La settimana finanziaria in pochi minuti

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News di politica monetaria: BCE

  • Gediminas Simkus, Presidente della Banca centrale lituana, ha detto che la BCE potrebbe alzare i tassi di 25 punti base sia nel meeting di giugno che in quello di luglio. Per Simkus, la decisione di settembre è ancora prematura.
  • Francois Villeroy de Galhau, Presidente della Bank of France, ha detto che l’inflazione in Francia potrebbe aver raggiunto il suo picco. L’esponente dell’Eurotower ha anche ribadito che la BCE riporterà l’indice dei prezzi al consumo al 2% entro il 2025 e che il focus per la politica monetaria deve riguardare il lungo termine, con la perseveranza che conta più della velocità. Intanto a maggio l’inflazione francese si è attestata al 6% a/a (preliminare), sotto il 6,4% stimato da Reuters e il precedente 6,9%. In dichiarazioni successive, ha affermato che i prossimi incrementi della BCE saranno marginali, con le mosse precedenti che stanno iniziando a mostrare effetti sull’inflazione.
  • Luis de Guindos, Vicepresidente della BCE, ha giudicato positivamente gli ultimi dati regionali sull’inflazione. Per de Guindos, le notizie vanno verso “un importante calo dell’inflazione complessiva”. Inoltre, ha detto che l’istituto centrale del Vecchio Continente ha completato buona parte del ciclo di aumento dei tassi. Tuttavia, l’esponente del board dell’Eurotower ha lasciato intendere che vi saranno altri incrementi del costo del denaro.
  • Ignazio Visco, Presidente di Bankitalia, ha affermato che la BCE dovrà stare attenta ad evitare sia una stretta monetaria insufficiente che provocherebbe un aumento delle attese di inflazione che una politica eccessivamente restrittiva. Quest’ultima avrebbe “ripercussioni acute” sull’economia e sulla stabilità finanziaria. Visco ha inoltre evidenziato come l’Eurotower deve ora procedere con la giusta gradualità.
  • Christine Lagarde, Presidente della BCE, ha detto che l’inflazione dell’Eurozona rimane troppo alta ed è quindi ragionevole attendersi altre restrizioni della politica monetaria. Per Lagarde, l’indice dei prezzi al consumo è troppo alto ed è destinato a rimanere elevato per troppo tempo: l’obiettivo dell’istituto centrale è quindi quello di riportare tempestivamente il dato di medio termine al 2%. La Governatrice della Banca centrale ha affermato che gli aumenti precedenti si stanno già trasmettendo sulle condizioni di prestito, anche se non è sicura di quanto sia forte la trasmissione della politica monetaria. Infine, per Lagarde non ci sono evidenze che l’inflazione core abbia raggiunto il picco.
  • Dai verbali della BCE è emerso che diversi esponenti del board avrebbero optato per un incremento più importante dei tassi, anche se i 25 punti base sono stati accettati a fronte di una scelta comunicativa che lasciasse presagire altri incrementi. Appare quindi probabili che all’incremento previsto di giugno ne seguirà un altro a luglio. Per ora l’Eurotower ritiene che non sia il momento di dichiarare vittoria all’inflazione, ha sottolineato di essere dipendente dai dati e che la diminuzione dell’entità degli incrementi non debba essere interpretata come un’indicazione di pausa. Dalle minutes si legge anche che vari elementi delle aspettative di inflazione a più lungo termine sono salite oltre il 2% e che ci sono maggiori prove che la politica monetaria si sta trasmettendo alle condizioni di finanziamento e di credito. Per l’istituto, la trasmissione potrebbe essere più debole del solito ed è stata espressa cautela per una contrazione del bilancio troppo veloce.
  • Gabriel Makhlouf, Governatore della Banca centrale irlandese, ha detto che la flessione dell’indice dei prezzi al consumo è gradita ma non definitiva. Questo perché le pressioni sottostanti e i prezzi dei servizi restano elevati. Makhlouf ha affermato che nel prossimo meeting e in quello di luglio potrebbe esserci un aumento dei tassi da 25 punti base. Per le successive riunioni invece il quadro è stato definito meno chiaro.
  • L’esponente del board della BCE Fabio Panetta ha detto di aspettarsi altri rialzi dei tassi, anche se la fine del ciclo di inasprimento non è lontana. Per Panetta inoltre l’inflazione è eccessivamente alta, anche se non c’è motivo di preoccuparsi in quanto la stretta si farà sentire nei prossimi mesi. Inoltre, non si può escludere che la domanda rimanga debole traducendosi in un rallentamento prolungato dell’attività economica o in una recessione tecnica.

News di politica monetaria: Fed

  • Thomas Barkin, Presidente della Fed di Richmond, ha detto che una volta passato il periodo di alta inflazione, l’economia USA potrebbe reggere tassi ad un livello “neutro e normale” e non tendenti allo zero. Per Barkin, l’indice dei prezzi al consumo non si ridurrà in modo rapido a meno che non si verifichi un deciso rallentamento economico. L’esponente del board della Federal Reserve ritiene che le imprese sono propense ad aumentare i prezzi finché i consumatori mostrano una domanda decisa: per invertire questo processo, la richiesta dovrebbe rallentare notevolmente. Il Governatore della Fed di Richmond si è detto indeciso sul sostegno ad un eventuale aumento dei tassi nel meeting di giugno, con il livello attuale del costo del denaro che potrebbe non essere sufficientemente restrittivo.
  • In un’intervista al Financial Times Loretta Mester, Presidente della Fed di Cleveland, ha detto che non ci sono motivi urgenti per mettere in pausa il rialzo dei tassi, specie nel caso in cui i dati confermassero che si deve fare di più. Mester è favorevole ad alzare nuovamente il costo del denaro per poi mantenerlo elevato fino a quando ci saranno meno incertezze sul fronte economico. Su questo tema, l’accordo sul tetto al debito allevia parte di questa indecisione. L’esponente del board della Fed ha detto che l’unica ragione per saltare un rialzo dei tassi che altrimenti sarebbe necessario è relativa alla presenza di estrema volatilità dei mercati o altri shock.
  • Michelle Bowman, esponente del board della Fed, ha detto che l’apparente ripresa del mercato immobiliare residenziale in USA potrebbe avere un impatto negativo nella lotta all’inflazione, mentre si attende che il calo degli affitti rifletta i suoi effetti positivi man mano che i nuovi contratti di locazione rientrano nei calcoli.
  • Philip Jefferson, esponente del board della Fed, ha detto che l’eventuale scelta dell’istituto centrale di mettere in pausa il percorso di aumento dei tassi non deve essere interpretata come uno stop. In ogni caso, questa decisione permetterebbe alla Federal Reserve di vedere più dati prima di mettere a segno una nuova mossa. Per Jefferson, l’inflazione resta troppo alta e i progressi stanno rallentando. Inoltre, le attese sono per una fiacchezza dell’economia per il resto dell’anno.
  • Patrick Harker, Presidente della Fed di Philadelphia, ha affermato di essere a favore di un salto nel rialzo dei tassi nel meeting di giugno, anche se tutto rimane subordinato ai prossimi dati economici. Per Harker, non si sa quanto sia vicino il picco sul quale il costo del denaro potrebbe essere mantenuto per un periodo più lungo. L’esponente della Federal Reserve ritiene anche che l’istituto centrale debba essere pronto a fare di più nelle prossime riunioni. In un intervento successivo, ha detto che la Federal Reserve potrebbe non dover alzare ulteriormente i tassi per accelerare il processo di discesa dell’inflazione, il quale rimane “deludentemente lento”. Harker ritiene che il costo del denaro sia ad un livello vicino a quello sufficientemente alto da essere mantenuto fermo. Inoltre, l’esponente del board della Fed ha affermato di vedere un “effetto di raffreddamento”, specie sui prezzi delle case, e stima una crescita inferiore all’1% nel 2023 e una crescita della disoccupazione al 4,4%. Le attese sull’inflazione sono per un dato al 3,5% nel 2023, al 2,5% nel 2024 e al 2% nel 2025.

Altre news finanziarie ed economiche

  • La lira turca ha aggiornato i suoi minimi storici nei confronti del dollaro dopo la vittoria di Tayyip Erdogan alle elezioni (52,2% dei voti contro il 47,8% di Kemal Kilicdaroglu). Ad aver spinto nuove vendite della lira turca è l’incertezza delle mosse di politica economica da parte di Erdogan, la quale non è convenzionale e privilegia i bassi tassi di interesse. Lo sfidante era impegnato nell’inversione di questa tendenza.
  • Continuano le tensioni tra USA e Cina. Il Ministro della Difesa cinese, Li Shangfu, ha rifiutato un incontro con il suo omologo statunitense Lloyd Austin in occasione del forum annuale sulla sicurezza che si terrà nel fine settimana a Singapore.
  • Kazuo Ueda, Governatore della Bank of Japan, ha detto che la politica monetaria ultra-accomodante verrà mantenuta in quanto “vi è una certa distanza” per raggiungere in maniera sostenibile il target di inflazione al 2%. Ueda si attende che l’indice dei prezzi al consumo nipponico rallenti sotto il 2% nella seconda metà dell’anno fiscale. Successivamente, il Presidente della BoJ ritiene che la salita possa riprendersi, anche se l’incertezza è elevata.
  • Ad aprile i prestiti bancari nell’Eurozona sono scesi. Stando ai dati della BCE, la crescita delle concessioni di credito alle imprese su base sequenziale è passata dal 5,2% al 4,6%, mentre il dato per le famiglie è sceso dal 2,9% al 2,5%. Oltre a questo, in uno studio per esaminare il rischio di ricadute sulle banche ombra (o intermediari finanziari non bancari) sulle banche tradizionali e viceversa, l’Eurotower ha avvertito che gli istituti di credito dell’Eurozona potrebbero essere impattati negativamente se i clienti finanziari (fondi, assicurazioni, clearing houses) ritirassero i depositi o si trovassero in difficoltà. I fondi di queste entità contano circa il 13% delle passività delle banche tradizionali (dato più alto per gli istituti più grandi). La situazione opposta, caratterizzata dalle difficoltà per le banche sistemiche, creerebbe ripercussioni per gli istituti ombra, che si troverebbero in difficoltà nel gestire liquidità e rischi di mercato.
  • L’inflazione tedesca di maggio (preliminare) si è attestata al 6,3%, sotto il 6,8% atteso da Reuters e al precedente 7,6%.
  • L’inflazione di maggio in Eurozona (preliminare) è scesa più delle attese. Nel dettaglio il dato si è attestato al 6,1% su base annuale, sotto le attese Reuters al 6,3% e al precedente 7%. La misurazione core, depurata dagli elementi più volatili, è stata pari al 5,3%, sotto il consensus al 5,5% e al 5,6% di aprile. Sebbene una discesa dell’indice dei prezzi al consumo sia positiva, non è ancora abbastanza per far desistere la BCE dal rialzo dei tassi.
  • La Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti ha approvato la legge sul tetto del debito promossa dal Presidente Joe Biden e dal Presidente della Camera Kevin McCarthy, sospendendo il tetto del debito fino al 1° gennaio 2025, di fatto eliminando lo spettro del default per il resto del mandato di Biden e prevenendo un possibile default destabilizzante degli Stati Uniti. La legge è stata approvata con un voto di 314-117 e ora passerà al Senato per l'approvazione prima della scadenza del default. Il leader repubblicano del Senato, Mitch McConnell, ha indicato che il voto potrebbe tenersi già giovedì, prima della scadenza del 5 giugno. I vincoli di spesa dell'accordo potrebbero avere un impatto su alcune fasce della popolazione, in particolare sui neolaureati che dovranno riprendere i pagamenti dei prestiti studenteschi e sugli americani a basso reddito che potrebbero subire restrizioni ai sussidi o tagli ai servizi. Nella notte del 1° giugno poi, anche il Senato ha approvato il deal con 63 voti a favore e 36 contrari.
  • A maggio, il mercato del lavoro USA ha continuato a mostrare forza. I Non-Farm Payrolls si sono attestati a 339.000 unità, più alto rispetto alle stime Reuters a 190.000 e le 294mila di aprile (rivisto da 253.000). Il tasso di disoccupazione si è attestato al 3,7% (attese 3,5%, precedente 3,4%), mentre il salario orario medio è salito del 4,3% su base annuale, al di sotto del consensus e al precedente 4,4%.

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