quote di mercato nell’industria automotive.

Nessuno può negare il fascino dell’idrogeno che è di gran lunga l’elemento più abbondante sulla terra. È una forma di energia estremamente efficiente e brucia nel modo più pulito tra tutti i combustibili, emettendo solo vapore acqueo.

Sfortunatamente, rimangono ancora enormi problemi pratici.

Produzione, spedizione e quindi immagazzinamento presentando tutta una serie di problemi tecnici. Il motore a celle a combustibile costa dieci volte di più di un motore convenzionale. Si stanno compiendo progressi nel campo che lo renderebbero un’alternativa più economica, ma per il momento il prezzo è semplicemente troppo alto.

Il mercato si è oggi concentrato sulla “rivoluzione verde” della Green Economy e, come spesso accade, è pronto a vedere opportunità anche se ancora prospettiche.

Come potete vedere, le aziende del settore hanno avuto una crescita nell’ultimo anno di oltre 3x, ma anche una discesa del 25% in poche settimane.

Fonte dati e grafici Bloomberg

Si dice spesso che “il mercato abbia sempre ragione” e, se da un lato possiamo essere d’accordo sul fatto che siamo di fronte ad una tematica senza dubbio interessante, dall’altro ricordiamo che è ancora in fase di sviluppo iniziale e, come spesso accade, questa situazione porta ad eccessi di entusiasmo.

Innanzitutto, poche sono le aziende specializzate del settore e ancora piuttosto piccole.

Ad esempio, vediamo come una delle protagoniste di questa cavalcata, l’americana Plug Power (ha creato una tecnologia per il rifornimento dei carrelli elevatori), abbia avuto recentemente una fortissima volatilità (-70% in pochi mesi!) legata appunto a scommesse forse un po’ troppo ottimistiche nel breve termine, soprattutto su risultati ancora in là da venire. La società perde ancora soldi, ha un utile (perdita!) previsto per il 2021 di -126mln USD.

Fonte dati e grafici Bloomberg

Come è possibile approcciare questa tematica di investimento?

Recentemente anche in Italia sono arrivati due ETF settoriali, entrambi con storia recentissima (pochi mesi) e un pelo sfortunata, avendo iniziato la quotazione proprio prima dello storno recente.

Sono il VanEck Vectors Hydrogen Economy (IE00BMDH1538) e il L&G Hydrogen Economy (IE00BMYDM794), entrambi a replica fisica.

Fonte dati e grafici Bloomberg

Sempre per un investimento direzionale, ma con la possibilità di una maggiore efficienza fiscale, segnaliamo anche questi tre certificati tracker (seguono, senza barriere protettive, l’andamento degli indici di riferimento), il DE000VP2HYR0 di Vontobel (Tracker Certificate Open-End su Solactive Hydrogen Top Selection Index), il CH0594787548 di Leonteq (Tracker Certificates on H₂ Technology Index) e il FREXA0027856 di Exane (Electric &Hydrogen Top Selection Tracker Certificate).

Per chi infine volesse approcciare il tema in modo non puramente direzionale (con barriere protettive al ribasso e cedole periodiche), abbiamo in monitoraggio alcuni certificati di tipo cash collect/phoenix che, nonostante abbiano barriere protettive ed un flusso cedolare, definiremmo comunque “decisamente speculativi” (a causa della volatilità dei sottostanti):

NLBNPIT12JL6 di BNP Paribas con un paniere di aziende non solo legate all’idrogeno. Barriera discreta a – 50% e due maxi cedole dell’11% (di cui la prima incondizionata ad Agosto). Poi rendimento dell’1.8% trimestrale.Scadenza 27/05/2024

DE000HV4MMR1 di Unicredit con basket tematico non solo legato all’idrogeno. Barriera discreta a -40%, cedola mensile fissa (staccata anche se sottostanti si trovano sotto barriera) dell’1.5% mensile (18% annuo). Scadenza15/06/2023

XS2278315457 di Société Générale su Plug Power. Barriera discreta a -40%, cedola trimestrale del 5%.Scadenza 30/10/2023

DE000HV4M9U6 di Unicredit sempre su Plug Power. Barriera discreta a -36%, cedola mensile del 0.85%.Scadenza 20/06/2024

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