La settimana finanziaria in pochi minuti

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News di politica monetaria: BCE

  • La Presidente della BCE, Christine Lagarde, ha detto in un’intervista all’Economic Times che è molto probabile che la Banca centrale procederà con un incremento del costo del denaro di 50 punti base nella riunione di marzo. Per Lagarde, i successivi incrementi saranno legati ai dati ed è stato ribadito le intenzioni dell’Eurotower di riportare l’inflazione al 2% e mantenerla a tali livelli in modo sostenibile. In un’occasione successiva, ha ribadito che gli incrementi dei tassi potrebbero continuare oltre marzo, ribadendo come il board farà tutto il possibile per riportare l’inflazione al 2%.
  • Boris Vujcic, Presidente della Banca centrale croata, ha detto che la BCE deve continuare con il suo percorso di restrizione monetaria fino a che continueranno ad esserci pressioni sui prezzi. Per Vujcic inoltre, il costo del denaro sta raggiungendo un livello che limita l’economia. In un successivo intervento ha affermato che ci vorrà più tempo del previsto prima di abbassare l’inflazione, che sembra essere più persistente.
  • Il Capo Economista della BCE, Philip Lane, ha detto che le pressioni inflazionistiche sull’Eurozona hanno iniziato ad allentarsi anche sul fronte della misurazione core, ma la BCE non interromperà il percorso di aumento del costo del denaro fino a che non avrà la certezza che il dato stia tornando verso il 2%. Lane ha evidenziato che vi sono prove significative che gli effetti della politica monetaria stanno entrando in azione, con alcuni indicatori prospettici che indicano come le pressioni su energia, alimenti e beni dovrebbero scendere “un bel po’”. Per porre fine agli incrementi del costo del denaro, l’esponente della BCE ha messo in luce tre criteri: l’abbassamento delle proiezioni di inflazione a tre anni, progressi nella riduzione dell’inflazione sottostante e deve avere prove che le politiche stiano funzionando. Quando verrà raggiunto il picco dei tassi, l’istituto intende mantenerlo per un periodo piuttosto lungo, anche “per un discreto numero di trimestri”. Infine, è da mettere in luce come Lane ritenga improbabile un ritorno ai tassi negativi.
  • Francois Villeroy de Galhau, Presidente della Bank of France, ha detto che la BCE dovrebbe raggiungere il picco dei tassi a settembre, con l’inflazione che è attesa raggiungere i massimi nel primo semestre del 2023 per poi dimezzarsi nella seconda parte dell’anno. Per Villeroy comunque, la politica monetaria “può e deve reagire”, in quanto il dato core continua a salire.
  • Joachim Nagel, Presidente della Bundesbank, ha detto di sostenere un’inversione più veloce dell’acquisto di bond da parte della BCE e di alzare i tassi in modo più consistente dei tassi oltre a quello di marzo. Per Nagel le pressioni sui prezzi restano elevate e l’inflazione è destinata a ridursi lentamente nel 2023 in Germania, arrivando al 6%-7%. L’esponente dell’istituto centrale europeo ha anche detto di essere favorevole ad un QT più deciso a partire da luglio.
  • Isabel Schnabel, componente del board della BCE, ha detto che l’ammontare di titoli raggiunto durante il quantitative easing rischia di complicare gli sforzi nel rallentamento dell’inflazione. Le dimensioni sarebbero infatti ad un livello superiore rispetto a quelli necessari per attuare l’orientamento di politica monetaria dell’istituto centrale. Schnabel sostiene quindi una riduzione del portafoglio, che permetterebbe all’Eurotower di avere più spazio di azione nel caso in cui i tassi scendessero su livelli storicamente bassi.
  • Madis Muller, Governatore della Banca centrale estone, non sarebbe intelligente aspettarsi una veloce riduzione dei tassi dopo il raggiungimento del plateau. Per Muller, l’inflazione rimane troppo alta, ma la politica monetaria sta facendo effetto. In un intervento successivo ha detto che il rialzo dei tassi della BCE previsto a marzo non sarà l’ultimo e i costi di finanziamento rimarranno alti per un bel po’ di tempo, per essere certi di un ritorno dell’inflazione al 2%. Se il board esitasse potrebbe essere costretto ad alzare il costo del denaro “molto più in alto”, mantenendoli alti per più tempo. Inoltre, i Paesi con una forte domanda interna dovrebbero mitigarla tramite una politica fiscale restrittiva.
  • Nella riunione di febbraio, il board della BCE ha detto che è troppo presto per iniziare a preoccuparsi di un aumento eccessivo dei tassi, in quanto vi è ancora una “distanza considerevole” dal terminal rate prospettico. Nei verbali viene messa in luce la questione di quanto peso attribuire all’inflazione core. In particolare, è stata espressa cautela nell’eccessiva concentrazione sul dato, in quanto alcuni elementi potrebbero muoversi molto rapidamente. Nel comunicato viene anche detto che le recenti dinamiche dell’indice dei prezzi al consumo (sempre core) stanno rallentando.
  • Pierre Wunsch, Presidente della Banca centrale del Belgio, ha detto che le attese del mercato per un picco dei tassi della BCE al 4% potrebbero rivelarsi accurate se l’inflazione core rimanesse elevata.
  • Bostjan Vasle, Governatore della Banca centrale slovena, ha affermato che saranno necessari ulteriori aumenti dei tassi dopo marzo, con il costo del denaro che dovrebbe raggiungere un livello sufficientemente alto da riportare l’inflazione verso il target. Vasle ha evidenziato anche di credere fermamente che un’azione decisa potrà abbassare i prezzi.
  • Luis de Guindos, Vicepresidente della BCE, ha ribadito l’importanza dell’inflazione core e ha detto che le pressioni sottostanti sui prezzi saranno un fattore importante per la politica monetaria. Per de Guindos, l’indice dei prezzi al consumo core potrebbe rimanere più stabile.

News di politica monetaria: Fed

  • Philip Jefferson, componente del board della Fed, ha affermato che una modifica del target di inflazione al 2% potrebbe destabilizzare le “ben ancorate” aspettative di inflazione. Inoltre, l’esponente dell’istituto centrale statunitense ritiene che l’inflazione dei servizi vada ad attenuarsi con l’allentamento delle pressioni salariali. Per Jefferson comunque, raggiungere il target dell’indice dei prezzi al consumo “richiederà tempo”.
  • Neel Kashkari, Presidente della Fed di Minneapolis si è detto favorevole ad un rialzo del costo del denaro da 25 o 50 punti base nel prossimo meeting, evidenziando inoltre l’importanza delle proiezioni di marzo per stabilite quanto dovranno ancora salire i tassi. Per Kashkari, il terminal rate è intorno al 5,4% nel meeting di dicembre, ma è propenso a rivedere le stime al rialzo.
  • Raphael Bostic, Presidente della Fed di Atlanta, ha detto di aspettarsi che i tassi raggiungano un intervallo tra il 5% e il 5,25% per poi rimanervi fino al 2024 per riportare l’inflazione sotto controllo. Per Bostic, prima di valutare un cambiamento di politica monetaria si dovrebbero osservare progressi significativi nel mercato del lavoro e un rallentamento più significativo della domanda aggregata. L’esponente della Fed ha inoltre ribadito di non attendersi una grave recessione. In un successivo intervento, Bostic ha detto di preferire un aumento dei tassi di 25 punti base nel meeting di marzo, dicendosi comunque aperto alla possibilità di alzare il costo del denaro più di quanto atteso in precedenza, sempre a seconda dei dati.
  • La Presidente della Fed di Boston, Susan Collins, ha detto che l’istituto centrale dovrà continuare ad incrementare i tassi per tenere sotto controllo l’inflazione, anche se l’entità dei prossimi incrementi dipenderà dai dati. Il plateau poi, andrà mantenuto “per un po’ di tempo”, in quanto si deve dare il modo alla politica monetaria di ripercuotersi sull’economia.
  • Christopher Waller, componente del board della Fed, ha detto che sarà favorevole ad un aumento del costo del denaro sopra le attuali previsioni se i dati continuassero a mostrarsi più solidi delle attese. Nel caso in cui i dati sul mercato del lavoro e inflazione dovessero raffreddarsi rispetto a gennaio, Waller alzerebbe i tassi tra il 5,1% e il 5,4%.

Altre news finanziarie ed economiche

  • L’inflazione di febbraio (preliminare) di Francia e Spagna ha visto un incremento al 7,2% e al 6,1% a/a, oltre le attese al 7% e al 5,7%.
  • In Cina, il PMI manifatturiero si è attestato a 52,6 punti a febbraio, contro le attese a 50,6 punti e il precedente 50,1 punti. Per la rilevazione, si tratta dell’espansione più rapida da quasi un decennio. Anche il dato non manifatturiero ha sorpreso in positivo attestandosi a 56,3 punti (attese a 54,9 punti e precedente 54,4 punti).
  • In Germania, l’inflazione di febbraio (preliminare) si è attestata al 9,3%, oltre le attese al 9% e al precedente 9,2%, dando un ulteriore indizio sulla persistenza nella rilevazione.
  • Andrew Bailey, Presidente della BoE, ha detto che i mercati hanno sbagliato a ritenere che l’istituto inglese dovrà effettuare molti altri rialzi dei tassi per riportare l’inflazione sotto controllo. Per Bailey, la Bank of England “non ha ancora la presunzione di aumentare ulteriormente i tassi di interesse rispetto all'attuale livello del 4%”, in quanto non è ancora stato riscontrato nei dati elementi che giustifichino il cambiamento delle prospettive.
  • Rallenta meno del previsto l’inflazione dell’Eurozona a febbraio (rilevazione preliminare). Il dato si è attestato all’8,5% a/a, oltre le stime all’8,3% e leggermente sotto all’8,6% di gennaio. Su base mensile, la variazione è stata dello 0,8% (stime a 0,5%), mentre la rilevazione core ha raggiunto un nuovo record al 5,6% a/a (attese al 5,3%). Guardando ai singoli componenti su base annuale, l’Eurostat riporta come il cibo, l’alcool e il tabacco sono cresciuti del 15% (14,1% a gennaio), l’energia del 13,7% (18,9% a gennaio), i beni non industriali del 6,8% (6,7% a gennaio) e i servizi del 4,8% (4,4% a gennaio).
  • Secondo Reuters, gli USA stanno sondando i principali alleati sulla possibilità di sanzionare la Cina se decidesse di sostenere militarmente la Russia.

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