Il lunedì nero di Alibaba e NIO

Un lunedì nero per le aziende tecnologiche cinesi. Nella seduta di ieri Alibaba, la Amazon cinese, ha segnato un -20%, per poi riprendersi e chiudere la giornata a -12.5%. Il motivo di questa forte correzione, che porta la società ad un -64% da inizio anno, non è tanto assoggettabile a notizie societarie interne, quanto più alla situazione politica in Cina, con Xi Jinping riconfermato alla guida del Paese per altri 5 anni, mettendo all’interno del Politburo tutti i suoi fedelissimi. Diversi analisti ritengono che l’esclusione degli avversari politici porti ad una situazione in cui nessuno contesta gli errori politici del Presidente cinese, come ad esempio le norme più severe relative al settore tecnologico e alla politica zero-Covid. Entrambe queste norme complicano notevolmente la situazione del settore privato, in particolare per quanto riguarda le aziende tech

A crollare sono anche le società produttrici di auto elettriche, tra cui NIO che ha ceduto oltre il 15% nella seduta di ieri. In questo quadro, Tesla ha deciso di tagliare i prezzi dei suoi Model X e Y in Cina, mossa effettuata per tentare di stimolare la domanda

Guardando alla crescita del Paese, il PIL cinese del 3° trimestre è riuscito a sorprendere gli analisti attestandosi al 3,9% (attese al 3,4%), ma il dato crea preoccupazione in quanto Pechino si attendeva una crescita del 5,5% nel 2022 (al momento siamo al 3%). 

Prendiamo dunque in considerazione Alibaba e NIO, due azioni presenti in molti portafogli degli investitori, che da inizio anno perdono rispettivamente il 64% e il 77%, partendo dalle attese degli analisti Bloomberg

Per quanto riguarda la Amazon cinese, dei 55 esperti che seguono il titolo, 50 forniscono un giudizio buy, 4 hold e 1 sell. Il prezzo obiettivo a 12 mesi è a 140,43 dollari, quasi il 130% in più dai livelli attuali. 

NIO presenta invece 32 buy, 3 hold e 1 sell, con un prezzo target a 12 mesi a 30,24 dollari, quasi il +230% dai valori correnti. 

Le previsioni (Bloomberg) per i conti del 2° trimestre fiscale di Alibaba vedono EPS a 1,57 dollari (-9,3% a/a) e un fatturato a 31,016 miliardi di dollari (-4,19% a/a). 

Le attese per i risultati del 3° trimestre di NIO sono per EPS rettificati a -0,15 dollari (circa il doppio dei -0,06 dollari dello stesso periodo del 2021), mentre i ricavi sono previsti a 1,821 miliardi di dollari (+20,23% a/a). 

Sul più lungo periodo, le attese Tikr sul fatturato di Alibaba vedono una crescita dei ricavi a 174,33 miliardi di dollari e dell’utile netto normalizzato a 26,82 miliardi di dollari entro il 2026, mentre le stime su NIO sono per ricavi a 26,52 miliardi di dollari e profitti a 1,67 miliardi. 

Se è vero che nel breve periodo entrambe le società dovranno affrontare svariate problematiche come il rallentamento economico e la forte concorrenza, nel medio-lungo periodo le prospettive sono positive, specie se si considera che stando al Global Wealth Report di Credit Suisse in Cina il numero di milionari dovrebbe raddoppiare entro il 2026, passando da 6,2 milioni di individua a 12,2 milioni), senza considerare i numerosi studi che prevedono una crescita esponenziale della classe media nel Paese

Sui singoli settori inoltre, come abbiamo visto in diversi articoli e post di approfondimento nelle ultime settimane, la view è fortemente positiva in futuro, specie per quello che riguarda il comparto dei veicoli elettrici. Infine, è ragionevole credere che nei prossimi anni la politica cinese metterà ancor più in primo piano la crescita economica, elemento che potrebbe far mettere da parte a Xi Jinping le restrizioni al settore tech e fornire ancora più appoggio alla domanda di EV con nuovi stimoli.

Riporto le parole di un gestore di portafoglio specializzato sulle azioni cinesi di una ricerca di una società specializzata sugli investimenti con rilevante rischio geografico e politico: "C'è un punto che vale la pena approfondire: gli investitori cinesi hanno acquistato nomi di Hong Kong negli ultimi 15 giorni, in modo aggressivo. Sono stati acquistati 54,56 miliardi di dollari di Hong Kong (circa 6,95 miliardi di dollari). L'ultima volta che ho visto un acquisto così incessante a Hong Kong, gli ADR cinesi hanno registrato un rally del +40% dai minimi".

Ovviamente bisognerà capire se i Fund Manager nelle prossime settimane scommetteranno su Xi Jinping e sulla crescita di queste azioni, che scambiano a prezzi molto distanti dai loro massimi e dai target degli analisti, o reputeranno il rischio geografico e politico troppo elevato, coprendo o chiudendo le posizioni sulle azioni cinesi.

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