Il Portafoglio in Certificati di Alessandro Pavan – 27.01.2020

Il Portafoglio in Certificati di Alessandro Pavan – 27.01.2020

Vale la pena creare un portafoglio in investment certificate da inserire all’interno dell’asset allocation o è più profittevole investire direttamente nelle azioni sottostanti? 
In una situazione di bull market, con un mercato unidirezionale è sicuramente conveniente acquistare le single stock. Il rendimento di un certificato infatti, è sempre predeterminato. Se acquisto un certificato in emissione, il massimo rendimento che potrò avere sarà pari al flusso cedolare previsto dallo strumento, se invece lo compro sul secondario, a tale valore dovrò aggiungere o sottrarre la quota di capital gain in funzione dell’acquisto sopra o sotto la pari. Acquistano l’azione invece potrò avere un rendimento potenzialmente infinito. Lo sa bene chi ha acquistato titoli come Tesla, NIO o anche, molto meno platealmente Apple o Amazon, ad inizio 2020. 
Il vero valore aggiunto dei certificati emerge in modo particolare in mercati laterali o discendenti. Se storicamente l’indice MSCI World rende mediamente l’8%, un certificato con un flusso cedolare di questa entità, mi garantirà mediamente lo stesso rendimento, ma con una protezione dal 25 al 50% in caso di ribassi. Senza contare che sarà solo quello il livello da considerare per la protezione del capitale. Quindi in caso di mercato laterale ribassista, andrei a registrare una perdita sulle azioni, mentre riesco ad ottenere un profitto optando per i certificati. Con l’effetto memoria sulle cedole si va poi ulteriormente a limitare il rischio in caso di profonda discesa di uno o più sottostanti, in quanto basterà rimanga sopra alla barriera a scadenza per ottenere il rimborso capitale e l’intero flusso cedolare maturato.
Questo è il motivo per cui inizierò a creare un portafoglio in certificati, inserendo di settimana in settimana gli strumenti che ritengo più interessanti ed andando eventualmente a liquidare le posizioni su quelli che hanno già raggiunto il loro target. Il portafoglio sarà composto da certificati di tipo Phoenix, ovvero che prevedono l’erogazione periodica di cedole, e certificati tracker che investono in megatrend ben selezionati. Il rendimento generato sarà costituito dalla somma tra le cedole staccate e l’eventuale capital gain su certificati acquistati sotto la pari.

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