T-Note oltre il 2% ed anche il Bund a rendimento positivo?

L’”American Rescue Plan,” approvato dal Congresso americano e firmato dal presidente Biden l’11 marzo scorso, include assegni di 1.400 dollari per le persone con reddito inferiore a 75 mila dollari (150 mila per le coppie) e per ciascun figlio a carico. Sono previsti anche ulteriori crediti d’imposta per i figli minorenni; da considerare inoltre l’estensione fino a settembre dei sussidi straordinari di disoccupazione per 300 dollari a settimana (che si sommano ai sussidi statali). Sono stati stanziati anche 160 miliardi per rafforzare la campagna di vaccinazione e di test per il Covid.

Una coppia sposata con due figli minorenni riceverà un assegno di 1.400 dollari moltiplicato per quattro persone, cioè 5.600 dollari. Se vi si somma il credito d’imposta aggiuntivo di mille dollari per ciascun figlio, si raggiunge un totale di 7.600 dollari.

Un pacchetto di stimoli da 1.900 miliardi di dollari, accolto anche dalla sinistra del partito democratico come il provvedimento più importante per le “working families”degli ultimi decenni.   

Un impulso pari al 9 per cento del Pil mette gli Stati Uniti in condizione di accelerare la ripresa e riportare il Pil sulla traiettoria pre-pandemia già entro il terzo trimestre del 2021

Il coordinamento tra politica monetaria e politica fiscale, oltre la vigorosa campagna vaccinale, si è ripercosso sugli indici azionari, che, sebbene con passo incerto, mantengono le posizioni rimanendo vicino ai massimi. 
Sembrava una settimana “no” quando solo giovedì scorso gli indici USA, dopo un’ora dall’inizio delle contrattazioni, flettevano paurosamente; poi il recupero, durato fino agli ultimi secondi di contrattazione di venerdì, con S&P e Dow Jones di nuovo vicino ai record storici.     

Malgrado il recente lieve ridimensionamento dei rendimenti dei bond, credo invece che, in una situazione in cui i debiti pubblici volano (gli USA oltre i 28 trilioni) e la Fed ha revisionato al rialzo le stime di crescita dell’economia USA (+6,5%) e dell’inflazione (+2,4%), sia più probabile aspettarsi i rendimenti dei T-Note 10y oltre il 2%, ed anche quelli del decennale tedesco (Bund 10y) su livelli di nuovo positivi. 

Il leggero recupero nella settimana delle obbligazioni deve quindi attribuirsi più a shock di natura esogena, che hanno riportato un po’ di appetito sui Treasuries: il caos sulla valuta turca ed anche il blocco del Canale di Suez potrebbe aver infatti alimentato la voglia di rifugiarsi nelle obbligazioni.   

Le dimensioni del suaccennato pacchetto Biden hanno invece destato preoccupazione anche tra alcuni economisti di ispirazione democratica, come Olivier Blanchard e Larry Summers. Nessuno può leggere con certezza quello che potrà avvenire nel futuro, ma è indubbio che la scelta effettuata è stata quella di schiacciare sull’acceleratore navigando a vista per poi adattarsi solo nel momento in cui sorgeranno eventualmente dei problemi. 

Per le prossime settimane mi aspetto ancora alti e bassi sull’azionario; le evidenti rotazioni di portafoglio denotano l’interesse che hanno ancora gli investitori a rimanere sugli asset tradizionali di rischio prima di un’estate che potrebbe essere molto calda. 

Nel frattempo, proverò degli short sui bond: male che vada andrà male! 

Condividi su

Informazioni sull'autore

Ti è piaciuto l'articolo ?

Non perderti neanche un contenuto, iscriviti subito alla newsletter gratuita di FreeFinance!

ISCRIVITI SUBITO