La settimana finanziaria in pochi minuti

Come tutte le settimane, riassumiamo in pochi minuti di lettura le principali notizie finanziarie della settimana. Se vuoi ricevere gli aggiornamenti sulle ultime news finanziarie puoi iscriverti gratuitamente alla nostra Newsletter o al nostro Canale Telegram!

News di politica monetaria: BCE

  • Mario Centeno, Presidente della Banca centrale portoghese, l’outlook sull’inflazione dovrebbe tornare vicino al target della BCE per giustificare un rallentamento del rialzo dei tassi. Centeno evidenzia come le proiezioni che verranno diffuse a marzo saranno molto importanti per determinare il percorso di politica monetaria, con il picco del costo del denaro che comunque si sta avvicinando.
  • Luis de Guindos, Vicepresidente della BCE, ha detto che il percorso dei tassi verrà definito dai prossimi dati economici. Oltre a questo, gli indicatori anticipatori per de Guindos “anticipano un tasso di crescita leggermente positivo nel 1° trimestre”.
  • Gabriel Makhlouf, Presidente della Banca centrale irlandese, ha detto che la BCE potrebbe dover aumentare i tassi sopra il 3,5%, senza tagliarli nel 2023.
  • Il Governatore della Banca centrale spagnola, Pablo Hernandez de Cos, ha detto che i dati sull’inflazione sono incoraggianti, ma la BCE dovrà rimanere cauta monitorando altri sviluppi economici. Oltre a questo, de Cos ha affermato che andranno monitorati gli shock inflazionistici del passato, il recente calo dei prezzi energetici, le trattative salariali e la riapertura della Cina.
  • La Presidente della BCE, Christine Lagarde, ha ribadito le intenzioni della BCE di alzare i tassi di 50 punti base nel meeting di marzo. Dopodiché, l’istituto valuterà il percorso di politica monetaria. La Governatrice dell’Eurotower ha anche evidenziato come le pressioni sui prezzi rimangono forti e il mantenimento di un costo del denaro a livelli restrittivi permetterà di abbassare l’inflazione smorzando la domanda evitando anche uno spostamento verso l’alto delle aspettative sull’indice dei prezzi al consumo.
  • Il componente del board della BCE Fabio Panetta ha detto che piccoli rialzi dei tassi permetterebbero all’istituto centrale di agire in modo più preciso nel momento in cui l’economia inizierà a frenare. Per Panetta, con il costo del denaro che sta entrando in territorio restrittivo, quello che conta è l’entità e la durata della restrizione monetaria. Inoltre, l’esponente dell’Eurotower ritiene che il pieno effetto delle misure messe in campo dalla Banca centrale si farà sentire a pieno solo nei prossimi trimestri. Oltre a questo, per Panetta la BCE non dovrebbe impegnarsi incondizionatamente ai passi futuri, restando data-dependent. L’inflazione core poi dovrebbe seguire la direzione del dato principale (che potrebbe scendere sotto il 3% entro fine 2023 con una continuazione del calo dei prezzi energetici), “proprio come è successo durante la salita”.
  • Joachim Nagel, Presidente della Bundesbank, ritiene che i tassi non siano ad un livello tale da frenare l’economia e di non sapere dove sarà il territorio restrittivo. Per Nagel, l’inflazione è molto persistente e la BCE dovrà fare di più per abbassarla.
  • Nel suo bollettino economico la Banca Centrale Europea ha detto che i Governi dovrebbero iniziare a ritirare le misure di sostegno all’economia per via degli elevati prezzi dell’energia. Se ciò non avvenisse, le pressioni inflazionistiche a medio termine potrebbero salire. Lato economico, per l’istituto i rischi per la crescita sono più equilibrati e l’economia del blocco dovrebbe riprendersi nei prossimi trimestri.
  • Isabel Schnabel, componente del board della BCE, ha detto che gli investitori potrebbero star sottovalutando la persistenza dell’inflazione e le risposte necessarie per riportare il dato sotto controllo. Per Schnabel, le pressioni sui prezzi sottostanti e l’accelerazione dei salari sono ancora su livelli distanti dagli obiettivi della Banca centrale. Inoltre, l’esponente dell’Eurotower ha evidenziato come il picco dei tassi al 3,5% potrebbe essere troppo ottimista. Schnabel ha ribadito che a marzo sarà estremamente probabile un aumento del costo del denaro di 50 punti base e che un ampio processo di disinflazione “non è nemmeno iniziato”, con le politiche monetarie che hanno giocato un ruolo molto nel contrastare la propensione delle banche a concedere prestiti. Come diversi altri componenti del board, anche Schnabel ha ripetuto che la rotta andrà mantenuta finché non si vedranno prove solide che l’inflazione sta tornando verso il 2% in modo tempestivo e duraturo. Lato QT, Schnabel ritiene che potrebbe essere accelerato dopo giugno e la BCE è ancora lontana dal punto in cui le dimensioni del bilancio potrebbero influenzare la capacità di orientare i tassi di interesse a breve termine, anche se “a un certo punto” sarà importante fornire un’indicazione su dove finirà il processo di riduzione.
  • Francois Villeroy de Galhau, Presidente della Banca centrale francese, ha affermato che i tassi raggiungeranno il loro massimo entro l’estate (al più tardi a settembre). Villeroy ritiene che un taglio dei tassi sia fuori questione nel 2023 e che la durata del mantenimento del costo del denaro sui massimi sarà fondamentale.

News di politica monetaria: Fed

  • Il Presidente della Fed di New York, John Williams, ha detto che l’inflazione rimane la sua preoccupazione principale, con la Federal Reserve che continuerà ad alzare i tassi finché non verrà raggiunto il target del 2%.
  • Per Lorie Logan, Presidente della Fed di Dallas, la Federal Reserve non dovrebbe fissare un livello di picco o un percorso definito per i tassi, in quanto è in una situazione di incertezza è difficile fidarsi delle prospettive. Inoltre, l’istituto centrale dovrebbe tenersi pronto per alzare i tassi per un periodo più a lungo del previsto, qualora fosse necessario.
  • Loretta Mester, Presidente della Fed di Cleveland, ha detto che i tassi dovrebbero salire sopra il 5% ed essere mantenuti su tale livello per un po’ di tempo. Mester ha detto di aver visto a inizio mese un caso economico per alzare i tassi di 50 punti base. Inoltre, ha evidenziato come l’istituto centrale statunitense debba essere pronto per spostare in alto il costo del denaro qualora l’indice dei prezzi al consumo non si modera come da attese.
  • James Bullard, Presidente della Fed di St. Louis, ha detto di non escludere un rialzo di 50 punti base nel prossimo meeting a marzo. Per Bullard, la battaglia con l’inflazione sarà lunga e si dovrà continuare a mostrare una certa determinazione nel combatterla. Inoltre, l’obiettivo sarebbe quello di portare il costo del denaro al 5,375% “il prima possibile”.

Altre news finanziarie ed economiche

  • La Commissione Europea prevede che l’economia dell’Eurozona andrà meglio delle attese grazie ad un inverno più mite, alla tenuta del mercato del lavoro e agli elevati livelli di stoccaggio del gas. Nel dettaglio, le attese sono per una crescita dello 0,9% nel 2023, con una recessione che verrà evitata “per poco”. L’inflazione è invece vista al 5,6%. Le stime sono migliorate da novembre, quando il PIL era visto allo 0,3% e l’indice dei prezzi al consumo al 6,1% per quest’anno.
  • L’inflazione USA di gennaio si è attestata al 6,4% su base annuale e allo 0,5% su base mensile (attese rispettivamente al 6,2% e allo 0,5%). Il dato core, che esclude le componenti più volatili come cibo ed energia è invece stato pari al 5,6% a/a, sopra il consensus a 5,5%. Entrambe le misurazioni sono tuttavia inferiori al precedente 6,5% e 5,7%. Dopo gli ottimi dati sul mercato di lavoro di gennaio, l’inflazione USA conferma la solidità dell’economia a stelle e strisce. Tra i principali responsabili che hanno provocato l’aumento del dato su base mensile vi è il costo degli alloggi, che ha pesato per circa la metà con lo 0,7% m/m e il 7,9% a/a. L’energia è cresciuta del 2% m/m e dell’8,7% a/a, mentre la componente alimentare ha segnato il +0,5% m/m e il +10,1% a/a.
  • L’inflazione inglese a gennaio è scesa per il terzo mese di fila al 10,1% (attese a 10,3%). La misurazione core si è invece attestata al 5,3%, segnando un deciso calo rispetto al 5,8% di dicembre.
  • Negli USA, le vendite al dettaglio di gennaio sono salite del 3%, ben oltre le attese dell’1,9%. Per il dato, l’aumento è il maggiore da marzo 2021.
  • L’IEA ha aumentato le stime di domanda globale sul petrolio alzandole a 2 milioni di barili al giorno nel 2023, con una media di 101,9 milioni di barili al giorno. Per l’Agenzia, la riapertura della Cina sosterrà la richiesta globale, anche se il mercato potrebbe rimanere in surplus nella prima metà del 2023 per via della “sorprendentemente robusta produzione russa”.
  • Pechino ha messo Lockheed Martin e Raytheon Technologies in una lista di entità non affidabili per via della vendita di armi a Taiwan. Sotto questo regolamento, Lockheed Martin e Raytheon Missiles & Defense (controllata di Raytheon Technologies) non potranno “impegnarsi in attività di importazione ed esportazione relative alla Cina”.
  • Negli USA, l’indice dei prezzi alla produzione è salito più delle attese a gennaio, attestandosi al 6% su base annuale, oltre le attese del 5,4% ma comunque sotto il precedente 6,2% (rivisto a 6,5%). La variazione core si è attestata invece al 5,4%, oltre il consensus a 4,9% e sotto il precedente 5,5% (rivisto al 5,8%). Sebbene in calo, la rilevazione dimostra la forza dell’inflazione negli USA a dispetto delle politiche monetarie aggressive della Fed.
 

Condividi su

Informazioni sull'autore

Ti è piaciuto l'articolo ?

Non perderti neanche un contenuto, iscriviti subito alla newsletter gratuita di FreeFinance!

ISCRIVITI SUBITO