Il Portafoglio in Certificati di Alessandro Pavan – 23.04.2021

Nelle scorse settimane, su più fronti si è iniziato a vociferare di un possibile storno imminente sui mercati finanziari. E, come spesso succede, più è atteso e meno probabile sarà. 

Nonostante questo, l’inizio della settimana borsistica lasciava intravedere una certa debolezza sui listini con una giornata di rosso intenso martedì. Ribasso su tutti gli indici, settori come travel e linee aeree con tutti i titoli oltre il -5% e timori sulla lentezza del superamento della crisi pandemica che sembravano prendere il sopravvento.

Ma, come siamo ormai abituati, si è trattato esclusivamente di un temporale passeggero e già da ieri sugli indici è tornato a splendere il sole. Dax, Nasdaq ed S&P500 vicini ai massimi storici e il nostro FTSE MIB che dopo una breve comparsata sotto ai 24.000 punti ha ripreso la sua lenta scalata verso la soglia fatidica dei 25.000.

Si potrà salire all’infinito? La liquidità che abbonda e la scarsità di alternative rispetto all’azionario continueranno per tutto il 2021 a spingere in alto gli indici?

Ovviamente non possiamo saperlo, ma appare francamente difficile. Motivo per cui, in tale contesto, l’investimento in certificati offre un grado di protezione superiore, a fronte di un incasso cedolare costante.

Nel webinar di lunedì, andrò ad approfondire con Francesca Fossatelli questa tematica, paragonando l’andamento dell’S&P500 a quello di un portafoglio in certificati evidenziando gli aspetti positivi di questi ultimi.

Venendo al mio portafoglio, non si registrano particolari scossoni, con la discesa di martedì già praticamente riassorbita, ad eccezione di qualche punto percentuale perso dal cash collect su American Airlines e dall’athena su Palantir che fanno scendere il rendimento del portafoglio poco sotto al 7% registrato la scorsa settimana.

Non si registra questa settimana autocall su alcun prodotto e ho deciso di non andare ad inserire altri strumenti, limitando l’osservazione a quelli attualmente presenti. 

Manca il rimborso a premio il MS su Palantir che aveva nella chiusura di oggi la prima osservazione ma vede il titolo lontano circa un 30% dallo strike e di conseguenza rimanda all’osservazione di luglio dove il premio potenziale salirà al 15%.

Da segnalare anche il superamento del prezzo di strike da parte di Nexi nel cash collect di UBS sulle società dei pagamenti digitali. Qualora il valore rimanesse almeno pari a quello odierno, il certificato andrebbe a rimborso ad inizio giugno e, acquistato a 93 a inizio marzo, garantirebbe oltre ai 3 punti di cedola, 7 di capital gain, con un rendimento del 10,75% in tre mesi.

I prodotti del portafoglio a prezzi ancora convenienti rimangono pochi e sono quelli dove il prezzo massimo non è evidenziato in rosso. In particolare, in Banca Imi su American Airlines, i due combinati per la strategia su Palantir e l’RJ2 di UBS che grazie alla discesa di Netflix, e con il solo Alibaba leggermente sotto strike, quota oggi 93,70.

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