L’inflazione sarà duratura

Sono orgogliosamente un trader di pancia, mi piace effettuare le mie scelte d’investimento ed orientare anche il mio trading in base a quello che percepisco, quello che leggo, e quindi sviluppo dei miei ragionamenti tentando di anticipare il mercato. Il trader di pancia è oggi una figura obsoleta, fuori dai tempi. 
Ci sono tante narrazioni sulle tecniche di trading: algoritmi magici, software prodigiosi, logiche complesse che capisce solo chi le racconta, cicli mirabolanti. 
Sinceramente credo che i mercati siano imprevedibili, quindi preferisco tentare di indovinare con le mie logiche obsolete piuttosto che fare delle ipotesi che lascerebbero la strada aperta a tutte le soluzioni e quindi inutili.

Negli ultimi tre mesi mi sono impegnato col Bund tedesco che ha perso qualche figura e credo che ne perderà ancora. Il tasso del decennale è oramai vicino allo zero, non rappresenta quindi più quell’occasione che poteva essere prima. Parlare d’inflazione oggi, dopo l’ultimo dato USA (+4,2%) è oramai scontato e quindi i mercati si sono adeguati. Quella che io potevo ritenere un’inefficienza sugli eccessivi rendimenti negativi del bund, adesso non c’è più!       

L’etimologia di speculatore (dal latino speculator: osservatore, indagatore) chiarisce quello che deve essere il lavoro di un analista dei mercati finanziari, ma il termine latino “specula” ovvero vedetta è - a mio avviso – ancora più immediato. 

Cerchiamo di capire quindi quale saranno i prossimi market mover dei mercati.

Il dibattito estivo che terrà banco tra gli operatori sarà ancora quello dell’inflazione. Adesso, che è stata ufficialmente constatata, il mercato appare indeciso perché contrastato da due idee: vi sono analisti convinti che l’inflazione sarà una fiammata temporanea, altri invece che l’inflazione sarà piuttosto lunga

Personalmente ritengo di appartenere alla seconda schiera di analisti, quelli che sono più prudenti e che quindi pensano che gradatamente le banche centrali anticiperanno i loro piani di tapering. Le borse, quindi, entreranno in una fase di consolidamento e piccola correzione a dispetto di un’economia globale che andrà ancora meglio del previsto. Mantengo quindi l’idea di fondo di tutti i miei scritti precedenti.

Negli USA ci sono otto milioni di disoccupati in più rispetto a inizio 2020 e aziende che limitano la produzione perché non hanno abbastanza personale e hanno le scorte a zero.

Con l’esplosione della pandemia le politiche fiscali dei governi si sono fatte espansive ed anche in Germania tutti i partiti sono ormai d’accordo nell’aumentare stabilmente la spesa pubblica

Una cosa, quindi, è dilatare la base monetaria tramite le note politiche di alleggerimento quantitativo intraprese nello scorso decennio, altra invece è stimolare direttamente l’economia reale grazie alla liquidità che viene trasferita direttamente alle persone tramite indennizzi, assegni di solidarietà e sussidi di disoccupazione: un aumento di domanda di beni e servizi a fronte di un’inferiore capacità produttiva si dovrà necessariamente riversare sui prezzi di molti beni di consumo.    

Abbiamo visto questa settimana un ulteriore incremento di volatilità, un’Europa più forte (nuovo record storico del Dax e nuovi massimi relativi del Ftse Mib) rispetto gli USA. La ritrovata forza del Gold, che torna vicino ai 1900, e la debolezza dollaro denotano che il timore dell’inflazione è presente. 

In questi giorni ho comprato l’auto nuova nella convinzione di un imminente aumento dei prezzi. Tempo di consegna: oltre quattro mesi!  

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