La settimana finanziaria in pochi minuti

La settimana finanziaria in pochi minuti

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News di politica monetaria: BCE

  • L’ultimo sondaggio della BCE sulle aspettative di inflazione dei consumatori relativa a giugno mostra come gli intervistati si aspettano un’inflazione media del 3,4% a 12 mesi, sotto il 3,9% precedente. A 3 anni la mediana è passata dal 2,5% al 2,3%.

 

News di politica monetaria: Fed

  • John Williams, Presidente della Fed di New York, ha dichiarato che i tassi potrebbero scendere all’inizio del 2024, sempre a seconda dei dati economici. Williams ritiene che l’inflazione stia scendendo come sperato e che la disoccupazione possa salire.
  • Per Michelle Bowman, esponente del board della Fed, saranno necessari nuovi aumenti del costo del denaro per riportare l’inflazione al target. Nel frattempo, Bowman ha affermato che cercherà nuove prove che i prezzi siano in un percorso discendente per vedere se si dovrà ritoccare nuovamente il costo del denaro verso l’alto e per quanto dovranno rimanere su livelli elevati.
  • Patrick Harker, Presidente della Fed di Philadelphia, ha detto che la Federal Reserve potrebbe aver raggiunto un livello dei tassi sufficiente per essere mantenuto stabile: questo a meno di decisi cambi di direzione dei dati economici da qui a metà settembre. Per Harker, il PCE core dovrebbe attestarsi al 4% a fine 2023, al 3% nel 2024 e al target del 2% nel 2025. Inoltre, si aspetta un modesto incremento della disoccupazione e un rallentamento del PIL.
  • Thomas Barkin, Presidente della Fed di Richmond, ha detto che l’istituto centrale ha ancora tempo per studiare i dati prima di prendere una decisione sui tassi.
  • Mary Daly, Presidente della Fed di San Francisco, ha detto che è ancora presto per dire se a settembre i tassi saranno alzati o mantenuti fermi, in quanto servono ulteriori prove per comprendere se la Banca centrale ha fatto abbastanza. Daly evidenzia come l’inflazione dei servizi esclusa la componente abitativa ha fatto pochi progressi. Per essere fiduciosi di un ritorno dell’indice dei prezzi al consumo al target, è necessario che questo dato torni ai livelli pre-Covid. L’esponente del board della Federal Reserve ha anche affermato che l’economia sta rallentando, ma l’aumento dei posti di lavoro è ancora troppo oltre a quello necessario per tenere il passo con la crescita della popolazione.

Altre news finanziarie ed economiche

  • A luglio, le esportazioni cinesi sono scese del 14,5% su base annuale, mentre le importazioni hanno segnato il -12,4%. Entrambe le rilevazioni sono state peggiori delle attese Reuters, rispettivamente al -12,5% e al -5%, e ai precedenti -12,4% e -6,8%.
  • A luglio, l’inflazione USA si è attestata al 3,2%, sotto il 3,3% atteso da Reuters ma sopra il 3% precedente. La misurazione core, ottenuta togliendo dal calcolo gli elementi più volatili, è avanzata su base annuale del 4,7%, leggermente inferiore rispetto alle stime al 4,8%. A livello di singoli componenti, rispetto al mese precedente i prezzi del cibo sono saliti dello 0,2%%, quelli dell’energia dello 0,1%, quelli degli alloggi dello 0,4%. I prezzi delle auto nuove e usate sono invece scesi rispettivamente del -0,1% e del -1,3%.
  • Il Presidente USA Joe Biden ha firmato un ordine esecutivo che permette al Segretario al Tesoro di vietare o limitare gli investimenti statunitensi in aziende cinesi nei settori dei semiconduttori e microelettroniche, informatica quantistica e alcuni sistemi di intelligenza artificiale. In risposta, Pechino si è detto molto preoccupato per l’ordine esecutivo e si riserverà il diritto di prendere provvedimenti. La misura, che secondo quanto riportato da Reuters verrà implementata l’anno prossimo, potrebbe non riguardare gli strumenti quotati in Borsa e i trasferimenti da aziende madri USA alle controllate.
  • A luglio, l’indice dei prezzi al consumo cinese ha segnato un -0,3% su base annuale (stime Reuters -0,4%), convalidando la situazione di deflazione della seconda economia al mondo. Si tratta del primo Paese del G20 dal 2021 a riportare una situazione del genere. L’indice dei prezzi alla produzione è invece sceso del 4,4%, peggio delle previsioni al -4,1%. Secondo gli analisti, questi dati mettono ancor più sotto pressione le autorità governative di Pechino per stimolare l’economia.

 

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